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25 maggio 20XX

Dopo la giornata di lavoro Hawks aveva insistito per andare a cenare nel suo ristorante preferito. Inizialmente rifiutai pensando all'enorme divario di budget tra il ramen istantaneo che mi aspettava nell'appartamento in cui ero in affitto in quei giorni e la cena che lui bramava tanto di consumare, ma davanti alla sua insistenza c'era davvero poco da fare. Hawks era una di quelle persone che dopo aver posto una domanda si comportava come se la risposta ricevuta fosse stata quella che voleva sentirsi dire.

«Andiamo a cena fuori? Conosco un posto dove si mangia divinamente.»

«Grazie mille, ma sono stanca e vorrei tornare a casa perché...»

«Ottimo, ti passo a prendere io fra un'oretta.»

Sta di fatto che dopo quel lasso di tempo mi trovavo fuori dall'ingresso del condominio, vestita nel modo più decente ma meno vistoso possibile per andare a cena con Hawks. Non mi aveva nemmeno detto come si chiamasse il locale, perciò non avevo la minima idea di quale fosse il dress code da seguire. Avevo optato per una camicetta bianca, dei pantaloni a palazzo neri molto lunghi e un paio di stivali con un tacco non troppo alto. Mi ero raccolta i capelli in una coda alta; giugno ormai era alle porte, e il calore dell'estate si stava già facendo sentire.

Quando Hawks arrivò mi sentii un po' a disagio a salire sulla sua auto visibilmente costosa. Mi sentii lo sguardo del portiere del condominio puntato addosso per tutto il tempo, e ringraziai il cielo per aver fatto sì che in quel momento non ci fosse nessun altro in strada.

«Konbanwa, Hikori.» mi salutò senza staccare lo sguardo dalla strada appena chiusi la portiera dell'auto.

«Buonasera a lei signor Takami.»

Si lasciò sfuggire una risatina mentre si immetteva nuovamente nella circolazione. «Sei troppo formale per lavorare nella mia agenzia.»

«Tecnicamente mi hai voluta tu.»

«Touché

Passò qualche minuto in cui nessuno dei due seppe esattamente cosa dire. D'altronde passavamo insieme tutto il giorno, quindi non c'erano molti fatti eclatanti di cui parlare.

«Non sapevo guidassi.» confessai.

«Non sarò l'eroe più raccomandabile del mondo» disse voltandosi per controllare che la via fosse libera, «ma in qualche modo dovrò pur spostarmi.»

«Non hai un autista?»

«Sì, ma non lo chiamo quasi mai. Mi piace guidare per conto mio.»

Dopo una ventina di minuti di viaggio arrivammo a destinazione. Il locale, come avevo immaginato, era decisamente fuori dalla mia portata. Hawks mi aveva spiegato che si trattava di un ristorante di cucina giapponese tradizionale e rivisitata, di proprietà di uno chef abbastanza rinomato in tutto il mondo.

"Alla faccia dei miei 25 yen nel conto".

Appena entrati una cameriera ci accompagnò fino al nostro tavolo, che si trovava al centro di una stanza totalmente riservata. Sembrava di trovarsi nel salotto di una comune residenza privata.

«Prendi pure quello che vuoi, metterò tutto nel conto dell'agenzia.» mi rassicurò dopo che la cameriera ci ebbe lasciati soli a consultare il menù.

«Hawks...» mormorai.

«Nel contratto è scritto che durante il tirocinio ti sarebbero state coperte tutte le spese per vitto e alloggio, no?» mi ricordò. «Non preoccuparti, davvero. E poi è stata una mia idea.»

Inutile dire che il cibo era effettivamente buonissimo, anche se i miei sensi di colpa mi avevano un po' chiuso lo stomaco.

«Nel tuo curriculum ho letto che questo è il tuo primo anno alla Yuei, giusto?»

Spicy caramelTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon