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29 marzo 20XX

Quella mattina al mio risveglio trovai un bigliettino appeso al frigorifero sul quale era scritto un messaggio con una grafia dal tratto rapido e un po' confusionario, senza segni di punteggiatura.

Mi raccomando pulisci il piano terra baka!♡

Dedussi che Mitsuki aveva lasciato quel messaggio per suo figlio, ma quando finii di leggerlo per la terza volta pensai che, in fondo, anch'io vivevo in quella casa. Come ospite, sì, ma non volevo adagiarmi sugli allori e fingere di star alloggiando in un hotel.

Pensai di dover avvertire Katsuki, ma decisi di rimandare gli effetti di una sua sfuriata di primo mattino a dopo la colazione.

Trovai strano che il biondino non si fosse ancora svegliato; solitamente era molto mattiniero.

Mentre sgranocchiavo dei corn flakes mi misi a leggere i messaggi che non avevo ancora visualizzato. Il mio smartphone mi faceva pena. Non aveva un attimo di pace, e a causa del fuso orario inviava e riceveva messaggi praticamente tutto il giorno. Povero ammasso di circuiti.

Come immaginavo mia madre non mi aveva scritto neanche quel giorno, neppure per chiedermi semplicemente come stavo. Capivo che aveva difficoltà a raggiungere Shizuoka da Tokyo data la notevole distanza tra le due città, ma per digitare un "Come stai oggi?" su uno schermo ci avrebbe impiegato solo pochi secondi.

Ecco come mi ero ridotta: mia madre non mi dedicava neanche pochi secondi in tutto l'arco della giornata.

Quando sentii delle chiavi girare nella serratura dalla porta, bloccai istintivamente il telefono: i Bakugo erano già di ritorno dal lavoro? Alle nove del mattino??

Ovviamente mi sbagliavo. Si trattava solo di Katsuki, di ritorno da chissà dove.

«Ohayo.» dissi alzando la testa in segno di saluto. «Buongiorno.»

Naturalmente il biondo non era felice di vedermi: la mia presenza di primo mattino doveva essere per lui come le persone allegre che salutano alle sette del mattino quando vorresti solo tornare a casa e seppellirti sotto le coperte.

«Dove sei stato?»

Pose le chiavi in una ciotolina su un mobile vicino alla porta d'ingresso. «Ad allenarmi. Dove cazzo potrei essere a quest'ora?» rispose con la sua tipica pacatezza.

«Hai letto il messaggio di tua madre?»

«Sì, l'ho letto.» disse seccato mentre portava le scarpe nella scarpiera della stanza di fronte all'ingresso.

«Posso darti una mano?»

«Fa' come vuoi, basta che tu non mi stia tra i piedi.»

Dopo che io ebbi finito la colazione e lui si fu fatto una doccia iniziammo a pulire, dividendoci più o meno pacificamente i compiti: io mi occupai della cucina, lui del salotto.

«Prima mi è venuta in mente una cosa.» dissi strizzando una spugna. «Dobbiamo inventarci qualcosa per la prossima volta che qualcuno dei nostri amici verrà qui.»

«Non serve a niente pensarci adesso.» rispose Katsuki mentre spolverava il tavolino del soggiorno.

«Forse invece sì.» gli feci notare. «Ieri Kirishima ci ha quasi scoperti.»

«Allora di' qualche stronzata sulla scuola o inventati una parentela lontana, che ne so.»

Non voleva proprio saperne di venirmi incontro.

«Diciamo che abito vicino a te e sono qui perché il tubo di scarico si è rotto e casa mia è allagata. Questa sarà la prima scusa che useremo.»

«La peggiore che io abbia mai sentito.» commentò disgustato.

«La prossima la inventerai tu.» gli promisi sorridendo tra me e me.

Spicy caramelWhere stories live. Discover now