Capitolo XXII

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Arrivati a casa Loki mi aiutò a pulire il mio sangue dal pavimento e mettere via le cose della colazione. Possibile che nessuno alla torre potesse prendersi la briga di venire a dare una sistemata? Non mi facevo impressionare dal sangue o cose del genere, soprattutto se erano mie, quindi la fame iniziò a divorarmi lo stomaco. Stavamo mettendo in ordine e dissi "Sai dovremmo festeggiare il tuo ritorno" lui stava pulendo la cucina con una pezza e subito si fermò. "Loki? Tutto ok?" Mi ero avvicinata e allungai la mano per toccarlo ma lui su voltò prima. Aveva gli occhi che brillavano di lacrime cristalline. "Dovremmo festeggiare il fatto che tu non sia morta, che io non ti abbia uccisa." Il sorriso sulle mie labbra si spense in un istante. "Tu dovresti essere terrorizzata da me. Arrabbiata con me. Dovresti cercare di uccidermi. Sei stata la prima persona gentile dopo tanto tempo e io..." si interruppe per asciugarsi una lacrima "... io ti stavo uccidendo. Tu hai detto di non volere nulla di serio ma tu mi piaci, mi piaci tanto e per poco non ti ho uccisa. Come fai? Come puoi perdonare una cosa del genere?" Rimasi di sasso. E ora?
Loki
Lo avevo appena fatto. Per la prima volta dopo anni mi ero scusato. Scusato sinceramente. E le avevo pure detto ciò che provavo per lei. Quella ragazza mi stava cambiando. Ma non ne ero succube, anzi, mi piaceva lasciarla fare. Forse avrei potuto smettere. Forse ero arrivato al capolinea. Non aveva più senso essere così cattivo verso il mondo. Heather mi prese il viso tra le mani e appoggiò le nostre fronti una contro l'altra. "Non lo volevi. So che non era tua intenzione farmi questo, lo leggo nei tuoi occhi. È stato solo un incidente e io ora sto bene." Fece un sorriso sghembo. Non riuscivo a guardarla negli occhi così presi a fissarle le labbra. Le sue rosee labbra. Segnate dai morsi che lei si tirava sempre mentre cercava di concentrarsi. Un dettaglio che non tutti notano, specialmente le persone con la vita a posto. Avrei dato tutto per perché la smettesse di farsi male. Volevo baciarla. Tutto ciò a cui il mio cervello pensava erano quei baci mozzafiato. Poi lei si allontanò lentamente e mise le sue braccia dietro la mia schiena. La strinsi forte e le lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi.
Heather
Loki si abbassò per abbracciarmi. Mi strinse talmente forte che quasi mi tolse il fiato. Poggiò il setto sulla mia clavicola e pianse, silenziosamente, ma pianse molto. Quel pianto mi spezzò il cuore. Io non volevo nulla di serio ma lui, lui mi faceva stare bene. Non potevo negare di provare qualcosa per lui e non era di certo semplice affetto. Quando si rialzò la mia spalla era leggermente umida a causa delle sue lacrime. Non avrei mai più lavato quella maglietta. No, ferma, che stavo dicendo? Ero forse impazzita? Lui era un criminale. "Loki" mi maledissi mille volte per ciò che avrei fatto "io ti ho riportato qui. Ora, dobbiamo..." abbassai lo sguardo "devi dirmi ciò che sai sul Tesseract". Il suo sguardo si spense e un'espressione delusa apparve sul suo volto. Si voltò verso la finestra e fece una specie di risatina. Poi mi aggirò e andò in camera sua. "Loki per favore!" Urlai cercando di farlo fermare. Maledizione. Ero un'idiota. Mi misi a mangiare da sola. Era avanzata un po' di pasta. Finito di cenare sistemai alcuni moduli. Prima di andare a dormire andai a bussare alla porta di Loki. "Loki ci sei? Volevo scusarmi per prima. Sono stata avventata e-"non riuscii a finire la frase che lui aprì la porta e mi prese la vita, stringendomi a se. Mi diede uno dei suoi soliti baci e, in men che non si dica, eravamo nudi sotto le coperte del suo letto. Fu una notte pazzesca. Non riuscii quasi a chiudere occhio. Il mattino seguente mi alzai, indossai una maglia sua maglia, andai in camera a prendere un paio di slip e mi diressi verso la cucina. Un profumo di caffè si diffondeva per tutta la casa. Mi sedetti al tavolo, imbandito di ogni bontà: frutta, brioche, bevande. Nessuno aveva mai fatto una cosa tanto carina per me. Arrossì leggermente e lui mi invitò a sedermi. Lo baciai delicatamente sulla guancia e presi posto. Una cosa non sfuggì al mio sguardo: una pila di fogli e penne di diverso colore. Mentre sorseggiavo il caffè chiesi: "Che vogliamo farci con quelli?" Lui mi sorrise quasi timidamente e poi appoggiò la sua tazza. "Sono pronto a parlare. Ti dirò tutto ciò che ti serve sapere e anche di più se necessario. Ma ciò ti metterà in pericolo. Sarai un bersaglio come me." Marcò le ultime parole come per cercare di farmi cambiare idea. Effettivamente mi mise un poco di ansia, ma decisi di non farmi influenzare. Forse era per questo che era così spaventato all'idea di parlarne. Forse gli piacevo davvero, non era solo una cosa fisica. Comunque meglio non spaziare troppo con la fantasia. Abbassai una mano per congiungerla con una delle sue. "Sono qui per questo. Sono qui per proteggere te e per portare a termine questo compito. Quindi forza, finiamo di mangiare e poi mi dovrai spiegare tutto." Loki guardò in basso e poi mi fissò intensamente. "La tua razionalità ti rende bellissima." Quasi mi strozzai con il caffè. Ero tutta rossa. Odiavo il fatto che lui mi facesse perdere il controllo del mio corpo e della mia mente. Avrei voluto odiarlo. Per molto provai ad odiarlo. Inutile dire come finì, inutile dire che l'odio si trasformò velocemente e tutti sappiamo in cosa.

The apartment  // Loki LaufeysonWhere stories live. Discover now