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27 aprile 20XX

L'allenamento allo USJ fu semplicemente terribile, un vero e proprio suicidio di massa. Aizawa aveva deciso di farci combattere un tutti contro tutti nel quale oltre a noi studenti avevano partecipato anche dei robot (i cosiddetti "ricicli del test d'ingresso") particolarmente agguerriti. Non ne ero uscita così male fatta eccezione per una ceretta alle caviglie con il tape di Sero che aveva cercato di bloccarmi e la testa che rimbombava come una campana a causa del quirk di Kyoka, ma avevo le gambe completamente a pezzi.

Durante il viaggio di ritorno in autobus qualcuno non aveva retto e qua e là c'erano alcuni miei compagni appisolati con la testa a penzoloni o appoggiata al finestrino. Avrei voluto dormire anch'io, ma il tremore e le scosse del veicolo mi avrebbero procurato nient'altro che ulteriori botte da aggiungere alla collezione. Fortunatamente Momo e Mina erano sveglie, perciò potei chiacchierare un po' con loro su ciò che ci attendeva nel futuro prossimo.

«La settimana prossima che cosa farete?» chiese la rosa mentre digitava rapidamente qualcosa sullo schermo del suo smartphone.

«In che senso?» chiesi confusa.

«Ci sarà la Golden Week, perciò non avremo scuola per tutta la settimana e se vorremo potremo anche tornare a casa!» spiegò Momo cercando di non parlare a voce troppo alta per non svegliare Kyoka, che si era appisolata con la testa sulla sua spalla. Poi proseguì, stavolta rivolgendosi anche a Mina. «Io pensavo di rientrare per passare un po' di tempo con la mia famiglia.»

Mentre loro due discutevano sui piani futuri io mi ritrovai a vagare con la testa nel vuoto. Sarei potuta restare ai dormitori senza problemi, ma probabilmente tutti se ne sarebbero tornati a casa e io avrei dovuto passare il tempo da sola. Che fare?

«E tu Jade?» chiese Momo riportandomi alla conversazione.

«Onestamente ho appena scoperto che la prossima settimana non c'è scuola...» ammisi imbarazzata.

Mina mi scompigliò freneticamente i capelli. «Sciocchina! Non ti sei chiesta come mai i professori non stanno assegnando compiti?»

Caspita, non avrei mai pensato che un semplice allenamento potesse stancarmi a tal punto da non rendermi più conto di ciò che stava accadendo intorno a me.

«In ogni caso non vedo l'ora! Tutte queste responsabilità e allenamenti da alunni del terzo anno mi stanno uccidendo.» sospirò Mina lasciandosi scivolare sul sedile.

Quando arrivammo a destinazione il sole stava già tramontando all'orizzonte, illuminando le vetrate azzurrine della scuola di una luce rosata e confortevole.

Spicy caramelWhere stories live. Discover now