Capitolo IV

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Rimasi seduta sul pavimento per qualche ora poi andai a dormire. Il giorno seguente mi svegliai di soprassalto dopo un urlo. Corsi verso la porta e provai ad aprire ma era chiusa a chiave. Mi lanciai contro di essa ma mi feci solo male. Urlai a Loki di aprirmi ma non rispose nessuno. Allora mi venne in mente di avere un set per scassinare le porte in camera,(ormai avrete capito che non sto bene) così corsi a prenderlo. Iniziai in fretta e furia a lavorare. Mentre facevo scattare l'ultimo colpo per aprire la porta sentii un tonfo metallico. "Loki!" Urlai. Poi mi precipitai in cucina. Era un vero scempio: i cassetti e le ante erano completamente vuotate di tutto ciò che contenevano. Per terra c'erano posate, cocci di vetro e ceramica e confezioni di cibo. Mi spostai nel salotto e tutti i divani e le poltrone erano ribaltati senza più i cuscini. Poi vidi una goccia di sangue. Panico. Tornai in cucina e mi diressi verso il corridoio di Loki. Vidi altro sangue. Non potevo assolutamente lasciarlo morire. Era il nostro unico testimone. Senza di lui non saremmo mai stati in grado di recuperare il tesseract. Inciampai su un piatto ancora intatto. Nel rialzarmi mi accorsi che la porta principale era scheggiata e graffiata. Anche lì c'era del sangue ma era palese che fosse per l'accanimento che lo aveva portato a graffiare così la porta. Sentii un rumore. Capii che la porta di Loki non era chiusa. Era fatta. Ora dovevo solo correre. Mi affrettai e sul pavimento del corridoio c'erano ancora macchie di sangue. Entrai nel bagno e vidi che le bende erano ancora al loro posto e tutto era intatto. Poi andai verso la sua stanza. Sentii come un singhiozzo soffocato quindi aprii la porta lentamente. Ciò che vidi mi lasciò sconcertata. La camera era un vero scempio: le finestre erano rimaste chiuse dal suo arrivo, le tapparelle calate, il pavimento sporco, il letto sfatto e la libreria che doveva essere piena di bei libri era vuota, completamente. Davanti al letto c'era lui. Si teneva la mano insanguinata. Lo chiamai. Sembrava non essersi accorto della mia presenza. Si affrettò ad asciugare le lacrime che gli rigavano le guance. Si voltò verso di me con gli occhi ancora rossi. "Che cosa hai da guardare midgardiana? Stupita di vedere il Dio dell'inganno conciato così? Tranquilla non sei l'unica ad essere delusa" "finiscila, alzati e vieni con me." "Per fare cosa? Deridermi? Farmi riordinare il mio macello?" "Per aiutarti". Finalmente il suo stupido sorriso svanì e si alzò in piedi. Presi una scopa e spostai tutto ai lati, in maniera che non si facesse male. Poi si sedette al tavolo. Andai a prendere il kit di pronto soccorso nel suo bagno. Arrivata in cucina mi sedetti vicino a lui e iniziai a pulire a medicare la ferita. Guardai Loki "con che coltello ti sei tagliato?" "Quello più piccolo che stava dentro al ceppo di legno" "dove sta?" "L'ho portato nella mia camera". Andai a prenderlo e lo buttai nel lavandino, poi mi chinai, aprii il freezer e presi del ghiaccio lo avvolsi in uno straccio e lo appoggiai sulla sua mano. Lui si spaventò a morte e scattò in piedi "sei forse impazzita donna? Tienilo lontano da me" "calmati, serve per alleviare il dolore e anestetizzare. Credi di poter sopportare una sutura senza alcun tipo di anestesia?" "Sutura? È solo un taglio passerà presto" "stammi a sentire se la ferita rimarrà al caldo potrebbe fare infezione e potresti perdere la mano" "sono un asgardiano, sono un Dio! Di certo non mi scalfisce un qualche batterio" "fa come vuoi". Rimisi il ghiaccio a posto e iniziai a sistemare quel macello. Dopo un'ora Loki tornò dalla sua stanza "senti potresti passarmelo?" "Cosa?" "Il ghiaccio dannazione" presi il ghiaccio e glielo porsi. Dopo pochi secondi vidi una sfumatura blu sulla sua mano che si diffuse velocemente. Mi spaventai a morte e mi allontanai prendendo un coltello da terra per difendermi. Lui mi guardò e disse "ecco ora sai tutto quello che c'è da sapere su di me" poi si voltò e fece per andarsene "fermo" stranamente mi ascoltò e si fermò. Lo invitai a sedersi e senza che gli dicessi nulla mi raccontò la sua storia. Se non fossi stata infuriata con lui per la sera prima e per come aveva ridotto casa, probabilmente mi sarei commossa. Al posto mio pianse lui. Una o due lacrime niente di che, tranquilli. Istintivamente gliele asciugai con la mano. Lui mi guardò imperterrito. Sentii la mano bruciare, probabilmente per le ustioni dovute al freddo della sua pelle. "Oddio perdonami. È stato istintivo, non volevo..." mi affrettai a dire "non preoccuparti" mi rispose e  fece un sorriso triste. Poi si alzò e mi aiutò a pulire la cucina. La giornata passò velocemente. In casa non volava una mosca. Per la prima volta non mi sentii a disagio con lui. Per la prima volta, dopo tanto tempo, non stavo male.

The apartment  // Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora