Capitolo L

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Aprii gli occhi quando sentii una mano spostarmi una ciocca di capelli. Loki era davanti a me. Era apparso così dal nulla. Non mi spaventai, ci avevo fatto l'abitudine ormai. Mi sorrise quasi malinconicamente accarezzandomi una guancia. Tolsi definitivamente la salvietta dalla testa e mi allungai per arrivare alle sue labbra. Caddi nel vuoto, o quasi. Loki si abbassò e mi prese come un sacco di patate. Ci misi un po' a capire dove ero perché avevo chiuso gli occhi. Picchiai leggermente la fronte sui fasci di muscoli della sua schiena prima di "alzare" lo sguardo. Vidi il suo fondoschiena coperto solamente da un paio di mutande e, in secondo piano, il pavimento. Le sue mani mi stringevano le cosce per non farmi cadere mentre con le braccia stringeva i miei polpacci. Cercai di sollevarmi appoggiandomi alla sua schiena ma fu tutto inutile. "Mettimi giù!" Mi ignorò completamente. Poi tutto ruotò nuovamente e mi trovai sdraiata sul letto. Chiusi gli occhi per cercare di trovare un equilibrio. Loki si sdraiò vicino a me facendo muovere tutto il letto. "Si può sapere che ti prende ora?" Continuava a guardarmi. Si alzò leggere sorreggendosi su un gomito per potersi mettere sul fianco e piegarsi su di me. Avvicinai il suo volto al mio per guardare nei suoi occhi. Nonostante fosse notte fonda la chiara luce della luna illuminava tutto. Aspettavo quel momento. Mi baciò appassionatamente poggiando le sue mani dietro al mio collo. Lo tirai ancora più vicino. Talmente tanto che dovette togliere la mano da me per sorreggersi così da non schiacciarmi. Passai una mano sul suo petto forte e asciutto allo stesso tempo. Come avevo detto non volevo finire la serata così, quindi iniziai a provocarlo. Ma Loki non è il tipo paziente e ingenuo che si deve far ripetere le cose due volte, lo sapete. Iniziò a spogliarmi dei pochi indumenti che avevo indosso. In pochi secondi eravamo entrambi nudi. Senza mai staccarsi dalle mie labbra Loki entrò in me e iniziò a spingere. Forse ho omesso un paio di cose. Facciamo un passo indietro. Appena dopo essermi licenziata avevo intrapreso una breve relazione con un mio collega. Era stata la prima (e unica) relazione dopo Loki. Era finita per il mio senso di colpa. Se prima, grazie alla foga e all'eccitazione del momento, Loki si era scordato questo particolare, ora sembrava essere l'unica cosa di cui gli importava. Si staccò dalle mie labbra e iniziò a lasciarmi piccoli succhiotti sul collo e sulle spalle. Percorse ogni centimetro del mio corpo con il suo tocco gelido, facendomi rabbrividire ad ogni contatto. Improvvisamente si alzò bloccandosi. Rimase a fissarmi per alcuni istanti, poi sorrise. Non un sorriso malinconico, ma il suo sorriso, quello felice che nasconde una nota di malizia. Spostò i capelli dal mio viso e scese lentamente verso il basso. Entrò nuovamente in me e strinse le mani intorno al mio collo, senza farmi male. Conficcai le unghie nei suoi avambracci. La stanza risuonava dei nostri gemiti. Se, inizialmente, cercammo di darci un contegno, ora non ci importava più di nulla. Loki allentò leggermente la presa sul mio collo e io ne approfittai per tirarlo verso di me. Lo buttai sul letto e salii a cavalcioni sopra di lui. Non era la prima volta in cui a dirigere ero io ma con lui era diverso, molto diverso. Appoggiai una mano sul suo petto, a sinistra, alzai leggermente lo sguardo come se mi fossi scordata cosa dovessi fare. Iniziai a sentirmi piccola e impotente, sarei voluta scomparire. Per sottrarmi a quella situazione imbarazzante lo baciai e mi voltai capovolgendo nuovamente la situazione. Lui sembrò capire cosa fosse successo e ignorò completamente l'accaduto. Ricominciò a spingere dentro di me con molta foga. Strinse le mani sui miei fianchi, impedendomi di muovermi in qualsiasi direzione. Ecco quale era il suo scopo. Voleva che io capissi che ero solo sua, che nessun altro poteva sfiorarmi e, soprattutto, che aveva pieno controllo su di me. Sapevo anche che mi sarei divertita a dimostrargli il contrario. Poco dopo giungemmo all'apice dell'orgasmo e crollammo uno sopra l'altra. Caddi in un sonno profondo mentre lui mi teneva stretta a se.
Loki
Mi svegliai parecchio indolenzito. Ero quasi certo di aver perso un braccio dato che non lo sentivo più. Mi voltai lentamente per sfilarlo da sotto la sua testa. Heather dormiva ancora beata come una bambina. Adoravo guardarla dormire, quando era completamente rilassata e senza alcuna preoccupazione. Ovviamente c'erano anche altri momenti in cui era parecchio rilassata, ma quella è un'altra storia. Andai a farmi una doccia. Rimasi sotto l'acqua per parecchio tempo. Dovevo lavare bene il sangue dalle mie braccia. Da quando il suo potere si era amplificato ed era diventata più forte riusciva sempre a tagliarmi. Sapevo che si dispiaceva spesso per questo ma a me piaceva avere i suoi segni addosso. Uscii dalla doccia dopo essermi lavato e avvolsi i capelli in una salvietta. Indossai una salvietta intorno al bacino per coprirmi e mi diressi verso la camera per prendere dei vestiti. Lei sembrava dormire ancora. Iniziai a rovistare trai gli abiti spostandoli svogliatamente. Sentii un rumore strano, come un tasto metallico. Mi voltai di scatto. Heather era sveglia e teneva quell'aggeggio di ferro tra le mani mentre rideva silenziosamente. "Esilarante". Camminai verso di lei cercando di essere minaccioso quel poco che serviva per farla spaventare. Mi arrampicai sul letto cercando di afferrare quella cosa mentre lei si allungava sempre di più per impedirmi di afferrarlo. Allungò un braccio sopra la mia testa e abbassò la salvietta per scappare. Riuscì a spostarmi da lei e iniziò a correre per la stanza. Si fermò dal lato opposto del letto e alzò le mani in segno di resa. Vidi un immagine che ritraeva me di spalle, davanti all'armadio mentre cercavo i vestiti adatti. Poi l'immagine sparì e diventò nera. "Come farai a cancellarla se lo schermo è bloccato?" Cercava di imitare il mio sorriso sadico. Ogni volta che mi muovevo verso di lei andava nella direzione opposta. Tornai serio e composto. "Vestiti. Dobbiamo andare." Anche lei tornò seria e iniziò a prepararsi. Indossò i suoi abiti terrestri con il lungo cappotto. Anche io ero vestito di nero, indossavo un completo con giacca e cravatta. Come al solito lei era già pronta e mi stava aspettando davanti alla porta. Batteva freneticamente il piede sul pavimento. Sembrava quasi preoccupata. "Qualcosa ti turba?" Le chiesi. "No. Cioè, sì. Io... vado a trovare gli altri. Nat è in città insieme a Steve e Clint." La guardai perplesso. Sentivo una sensazione montarmi dentro ma non volevo fare casini. "Va bene, non c'è alcun problema." Improvvisai un sorriso tirato e mi diressi verso la porta, abbassai la maniglia e mi voltai per vedere se Heather mi seguiva. Rimase lì impalata con lo sguardo basso e le guance rosse. "Ecco... si vede?" Alzò la testa allungando il collo. Scrutai con attenzione. "Cosa dovrei vedere di preciso?" Lei si allungò e chiuse la porta. "Dannazione lo sai cosa! I segni." Oh. Ora avevo capito a cosa si riferiva. Non riuscii a trattenere il sorrisetto malizioso che si increspò sulle mie labbra e mi avvicinai prendendole il volto tra le mani. La baciai delicatamente ma con furore.  Quando mi staccai dalle sue labbra lei mi fissava confusa. Passai un pollice sul suo labbro inferiore mentre lei mi guardava come si guarda un Dio. Hey ma aspettate, io sono un Dio. Comunque. Le lasciai un altro bacio, stavolta sulla fronte e la trascinai dietro di me. "Non si nota nulla." Era divertente trascinarla in giro dato che ero più veloce di lei. Arrivati al Bifrost infatti aveva il fiatone. Mio fratello ci attendeva con aria annoiata vestito come uno straccione midgardiano e con un ombrello. "Molto decoroso, fratello." Cercavo sempre di provocarlo. "Almeno sono in orario." Mi posizionai davanti al guardiano, Thor vicino a me e Heather che mi strizzava una mano. Anche se non dava per niente a vedere il suo terrore riuscivo a percepirlo e tastarlo. La avvicinai a me e feci un cenno al guardiano. Lei strizzò gli occhi e appoggiò una mano sul mio petto.

The apartment  // Loki LaufeysonHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin