Capitolo LXXIII

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Avevamo diviso il popolo in tre gruppi. Chiunque fosse in grado di combattere stava all'esterno mentre bambini, anziani e le donne più deboli stavano al centro, protette dagli altri. La parete scomparve e noi uscimmo, una squadra alla volta, verso la sala macchine. La nave era ferma. Che i motori fossero stati distrutti? Davanti a tutti noi si trovava Thor, mentre io, Valchiria e Korg guidavamo un gruppo a testa. Partì Korg, con un gruppo molto forte, poi Valchiria con i più deboli ed infine io, con altri forti. Per il momento sembrava tutto tranquillo. Prima di partire decisi di slacciarmi quel laccio emostatico sopra la coscia. Vidi la ferita riempirsi di sangue e tornare a poco a poco normale. Provai ad appoggiare la gamba. Faceva male, ma potevo sopportarlo. Il gruppo di Valchiria partì e rimanemmo nella mensa soli con Bruce. Sentimmo degli spari. Vidi le persone agitarsi e dovetti calmare tutti. Materializzai due pugnali e andai. All'esterno si sentivano vari rumori. I passi in marcia delle truppe, gli irrigatori antincendio, spari e grida. Le madri tenevano i bambini avvolti in fagotti per coprire loro gli occhi. Una lampada cadde a pochi metri da noi e sentii alcuni passi affrettarsi. "Dobbiamo sbrigarci." Mancavano due corridoi alla sala macchine. Sentii alcuni spari e delle urla. "Correte." Gli asgardiani iniziarono a correre ammassati l'un l'altro verso la direzione che sembrava loro più giusta. Bruce si preparò e io mi misi in posizione. Arrivarono in sei. Corsi verso di lui mentre di fianco a me Hulk veniva fuori. Mi avventai su uno di loro mentre gli altri cercavano di abbattere Hulk. Con poche mosse lo misi fuori gioco. Afferrai un'altro di loro e gli tagliai la gola senza che nemmeno se ne accorgesse. Mi accorsi appena in tempo del colpo di blaster che colpì di striscio la mia spalla. Hulk prontamente afferrò il mio feritore e lo lanciò a me. Nel mezzo della sua traiettoria il suo ventre venne aperto dal mio pugnale e il suo collo sì distrusse all'impatto con il muro di ferro. Gli altri due erano già morti per mano di Hulk. "Ok. Hulk!" Lo richiamai in fretta, percepivo la sua agitazione. "Vai! Uccidi tutti i soldatini che trovi, ma non Loki. Lui è mio." Pronunciai le ultime parole con tanta cattiveria da incutere timore perfino a me. Lui sparì lasciandosi alle spalle l'eco dei suoi ruggiti. Iniziai a correre. Dopo qualche secondo sentii la campana che indicava la partenza di una capsula di salvataggio. Continuai a correre e fornire informazioni a tutti gli asgardiani. Un'altra campana. Ogni volta il mio cuore si alleggeriva sapendo in salvo quelle persone innocenti. Poco dopo aver aiutato una madre e suo figlio sentii un rumore, lo stridio di una freccia, ma non mi voltai abbastanza in fretta e fui colpita. Si conficcò nella carne, lontana dall'osso. Non era propriamente una freccia ma piuttosto una lunga scheggia di vetro. Sentii altri rumori e mi voltai materializzando uno scudo di medie dimensioni per proteggermi. Vidi il vetro cadere ai miei piedi e estrassi finalmente quel dardo dal mio braccio. Alzai lo sguardo. Davanti a me c'era un altro alieno, diverso dal primo. Camminava in posizione eretta con le mani dietro la schiena e uno sguardo impassibile. Indossava una tunica nera e pochi capelli bianchi coprivano la sua nuca. Sulle sue tempie capeggiavano dei segni simili a crateri o scottature che ricordavano quelli dell'elettroshock terapeutico. Un tonfo metallico mi fece voltare. Dietro di me si trovava una donna con capelli neri e due corna che spuntavano dai lati della testa. Aloni scuri coprivano l'area della fronte e degli occhi e un'armatura proteggeva il suo forte corpo. "È inutile Fauce, non sprecare la tua magia." Disse lei. Una camminando e l'altro fluttuando, i due si avvicinarono di poco prima che il mio scudo sparisse e nelle mie mani sì materializzassero due lunghe spade. La prima sguainò una specie di giavellotto mentre il secondo creò altre lunghe schegge di vetro. Affondai cercando di colpire una e tagliare l'altro ma i due si scambiarono di posto, facendomi sbilanciare e colpire a vuoto. Saltai allora su di lei e atterrando sul bastone, che lei spinse dandomi lo slancio giusto per arrivare dietro "Fauce". Lo colpii con l'elsa sulla nuca, facendolo cadere a terra. La compagna lo superò e ruotò la stecca. Filamenti di elettricità iniziarono a passare intorno alla punta di ferro. Mi voltai un secondo e mi accorsi della presenza di due figure, in lontananza, che si avvicinavano lentamente. Un uomo viola della stessa misura di Hulk e l'inconfondibile capigliatura nera corvino di Loki. Errore fatale. La donna prese la rincorsa e mi spinse violentemente indietro facendomi sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno, di roccioso. Un gigantesco dinosauro che reggeva un martello realizzato da vari pezzi di metallo mi afferrò per lanciarmi. Prontamente tagliai una delle tre dita, riuscendo così a liberarmi. Loki e il gigante viola erano a debita distanza ma pur sempre vicini, quasi come per osservare la scena. Iniziai a camminare con passo spedito verso di loro e in pochi secondi mi mancava una decina di metri per arrivare a loro. Poco prima che il martello/braccio meccanico di quel fossile in vita mi afferrasse riuscii a vedere l'uomo viola mostrare appena un guanto d'oro con una pietra viola sopra esso. Atterrai ruzzolando poco prima della parete. Prima che riuscissi ad alzarmi un colpo secco mi arrivò in faccia, facendo scendere a fiotti il sangue dal mio naso dolorante. Scossi la testa per mandare via quelle macchie sul mio campo visivo e rotolai di fianco evitando che la lancia di quell'arpia mi trapassasse il petto. Con la spada tagliai i suoi stinchi facendola cadere in ginocchio. Mi sedetti sopra di lei ma ancora prima di iniziare a colpirla un forte colpo mi fece ruzzolare nel centro della sala, a poco più di qualche metro da Loki. Mi sollevai sul gomito e sputai a terra il sangue che giaceva tra le mie labbra. Guardai Loki, prima di alzarmi, per scoprire che aveva paura di incrociare il mio sguardo. Con un grugnito di fatica mi sollevai e notai i due alieni che camminavano verso di me. Lì vedi abbastanza lontani, perciò cominciai a camminare verso Loki. Sparirono le spade e due pugnali uguali ai suoi presero il loro posto. Sentii dei tonfi dietro di me e capii che dovevo sbrigarmi. Iniziai a correre verso di lui ma, quasi davanti a lui, una mina elettrica mi colpì sulla schiena facendomi bloccare e stramazzare a terra. Un mio pugnale cadde a qualche centimetro dai suoi piedi. La donna mi trascino per un piede e mi fece voltare. Iniziò a colpirmi sul ventre e sul volto. Sentii delle parole e vidi Loki parlare con il gigante. "Credo che possa bastare." Disse lui proprio pochi istanti prima che lei mi colpisse con la lama. Nonostante la quantità di colpi il mio viso non era tumefatto ma solo ricco di tagli. Mi sentii sollevare per le braccia. Cercai di sostenermi un po' con le gambe. Mi portarono davanti a lui. Sentivo le mie forze abbandonarmi e tenevo la testa bassa. Un grossa mano afferrò i capelli raccolti e li strattonò fino a sollevare la mia testa. Dovetti guardare in alto per riuscire a vedere il suo enorme mento pronunciato e il volto di colui che sembrava orchestrare questa invasione. Fece un ghigno che mi provocò un enorme disgusto. Strinsi gli occhi accecata dal led appena coperto dal suo cranio viola. "Tenace e coraggiosa" iniziò lui "Proprio come la mia bambina." A quelle parole una risata troppo spontanea er essere trattenuta uscì dalla mia gola. "L'hai rapita? Oppure presa in sposa? Non riesco nemmeno a immaginare la disperazione della poveretta che ti ha amato a tal punto da donarti un figlio." Scorsi Loki per un istante. Sembrava un bambino impaurito che si rifiutava di accettare le conseguenze delle sue azioni. Poi fui colpita da una manata tanto forte da non permettere alle guardie di sostenermi a oltranza. Caddi sulle ginocchia cercando di alzarmi con le mie deboli braccia tremanti. Le guardie mi afferrarono di nuovo, cercando di rimediare alla loro mancanza. Collegai tutto. Sputai a terra il sangue nella mia bocca. "È lui. Non è così, Loki?" Il titano si voltò verso di lui cercando di capire di cosa stessi parlando. "Sì, non sbaglio mai." Sorrisi sarcasticamente, mostrando i denti sporchi di sangue. "Sei Thanos."

The apartment  // Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora