Capitolo LIII

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Quella mattina mi svegliai tardissimo. Era da quando ero bambina che non riuscivo a dormire fino a tardi senza svegliarmi mai. 1-4-2 dormiva ancora di fianco a me. Decisi che avrei dato una sistemata intanto. Iniziai a raccogliere i cocci di vetro e le cartacce di quelle che sembravano merendine. Mentre finivo di riordinare un po' gli scaffali qualcosa mi cadde in testa. Era parecchio pesante e mi aveva anche fatto male. Il fracasso che aveva fatto schiantandosi poi a terra aveva svegliato anche la mia coinquilina. Sì era tirata su velocemente e in guardia. Mi bloccai davanti alle mensole e mi voltai solo per guardarla. Lei si avvicinò subito e raccolse quella cosa che era caduta. "Che diavolo stai facendo?" Molto impacciata risposi "Stavo riordinando un pochino quando Questa cosa mi è caduta in testa. È tua? Perché io non ho ancora guardato cosa sia." Mi sporsi un po' verso di lei per sbirciare. "Non è nulla di importante. Ora preparati, dobbiamo andare al lavoro. Ah, e grazie per aver provato a riordinare." Sorrisi impacciatamente. Mi preparai e uscii con lei dirigendomi verso l'ascensore. Scendemmo solo fino al primo piano. "Che dobbiamo fare qui?" Lei mi guardò sorridendo. Era parecchio più bassa di me. "Non vorrai mica andare in giro con quella roba vero? Come fai a combattere?" Iniziai a guardare i miei abiti in cerca di qualcosa che non andasse. "Che ho che non va?" Lei mi precedette e aprì la porta, senza rispondermi. Dentro quella stanza c'erano ammassi di vestiti che sembravano parecchio sporchi, eppure non c'era alcun cattivo odore, anzi, sembrava di entrare in una lavanderia. Rovistando un po' trovai una canottiera nera con il collo alto e un paio di pantaloni molto morbidi, simili ai cargo che indossavo. Sotto la canottiera indossai una di quelle canottiere di 1-4-2 che erano corazzate per proteggermi. Prima di uscire la mia compagna mi legò i capelli in due trecce attaccate alla testa. "Sei perfetta straniera." Sorrisi timidamente e poi la seguii. Mentre volavamo in giro sopra quella discarica gigante iniziammo a parlare del più e del meno. "Senti 1-4-2, non è che ultimamente è arrivata gente qui?" Era il momento di darsi una mossa. Lei rise. "Arriva gente tutti i giorni qui. Anche mentre parliamo stanno arrivando persone." Pensai subito a ciò che avrebbe potuto fare Loki se si fosse trovato qui, in maniera da poterlo rintracciare meglio. "Sì ma qualcuno riuscirà a entrare nelle grazie del gran maestro." "Certo, è un tipo molto... aperto." Ci avevo azzeccato. "E qualcuno è arrivato a palazzo di recente?" Lei pensò per qualche secondo. "Effettivamente settimana scorsa un tipo strano che non avevo mai visto era ad una festa." Settimana scorsa? Io ero qui da due giorni. Avevo dormito per una settimana? "Cerchi qualcuno straniera?" La sua domanda mi distrasse dai miei pensieri. "Effettivamente sono arrivata qui con altre due persone, credo." "Questa sera allora ti accompagnerò alla festa del Gran Maestro così potrai dare un'occhiata in giro." Sorrisi e poi continuammo a chiacchierare. Quel giorno non riuscimmo a catturare nessuno, in compenso trovammo una specie di magazzino con delle armi e parecchi rifornimenti. Mentre tornavamo in quel palazzo dove tutti abitavano. "Potresti andare tu dal Gran Maestro per il rapporto? Io potrei svenire se non mangio qualcosa." Annuii gentilmente anche se controvoglia. Arrivai nella stanza dove ero stata il giorno primo. "Heyyyy..." si voltò verso la donna alle sue spalle credendo che non lo sentissi. "Come ha detto di chiamarsi?" "Heather White" "E viene da?" "Pianeta terra." Annuì. "Terrestre!" Perché nessuno poteva imparare il mio nome qui? Lasciamo stare. "Ecco il rapporto di oggi." "Sono lusingato. Non è adorabile? Quel faccino così carino, un corpo così fluido." Si stava rivolgendo di nuovo alla donna. "Sì, vabbè, posso farle una domanda?" "Tutto quello che vuoi tesoro." "Di recente è arrivato qualcuno qui?" "Tutti i giorni arrivano persone dolcezza." Roteai gli occhi e me ne andai. Quando le porte si chiusero nuovamente dietro di me finalmente mi tolsi quello stupido sorriso da ebete. Camminai lentamente lungo il corridoio per arrivare al l'ascensore. Passarono alcuni minuti prima che mi rendessi conto di aver sbagliato strada. Sentii dei passi. "Scusi, potrebbe indicarmi dove si trova l'ascensore?" Quando iniziai a parlare e muovermi verso i rumori i passi si bloccarono. Arrivata sul punto non c'era più nessuno. Riuscii a scorgere solo una testa corvina prima di voltarmi nuovamente. Raggiunsi da sola l'ascensore. Era la prima volta che ero così disorientata. Tornata nell'appartamento 1-4-2 era appena uscita dalla doccia e stava tracannando una bottiglia di birra. Mi lavai anche io e poi indossai i vecchi abiti. Poi uscii con lei e, con la sua navicella andammo all'arena. C'era un posto riservato agli amici del Gran Maestro, lei mi disse che se chi cercavo era riuscito a entrare nelle sue grazie si trovava sicuramente lì. Scesi velocemente e entrai in una grande sala gialla con una vetrata enorme che dava su quella che sembrava l'arena. Iniziai a camminare tra la gente ammassata e le cameriere. Erano tutti molto eleganti e gli abiti erano molto colorati. Raggiunsi il divanetto davanti al quale stava il Gran Maestro. Non vidi nessuno. Sconsolata mi diressi verso l'uscita. Mentre camminavo tra la folla qualcuno mi afferrò un braccio. "Chi abbiamo qui?" Un alieno con la pelle verde mi stava trattenendo. "Mi lasci andare la prego." Cercai di essere gentile. Provai a strattonare via il braccio ma la sua mano era talmente grossa che avrebbe potuto comodamente circondare il mio collo. "Non vai da nessuna parte. Perché non balli un po' con me." Si avvicinò a me. A quel punto ne approfittai. Con una gamba colpii il suo ginocchio nel punto giusto, facendolo cadere su di esso. Appoggiai la mano libera sulla sua spalla e lo spinsi verso la gamba ancora alzata, facendolo genere di dolore. "Non osare toccarmi mai più lurido verme." Me ne andai. Arrivata davanti alla porta, però, essa si aprì prima che potessi schiacciare l'interruttore. Dall' altra parte si palesava una figura poco più alta di me, la testa corvina che avevo visto quella sera. Loki. Chi poteva essere se non lui? "Quindi sei qui." Cercai di sembrare il più neutrale possibile. Lui venne verso di me. "Stai bene." Poi mi abbracciò forte, tanto da togliermi il fiato. Ricambiai. "Che ci fai tu qui?" Lo colpii sulla schiena facendolo alzare. "Idiota. Cercavo te! Cosa credi che potrei fare qui? Godermi lo spettacolo?" Continuava a fissarmi negli occhi in cerca del sentimento che non avrebbe di certo trovato. "Dove è Thor?" Questa volta il suo sguardo era annoiato. "Credevo fosse con te. Quando vi ho visti l'ultima volta eravate a pochi metri di distanza l'uno dall'altra appena fuori dal raggio del Bifrost." Aspetta un secondo. Non era Loki quello vicino a me? Significa che... non era stato lui a baciarmi. Involontariamente una mia mano si era alzata verso il mio volto. Come me ne accorsi la ritirai subito. Prima che potessi rendermene conto Loki mi stava trascinando verso il vetro. Prese un bicchiere per me e uno per lui e si posizionò subito dopo il divano. Lo scontro iniziò. Velocemente corsi verso la parete e fissai la sabbia. Un uomo biondo, alto e muscoloso entrò per primo. Il Gran Maestro lo annunciò come "lo zio del tuono". Ci misi poco a capire che si trattava di Thor. Quindi quel giorno era lui ad essere stato catturato da 1-4-2. L'ologramma gigante del maestro annunciò anche il secondo campione. La folla iniziò ad agitarsi e gas verso furono lanciati in aria. La seconda porta si squarciò completamente e ne uscì... Hulk? Che cosa diavolo ci faceva lui qui? Dopo che era scappato con il queen jet avevamo perso le sue tracce grazie alla modalità invisibile ma non credevamo potesse arrivare fino qui. Come diavolo era possibile? Loki era completamente sbiancato. "Devo andarmene da questo pianeta." Era tutto ciò che era riuscito a dire prima di voltarsi per svignarsela. Allungai un passo per seguirlo quando lo vidi tornare indietro. Il Gran Maestro gli si era palesate davanti. "Loki... e c'è anche la straniera! Che serata fantastica!" Con lo sguardo Loki mi disse di sedermi di fianco a lui. Era parecchio teso. Appoggiava il mento su uno dei suoi pugni chiusi appoggiandosi al suo ginocchio. Mentre Thor continuava a strillare guardandoci e il Maestro fissava Loki con sguardo stranito io stavo pensando ad un buon modo per uscire vivi di lì. Lo scontro iniziò.

The apartment  // Loki LaufeysonWhere stories live. Discover now