Capitolo LXXVI

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Uscimmo da quella specie di dimensione. Con nostro grande stupore vedemmo Heimdall parlare con Thanos, cercando di tenerlo occupato. Appena lui sguainò la spada del Bifrost noi tre saltammo sui suoi scagnozzi. Con un salto stavo per atterrare sulla testa di Thanos quando Astro si mise in mezzo e, afferrando un mio piede, mi lanciò in aria. Mi aggrappai appena alla parete con gli artigli di ferro e atterrai lentamente. Loki combatteva con Fauce, mentre Heimdall, che aveva lasciato Thanos a Thor, stava avendo la meglio su Proxima. La grossa statura di Astro lo rendeva poco agile in confronto a me, impedendogli di colpirmi. Nonostante ciò riuscì ad afferrarmi e sbattermi sul pavimento con una forza inimmaginabile, rompendomi qualche costola. Sentii il fiato mancarmi dal dolore. Il dinosauro venne scaraventato sulla parete da Thor e io riuscii appena ad allontanarmi per non rimanere schiacciata. Velocemente la mia cassa toracica si riparò ed io potei ricominciare a combattere. Con un salto schiacciai la testa del mio avversario sul pavimento per assicurarmi che fosse svenuto. Materializzai un coltello e tagliai la schiena di Fauce che era facilmente raggiungibile. Mentre cadeva a terra una delle sue frecce mi trapassò una mano. La rimossi in fretta, senza provare dolore. Guardai Loki negli occhi. Era tremendamente spaventato. Sorrisi, divertita da quel comportamento, e gli accarezzai il volto, riuscendo a strappargli un sorriso. Annuì e io lo imitai, poi iniziammo a correre verso Thanos. Thor e lui se le stavano dando di santa ragione quando io lanciai un coltello che passò proprio tra i loro volti, mentre erano intenti a fissarsi con astio. Thanos non ebbe nemmeno il tempo di voltarsi che io atterrai su un suo zigomo con il mio piedi, rimbalzando poi sul muro e trascinando la sua testa indietro dopo aver saltato verso di lui una seconda volta. Proprio mentre atterravo però prese quella strana pietra viola dal suo guanto e colpì Thor, scaraventandolo contro la parete e lasciandolo inerme. Loki si precipitò a soccorrerlo mentre Thanos si voltò verso di me. Materializzai dei piccoli kunai e li scagliai contro di lui, il quale però li fermò con la stessa scioltezza che si ha quando si scacciano i moscerini. Con un solo passo mi raggiunse. Scivolai tra le sue gambe con grande agilità ma, proprio mentre mi rialzavo per attaccarlo di spalle, una manata mi fece cadere a terra. Cercai di rialzarmi e saltare sopra il suo braccio per trascinarlo a terra. Purtroppo, essendo disorientata e scoordinata, mancai il mio obbiettivo. Thanos circondò il mio busto con la mano guantata  e iniziò a stringere. Piantò il suo pollice appena sotto lo sterno e premette per cercare di bucarmi perfino la carne. Il dolore era lancinante e non mi permetteva di pensare. Con impulsività e timore afferrai la pietra viola sopra il guanto e mi allungai per colpirlo con quella. Sentivo la mia pelle carbonizzarsi mano a mano che questa stava a contatto con il minerale. Premetti la pietra sulla sua pelle violacea. Mettendo le mani ai poli opposti iniziai a materializzare quei sottili fili viola di energia che attraversano la sua carne. La pietra iniziò a muoversi tra le carni. Sentii la sua presa allentarsi mano a mano mentre la fronte gli diventava lucida per lo sforzo. Iniziò a tremare e stringere i denti finché non cominciò a gridare. Dopo pochi istanti mi lasciò andare mentre reggeva il suo braccio grondante di sangue. Cercai di non svenire per il sollievo. Rotolai di fianco appena in tempo per non essere schiacciata da un suo piede. Mi alzai dolorante mente con un braccio stringevo la cassa toracica e sentivo il sangue inumidirmi le labbra. Sollevai lentamente un coltello verso di lui. Le mia labbra si spalancarono lasciando fuori uscire un grido di battaglia. Iniziai a correre, zoppicando, verso di lui. Ma proprio mentre stavo per saltargli alla gola Thor lo prese per la casacca e lo trascinò a terra. Cercai di aiutarlo ma con scoordinati movimenti il titano era in grado di intralciarmi facilmente. Thanos afferrò la faccia di Thor e, con grande fortuna, lo lanciò proprio nella direzione di Loki facendoli ruzzolare entrambi a terra. Mi avvicinai e salendo sopra il suo torace iniziai a prenderlo a pugni violentemente. Vidi Thor avvicinarsi e mi allontanai appena in tempo per permettergli di colpire il nemico proprio tra le costole. Lui spalancò gli occhi e si alzò immediatamente. Afferrò Thor per le spalle e gli riservò lo stesso trattamento che avevo fatto prima a lui. Quando era ormai quasi svenuto ebbi la forza di alzarmi. La furia di Thanos era implacabile. Mi afferrò per il collo, lasciando cadere il dio del tuono a terra come un fantoccio e togliendomi il respiro. Si avvicinò di qualche passo alla parete e iniziò a picchiare la mia testa contro essa. Ad ogni colpo sentivo le ossa incrinarsi, il sangue rallentare e gli occhi chiudersi. Mi lanciò poi senza molta forza lasciandomi rotolare a terra. Di Loki non c'era più traccia. "Ora basta asgardiani. Ne ho avuto abbastanza. Questa pantomima è durata fin troppo." Girò per la stanza giusto per qualche passo. "Avanti Loki, non costringermi a diventare il cattivo di questa storia." Si avvicinò a Thor e gli sferrò un paio di calci, dritti nel ventre. "Niente?" Attese una risposta che già conosceva. Dal pavimento sentivo l'odore del mio sangue. Probabilmente avevo una brutta ferita alla testa. Sentii pesanti passi muoversi verso di me. Provai in fretta a recuperare il controllo del mio corpo senza successo. Una forte presa mi strinse il braccio. Fui sollevata e scossa delicatamente. Sollevai le palpebre solo quando due dita mi mossero appena il volto a destra e sinistra. "Vediamo se lei ti farà cambiare idea." Spalancai definitamente gli occhi quando un forte pugno atterrò proprio nel mio stomaco. Finii schiacciata contro una parete ma, mentre scivolavo verso terra, un pezzo di metallo mi strinse il polso, appendendomi come un pezzo di carne da macello. Vidi Thanos avvicinarsi e intravidi nei suoi occhi follia e sadismo . Sollevai un braccio per cercare di colpire il pezzo di metallo e liberarmi. Fauce, che ormai si era ripreso, si mise giusto di fianco a me e porse una lama di vetro al suo capo. Sollevai lo sguardo con respiro affannoso e, un istante dopo, la lama mi aprì le mie carni fini a toccare le ossa della mia gabbia toracica. Respirai tremando, per evitare di gridare. La lama iniziò a muoversi sempre più verso il basso squarciandomi e dilaniandomi, andando a toccare perfino i tessuti molli. Iniziai a tremare cercando di trattenere il respiro inutilmente. Iniziai a gridare, prima tra i denti, poi in maniera disumana. Potevo percepire i tessuti iniziare a ricucirsi intorno alle costole. Solamente dopo un paio di minuti intravidi una lieve luce verde. Era Loki. Tentai di tirare un sospiro di sollievo inutilmente. Thanos piantò la lama nella mia carne, facendomi sobbalzare, seppur per l'ultima volta, e si voltò verso Loki con aria divertita. Ci fu un breve scambio di parole. Thanos si voltò nuovamente verso di me estraendo la lama dal mio ventre e la avvicinò al mio volto, fermandosi un istante dopo. Conficcò il coltello nella mia spalla, recidendo, o quasi, un tendine. Grondavo e l'unica cosa a tenermi in vita era la rabbia, che ormai andava affievolendosi. Una leggera luce blu mi illuminò il viso. Calò un silenzio di tomba. L'unico rumore percettibile era il sangue che gocciolava a terra. Stremata dal dolore, sollevai con immenso sforzo lo sguardo, per vedere che Loki sorreggeva, a pochi centimetri di distanza dal volto di Thanos, il Tesseract. Eccolo, finalmente. Il tesoro tanto bramato. Sorrisi, pensando all'ilarità della situazione. Loki chinò il capo e Thanos prese il cubo. Poi successe una cosa inaudita, che mi lasciò interdetta e mi getto in un mare di sconforto, in cui non sapevo più cosa era reale e cosa solo una fandonia. Il titano distrusse il cubo, lasciando cadere nel suo palmo i cocci di quello che in realtà era il contenitore di una gemma identica a quella presente sul suo guanto, solo di colore blu. Lo posizionò sulla seconda posizione, giusto di fianco alla Gemma viola, e una scarica attraverso il suo braccio, lasciando nell'aria un leggero aroma di carne bruciata. Loki aveva nuovamente sollevato il capo. Sentii Thor agitarsi improvvisamente. Poi, l'ultima cosa che riuscii ad udire fu una lama che veniva sfoderata. Sbarrai gli occhi in preda al panico. Improvvisamente non riuscivo più a sentire nemmeno il dolore. Loki fece un verso e percepii il suo sforzo. Thanos si scansò giusto di qualche centimetro e io potei finalmente capire cosa stava accadendo. Loki stava puntando uno dei suoi pugnali dritto alla gola di Thanos, che lo aveva bloccato in quella posizione con una delle gemme che aveva sul guanto. Digrignò i denti e emise un respiro sfuggito allo sforzo. Poi Thanos allungò l'altra mano. La guardavo aspettando che si chiudesse in un pugno, mentre invece restava aperta. Thor cercava di gridare attraverso quella museruola di metallo. Guardai in basso. La carne era tutt'altro che riparata. L'adrenalina era l'unica cosa a tenermi cosciente. Iniziai a puntare i piedi sul ferro e spingermi per riuscire a togliere la mano da lì. Cercai di materializzare un pugnale con cui amputarmi la mano. Fu tutto inutile. Spalancai gli occhi pieni di lacrime. La mano del gigante si strinse con incredibile calma sul collo di Loki mentre sul suo volto appariva un ghigno abominevole. Il volto di Loki si contorse in una smorfia di terrore. A poco a poco Thanos strinse la mano e lo sollevò. Le mie dita erano insanguinate e i tendini rotti per lo sforzo di allargare il metallo. Iniziai ad andare in panico. "Aspetta ti prego!" Loki agitò le gambe e strinse le mani intorno a quella di lui per tentare di fare qualcosa. "No no no no! Ti prego ti prego ti prego!" Gridai, mentre iniziavo a piangere, e la mia voce raggiunse ogni angolo della nave. Le vene sul volto di Loki si erano gonfiate, i suoi occhi erano rossi, come la sua pelle, e il corpo aveva degli spasmi. Tirai fortissimo, con un'ultima spinta, e caddi a terra senza una mano. Non sentivo il dolore. Continuavo a gridare mentre cercavo di alzarmi e correre verso di lui. Poi ci fu un clack. Il mio respiro si fermò. Il mio cuore si fermò. Io smisi di esistere per qualche istante. Mi sentii gridare, un urlo che non avevo mai immaginato di poter sentire. Percepii la mia anima staccarsi dal suo involucro. Ci fu un altro suono, simile ad un tonfo e vidi il corpo inerme del dio steso a terra, davanti ai piedi del titano pazzo. Sentii il mio corpo raccogliersi mentre con una mano conficcavo le dita nella carne, fino a toccare le ossa, senza che le grida si fermassero. Mi ero come sdoppiata. Non ero lì. Poi Thanos sparì ed io tornai una sola. Corsi zoppicando e trascinandomi al suo corpo. Presi il volto tra le mani e lo accarezzai con le dita stanche della mano che mi rimaneva. Non riuscivo a fermare il mio lamento. Potevo sentire in lontananza il motore ripartire e aumentare di giri, surriscaldandosi, ma non ero in grado di provare altro che uno straziante dolore che mi deteriorava l'anima fino al punto più profondo del mio essere. Mi aggrappai alla sua veste mentre Thor strisciava per raggiungerlo. Poi ci fu una forte esplosione e fiamme viola mi investirono, allontanandomi dal corpo esanime di Loki. Dopo pochi secondi andai a sbattere contro uno dei rottami della nave. Solo a quel punto tornai veramente in me. Mi resi conto di non avere aria e del ghiaccio che correva bruciandomi sulla mia pelle. Iniziai a non vedere più, un po' per la mancanza di ossigeno e un po' per i miei bulbi oculari che erano ormai anch'essi congelati. Nell'ultimo istante che mi fu concesso vidi i corvini capelli del dio. I suoi occhi erano socchiusi e quasi sorridenti. Immaginai per un attimo una morte felice ed indolore per lui. A poco a poco sentii gli apparati e i sistemi del mio corpo collassare, uno dopo l'altro. Chiusi gli occhi e riposai, sperando che ciò potesse durare per sempre.
Aprii gli occhi, illuminata da una luce gialla e soffusa. Mi trovai distesa su alcuni sanpietrini e mi rialzai lentamente. Qualcuno mi tese una mano. Era notte fonda e non c'era nessuno. Sollevando lo sguardo vidi Loki. Le lacrime inondarono i miei occhi senza che io potessi fermarle. Mi alzai piangendo, ma come se tutto ciò fosse normale. Guardai qualche secondo Loki e mi voltai cercando di capire dove mi trovavo. Davanti a noi c'era una lunga scalinata seguita da un parco con un monumento e la tour Eiffel. Non sapevo se Parigi era davvero così, non ci ero mai stata. "Che ci facciamo qui?" Mi voltai per guardarlo, alzando appena lo sguardo. "Non ne ho la più pallida idea." Loki sembrava tranquillo, e non irrequieto come era suo solito. "Penso tu volessi un addio come si deve." Corrucciai la fronte cercando di capire. "Tu sei morto." "Sì, da 11 minuti e 56 secondi ormai." Sospirò. "Non tornerai questa volta, non è vero?" Scosse la testa. La voce mi morì in gola, nonostante non sentii le lacrime spingere per uscire. "Tu sei tu o sono io?" "Non lo so." Ci voltammo entrambi verso le luci della torre. "Avrei voluto venire a scoprire Midgard con te." Poi mi mise un braccio intorno alle spalle tirandomi a se ed io appoggiai la testa contro il suo costato. "Anche io." Avrei voluto dire. Avrei voluto stringerlo. Avrei voluto rimanere lì, in una dimensione tutt'altro che reale, con un uomo che sembrava non essere colui di cui mi ero innamorata perdutamente. Le luci iniziarono ad alzare la loro luminosità e i palazzi si dissolsero. Un cerchio si stringeva sempre di più intorno a noi, lasciando al suo esterno un bianco candido, anonimo e accecante. Ci voltammo l'uno verso l'altra, stringendo le mani nelle mani. Unimmo le labbra mentre la luce dissolveva i nostri abiti e con essi la carne. Traemmo il respiro l'una dall'altro e, in quel momento, capii che Loki, il dio dell'inganno, figlio degli Jotun, figlio di Asgard, l'uomo che aveva riacceso la vita in me con un amore dirompente e logorante, era l'uomo che avevo davanti. Come fulmini mi attraversarono tutti i ricordi che avevo condiviso con lui e anche il più brutto litigio, la più violenta minaccia, divennero preziosi motivi di malinconia, da costudire con gelosia, che fungevano da promemoria della mia storia d'amore. Salutai l'amore della mia vita tra il dolore e le lacrime prima, tra passione e malinconia dopo, pur sapendo che nemmeno il tempo avrebbe sbiadito un ricordo, curato una ferita.

The apartment  // Loki LaufeysonWhere stories live. Discover now