Capitolo II

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"Allora... quella è la tua parte di appartamento. Avrai una tua stanza, un tuo bagno e un tuo tavolo." Gli feci cenno di spostarsi ma lui mi guardava confuso. "Mi capisci? È tanto che non ci vediamo ma mi ricordo della tua parlantina. Che c'è? D'un tratto sei diventato timido? Avanti so che mi comprendi spostati di lì". Ad un certo punto aprì la bocca e sembrava avere la lingua mozzata. Provai disgusto ma non ero una stolta, non mi preoccupai per lui, ciò che voleva era imbrogliarmi. "O grazie al cielo! Almeno potrò vivere in pace senza tutti quei tuoi fastidiosi commenti!" serrò i denti, roteò gli occhi e avanzò veloce verso le sue valige. "Non c'è gusto a scherzare con te" disse con noia, poi svanì nella penombra della sua stanza. Quella mattina avevo poco da fare così sistemai la mia camera e la cucina. A pranzo non mangiai nulla, avevo il voltastomaco. Chiamai Loki ripetutamente ma non rispose nessuno. Quel pomeriggio dormii, principalmente. Poi compilai alcune carte e poi fu ora di cena. Mangiai una fetta di pane e mi infilai sotto le coperte. Verso le 4 del mattino mi svegliai e andai in cucina per prendere un qualsiasi alcolico. Mi resi conto dopo che ero in mutande ma ero troppo stanca per agitarmi. Finii di bere e tornai a letto. Mi rannicchiai sotto le coperte e feci per girarmi quando sentii un braccio maschile posarmisi sul fianco, come se qualcuno mi stesse abbracciando. Mi spaventai a morte e subito tirai una gomitata nel fianco dell'uomo dietro di me poi lo presi per le spalle e lo buttai giù dal letto con l'aiuto delle ginocchia. Mi alzai in piedi e mi misi a imprecare. "Ti hanno mai detto di essere un po' più femminile?" Rispose l'asgardiano. Poi mi resi conto di essere in mutande. E non mutandoni coprenti ma slip di pizzo. Mi coprii subito con le coperte. "Tranquilla ho già ammirato tutto da vicino" disse con voce maliziosa e poi uscì da camera mia. "Lurido pezzo di merda" bofonchiai tra me e me. Chiusi la porta a chiave e tornai a dormire. Il mattino seguente mi svegliai tremendamente infuriata. Quel maniaco si era infilato nel mio letto! Una cosa inconcepibile! Lo chiamai a gran voce e, come sempre, non rispose nessuno. In men che non si dica ero davanti alla sua porta e bussavo ripetutamente. "Apri immediatamente o dovrò chiamare Fury! Manderà gli avengers e questa volta non saranno clementi con te!" Ma dopotutto non potevo sperare di imbrogliare il Dio dell'inganno. Così presi un piede di porco da sotto il letto (sì avevo un piede di porco sotto il letto. Stupiti? Se mi conosceste non lo sareste di sicuro) e scassinai la porta di Loki. "Spegni la maledetta luce!Dannazione sto cercando di dormire!" "Credimi rimpiangerai la luce!" "Oh oh! Siamo nervose oggi?" Lo afferrai per un braccio e lo ammanettai. Poi corsi in cucina mentre il Dio si trasportava svogliatamente con me. Lo buttai su una sedia e lo rinchiusi nella stanza.  Solo dopo mi accorsi che era senza maglia. "Stammi a sentire: non ho chiesto io di passare il prossimo "periodo" con te, ho solo avuto una fantastica idea che mi si è ritorta contro. dovresti essermi grato per averti portato via da quel porcile che è la tua cella invece di ignorare la mia autorità." "Grato? E per cosa scusa? Sono ancora in gabbia solo che questa volta è più grande e più confortevole, se così la vogliamo definire" "Taci. Non ho finito" "e tu vorresti dare ordini ad un Dio? Non farmi ridere insulsa mort-" gli rimisi il bavaglio. "Tu non mi stai simpatico e ,sicuramente, io non sto simpatica a te. Perciò ho ideato la strategia della mezza casa. Ora: o rispetterai me e i miei piani, oppure ti farò tornare da Fury o,  peggio ancora, ad Asgard da tuo padre." Feci una breve pausa "Intesi?" Non ricevetti alcuna risposta, ovviamente "chi tace acconsente quindi credo proprio di sì" risposi con fermezza. Lo liberai e lui se ne tornò in stanza senza dire una parola. Finii di firmare le carte e arrivò mezzogiorno. Ero molto affamata. Purtroppo non c'era nulla, così mi preparai e uscii di casa. Arrivata al piano terra mi resi conto che non potevo lasciare Loki in casa da solo. Quando rientrai lo vidi frugare negli scaffali della cucina in cerca di cibo. "Hai fame?" Lui si interruppe subito e si voltò lentamente "Dopo aver digiunato per un'intera giornata credo ne abbia anche tu no?" "Sì per questo sto uscendo. Forza preparati dobbiamo andare." "Credo che tu abbia un corpo abbastanza forte per portare del cibo per qualche rampa di scale" rispose acidamente "No, mi dispiace, non ti servirò l'occasione per scappare su un piatto d'argento. Mettiti qualcosa di largo e prendi un cappello e degli occhiali da sole, non devi farti riconoscere" "Perché non mi aiuti tu a scegliere cosa mettere?" Disse con voce maliziosa avanzando verso di me "Perché non sono un idiota e tu non hai alcun tipo di deficit fisico. Ora sbrigati, devo mangiare". sbuffò e poi andò a prepararsi. gli porsi degli occhiali e un foulard da mettere intorno al collo. "Ottimo così sei davvero irriconoscibile!" lui non rispose, probabilmente aveva fatto un'espressione di disaccordo. Scesi in strada e Loki subito dopo di me. Dannazione, in che guaio mi ero cacciata.

The apartment  // Loki LaufeysonWhere stories live. Discover now