Capitolo LV

134 7 0
                                    

Lentamente appoggiai una mano sulla sua. Non sapevo che reazione avrebbe avuto in lui, speravo che lo avrebbe totalmente ignorato. Con uno scatto Loki afferrò il fianco sul quale appoggiavo e lo strattonò, facendomi cadere con la schiena sul materasso. Ovviamente non la reazione che avrei voluto. Si sosteneva con le braccia, una per lato. Sollevò una mano per spostare i capelli che avevo sul viso. Cercai di rimanere impassibile. Con il dorso di due dita mi accarezzò una guancia e poi si piegò, inclinando leggermente la testa, per baciarmi. Velocemente divisi i nostri volti appoggiando il palmo di una mia mano sulle sue labbra. Lui aprì gli occhi e continuò a fissarmi. Spostò la mia mano dalla sua bocca baciandola lievemente. Continuò a risalire lungo il mio braccio fino ad arrivare alle clavicole, al collo, alla mandibola e infine alle mie labbra. Si fermò nuovamente. Sussurrai un vaffanculo e afferrai il suo volto rudemente. Senza rendermene conto lo feci cadere su letto e salii sopra di lui. Gli tolsi la maglia e la lanciai lontano, lo stesso fece lui. Sì tolse anche i pantaloni e mi sfilò il reggiseno. Appoggiai entrambe le mani sul suo petto e buttai la testa indietro. Con le sue mani percorse tutto il mio corpo fino a giungere ai miei fianchi. Li afferrò con decisione ma delicatamente e mi spostò più in basso, sul suo pacco. Mi guardò sorridendo, con la lussuria negli occhi. Iniziai a muovermi, per provocarlo. Loki non resistette più. Afferrò il mio collo e mi trascinò giù, verso di lui. Poi si voltò capovolgendo la situazione. E anche questa occasione era sfumata. In un istante eravamo completamente nudi. Lui mi sovrastava con il suo corpo mentre spingeva dentro di me facendomi ansimare. In poco tempo giunse al culmine. Si sdraiò di fianco a me stringendo la mia vita tra le braccia come se fosse un cuscino e baciandomi il fianco destro, dove avevo ciò che rimaneva di un livido. Iniziai ad accarezzare i suoi capelli credendo di addormentarmi poco dopo. "Non riesco a dormire." Si voltò verso di me. "Nemmeno io." Iniziammo a parlare e scherzare del più e del meno, fino a giungere a Hela. Mi spiegò bene ciò che era successo tra lei e suo padre e ciò che probabilmente stava facendo su Asgard. Rimasi interdetta. Presi coraggio e continuai il discorso che stavamo facendo sul divano. "Perché sei scappato? Perché non mi hai cercata?" Loki si staccò da me e, sbuffando, appoggiò la testa sul cuscino, mettendosi alla mia altezza. Fissò il soffitto per alcuni secondi."Heather ti prego..." Mi sollevai sui gomiti. "Voglio sapere perché." Continuando a guardare in alto cominciò a parlare. "Sono qui ormai da due settimane. Credevo fossi morta. Sono entrato nelle grazie del Gran Maestro, ma questo lo hai già capito, giusto? Quando ti ho vista non sapevo cosa fare, quindi, semplicemente, me ne sono andato. Ma ora sei di nuovo qui, questo è ciò che mi importa." Aveva afferrato una mia mano e continuava ad accarezzarne il dorso. Qualcosa nella sua voce non mi convinceva. "E?" Volevo di più. "Cosa vuoi sapere?" "Non è tutto qui, ne sono sicura?" Loki sbuffò. "Ho un piano." Ecco, appunto. Mi lasciai cadere con la faccia sul cuscino. "E in cosa consisterebbe questo piano, sentiamo." La mia voce era completamente bloccata dalla federa e dalle piume. "Non credo sia una buona idea tornare su Asgard. Quella strega ha distrutto l'arma più potente di tutto il regno senza alcuna fatica. Ma qui, qui possiamo risorgere. Questo governo è instabile, il popolo è infelice e rivoltoso. Basta un piccolo incidente per far crollare tutto e ricostruire a proprio piacimento. Posso farlo, possiamo farlo." Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Mi alzai in piedi senza dire una parola. "Che stai facendo?" Loki si era sollevato. "Me ne vado." "Cosa? Perché?" Alzai lo sguardo mentre mi infilavo i pantaloni. "Mio Dio Loki! Non riesci proprio a rendertene conto? Ancora con questa smania per il potere? Dove finirai?" Anche lui ora era in piedi. "Saremo solo io e te Heather. Niente ci separerà più." Raccolsi da terra la sua maglia e gliela lanciai in faccia. "Finché metterai il potere prima delle persone che dici di amare non saremo mai io e te. E non voglio continuare questa farsa. Non più." Mi vestii velocemente e uscii a piedi scalzi dal suo alloggio prima che potesse raggiungermi in qualche modo. Non era ciò che volevo. Non potevo dargliela vinta un'altra volta. Questa continua ricerca del potere faceva male a lui e a me. Sentii gli occhi scaldarsi nel rendermi conto che era finita. Corsi al bar, dove sapevo che avrei trovato 1-4-2, avevo bisogno di una sbronza. La trovai davanti al bancone con una bottiglia mezza vuota in mano, mentre scherzava con tutti. La raggiunsi. "Heeeey" "Hey" le risposi con voce triste. "Che ti succede straniera? Problemi con l'uomo scomparso?" "L'uomo scomparso purtroppo non è più scomparso." Mi sedetti su uno sgabello e appoggiai la testa sui pugni. Sentii un peso sulla testa. "Non muoverti o la mia bottiglia cadrà." Risi leggermente e poi mi alzai in piedi. Strappai la bottiglia dalle sue mani e la bevvi tutta. 1-4-2 iniziò a ridere e poi picchiò con forza una mano sul bancone. "Un'altro per la straniera." Dopo aver finito anche la seconda bottiglia ero in piedi sul bancone a ballare sul ritmo di una strana canzone. Vi rimasi per poco tempo perché poi scivolai e 1-4-2 mi prese al volo, evitando di farmi schiantare con la faccia sul pavimento. Andai a sedermi su una poltrona e mi sdraiai su essa lasciando le gambe a penzoloni. Chiusi gli occhi per qualche secondo. Mi svegliai un'ora e mezza dopo. 1-4-2 non era più lì. Raccolsi il mio cappotto da terra e presi un'altra bottiglia. Stavo per uscire quando trovai la mia collega di lavoro stesa per terra, con la faccia dentro il liquido di una bottiglia rovesciata poco distante. La sollevai di peso e caddi a terra anche io. Lei aprì gli occhi e si sollevò di scatto. "Pronta per il secondo round?" Era super attiva. Con voce stanca e poco lucida risposi. "Come fai ad aver smaltito tutta quella roba? Comunque no, potrei morire se mi scolassi ancora un po' di quella roba." Lei fece spallucce e poi mi sollevò, sorreggendomi con il suo corpo. Proseguimmo qualche metro finché non lo vidi. Loki e una di quelle cameriere mezze nude stavano flirtando spudoratamente vicino all'entrata. Mi staccai da lei. "Eccolo qui, il più grande degli stronzi!" Tutti mi fissavano mentre urlavo a gran voce. "Perché stare con una persona per bene quando potete stare con lui?" La cameriera se ne era andata non appena aveva visto che mi stavo avvicinando. "Fai bene a scappare! Nessuno vorrebbe essere mai considerato meno del proprio desiderio di potere!" Avevo spostato lo sguardo dalla ragazza a lui. Mi stavo dirigendo nella sua direzione. Fortunatamente 1-4-2 mi afferrò per un braccio e mi bloccò. Mi portò verso l'uscita cercando di tenermi il più lontano possibile da Loki. Quando fummo abbastanza allineati dal poterci guardare perfettamente negli occhi mi rivolsi nuovamente a lui, questa volta sotto voce. "E guarda che ti sei perso, idiota." Volevo fare qualcosa che gli avrebbe fatto perdere completamente il senso della ragione. Senza pensarci due volte presi la maglia e la sfilai con un movimento deciso,
rimanendo in reggiseno. Poco prima 1-4-2 mi aveva lasciato un succhiotto sulla clavicola destra, mentre eravamo completamente ubriache. A quel punto Loki perse completamente il controllo. Si avvicinò a me e appoggiò la mano sulla mia fronte. Caddi in una specie di paralisi, in cui il mio corpo dormiva ma io ero cosciente e consapevole di tutto ciò che stava succedendo. Sentii tutti i muscoli rilassarsi. Mi preparai all'impatto con il pavimento. Con mia grande sorpresa però, qualcuno mi prese al volo, un braccio sotto la schiena e uno sotto le ginocchia. Lo sentii parlare senza capire cosa stesse dicendo. Iniziò a muoversi. Sentii il campanello dell'ascensore suonare. Non sapevo se mi stesse portando da lui, speravo di no, non volevo averci a che fare. Nonostante fossi ancora ubriaca fradicia mi ero resa conto di quanto fosse stato stupido fare quella cosa. Si fermò nuovamente. Un suono metallico e poi si mosse di nuovo, questa volta in orizzontale. Mi appoggiò su una superficie dura. Avevo la certezza di non essere da lui. Sentii la voce di 1-4-2 e poi i suoi passi che si facevano sempre più lontani. Una mano fredda mi spostò i capelli dal viso e mi sollevò la testa per metterci un cuscino sotto. Scese più in basso e mi tolse la maglietta che nel frattempo mi era stata appoggiata sul petto per coprirmi. Scese ancora più in basso e mi sfilò i pantaloni. Infine un leggero lenzuolo mi coprì e scivolai nel sonno mentre sentivo i suoi passi allontanarsi.

The apartment  // Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora