Capitolo LXI

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Sentii qualcosa cadere e mi svegliai. Ero stesa in obliquo lungo il letto. Loki aveva una guancia appoggiata sul mio fianco sinistro mentre con le braccia stringeva la mia vita come un cuscino. Avvolgeva le mie gambe con le sue. Cercai di alzarmi senza svegliarlo con scarsi risultati. Dopo aver spostato un suo braccio lui rinvenì. "Dove stai andando?" Gli accarezzai i capelli mentre si girava per baciarmi il fianco dove era appoggiato. Si alzò lentamente e si allungò verso le mie labbra. Dopo avermi stampato un delicato bacio sulla fronte si alzò da me stiracchiandosi. Indossava i pantaloni della sera prima senza maglia. Anche io mi alzai lentamente e andai in bagno a lavarmi. Finito di farmi la "doccia" uscii dalla stanza con i capelli ancora bagnati. Loki mi aspettava sul letto. Appoggiai la salvietta con cui mi stavo asciugando sulla specchiera e mi avvicinai all'armadio per vestirmi. Indossai un paio di mutande e la maglia del giorno prima, era talmente grande che arrivava quasi a metà coscia. Provai ad infilare anche i pantaloni ma mi caddero, erano troppo larghi per me. "Non c'è altro?" Lui sorrise e uscì. Qualche minuto dopo tornò con vestiti puliti e più adatti a me. Indossai tutto e mi avvicinai alla porta. Stavo per schiacciare il pulsante quando Loki si sovrappose ad esso. Lo guardai esterrefatta. Che stava facendo? "Puoi spostarti?" "Vuoi uscire." "Sì, esattamente." "Dovresti riposare ancora un po'. Ti sei appena ripresa." Appoggiò una mano sulla mia spalla come per riaccompagnarmi a sedere. "Voglio uscire." Arretrai di qualche passo per girargli attorno. Riuscii a schiacciare il pulsante ma appena messo un piede fuori dalla porta Loki mi afferrò nuovamente e mi tirò dentro. "Non puoi uscire. Sei troppo debole." Mi scansai di nuovo in maniera che mollasse il mio braccio. "Debole? Hai visto che ho appena fatto?" "Ti sei appena svegliata." Cercava di rimanere il più freddo possibile. Ero stufa di questa pantomima. Gli diedi due pacche sulla spalla e uscii. Il corridoio era stretto, formato da porte uguali tra loro. Guardai un'ultima volta Loki mentre la porta si richiudeva. Proseguii lentamente, cercando di orientarmi inutilmente. Dopo aver girato a zonzo per parecchio tempo riuscii ad arrivare in una grande sala. Al suo interno vi erano gruppetti di cittadini che se ne stavano rannicchiati vicini e in disparte gli uni dagli altri. Sembravano i senzatetto della Terra. Rimasi ad osservare lo scenario quasi surreale finché qualcuno non mi afferrò i fianchi tirandomi leggermente indietro. Nonostante sapessi che fosse Loki con un gomito colpii una spalla, liberandomi definitivamente con un colpo ben assestato sul petto. "Mi hai spaventata." "Ah, davvero? Non lo avrei mai detto." Roteai gli occhi e mi voltai di nuovo. "Che succede qui?" Lui era sempre dietro di me. Appoggiò le sue mani sulle mie spalle e iniziò a parlare. "Il cibo scarseggia e non ci sono stanze per tutti, in particolare ora che ne abbiamo trasformate la metà in serre per piante." Fissavo il pavimento. "Cosa possiamo fare per aiutarli?" Loki sorrise e si avvicinò lentamente a me. "Tu non devi fare nulla. Pensa per un po' a te e basta." Appoggiai la mia faccia sul suo petto con il broncio. Camminammo ancora un po' per la nave. Incontrai Korg e Mick, due sakaariani amici di Thor arrivati su Asgard con Loki. Erano molto strani. Tutto ciò che furono in grado di dirmi fu "Wow! Devi essere tosta per essere sopravvissuta a quel mostro! Quando faremo un'altra rivoluzione mi farò vivo." Risi. La loro stranezza era infondo impacciata e divertente. Proseguimmo verso un'altra sala dove veniva servito del cibo. Presi una ciotola di avena secca e del latte da scaldare in uno di quei strani così attaccati alle pareti simili ai microonde. Loki rubò anche dell'uva e delle noci ad un bambino.  Normalmente non avrei minimamente pensato di toccarli, ma la fame mi stava divorando e in pochi secondi finii tutto. Riportai le stoviglie alle donne dietro al largo bancone e aspettai Loki. Improvvisamente nella sala scese il silenzio. Tutto ciò che era possibile udire erano borbottii e sussurri. Alzai lo sguardo per capire cosa stesse succedendo. Dalla penombra della porta esagonale si vedeva una figura alta e possente, che guardava verso di noi. Loki cercava di ignorare questa situazione, faceva finta di nulla. Mi alzai di scatto, ignorando le parole di lui che mi chiedevano di risedermi e stare calma. Mi avvicinai con passo lento e minaccioso. Stringevo i pugni mentre tutto mi fissavano come se potessi far saltare in aria tutto da un momento all'altro. "Chi sei?" Cercai di rendere la mia voce più morbida. Ero ormai a pochi metri dalla figura. Non ricevetti alcuna risposta. Stavo per muovere un altro passo quando fu lei ad avanzare. Scattai indietro e, sfuggendo al mio controllo, un piccolo pugnale si materializzò nella mia mano. Arrivò sotto la luce, permettendo a tutti di essere distinguibile. Loki intanto cercava di fare come se niente fosse. Era... Thor. Aveva i capelli corti e una placca di metallo su un occhio, come il padre. L'occhio libero (l'unico rimasto) era rosso e lucido. Il mio pugnale sparì in un istante mentre guardavo le sue labbra tremanti cercare di formare un suono. Anche i miei occhi divennero caldi. Le sue forti braccia mi afferrarono e mi portarono al petto, stringendomi forte. Sentii qualche lacrima cadere sulla mia spalla. Ero praticamente bloccata dalla sua presa ma cercai di accarezzargli la schiena per aiutarlo a calmarsi. Da lontano sentii una voce femminile. 1-4-2. "Hey Thor, sua maestà, dei cittadini hanno bisogno di..." arrivò nella sala e si bloccò. "È tutto ok qui?" Di scatto Thor si alzò e si asciugò le lacrime, poi si scansò. Quando 1-4-2 mi vide anche i suoi occhi si riempirono di lacrime. Iniziò a correre verso di me e mi abbracciò lanciando le sue braccia intorno al mio collo rischiando di farmi cadere. Anche lei pianse un poco su di me prima di staccarsi. Le persone avevano ripreso a fare ciò che stavano facendo e Loki si era finalmente alzato. Stava ad una distanza di sicurezza da noi. Dopo poco anche lei si staccò da me e strinse le mia spalle. "Maledizione stai bene!" Rise per soffocare le lacrime e mi tirò un leggero pugno sulla spalla sana. Poi la vidi roteare gli occhi e arretrare fino ad arrivare vicino a Thor. Loki era di qualche passo più vicino a me e guardava gli altri due con uno sguardo pietrificante. Tornai a guardare i miei amici. Erano entrambi parecchio scossi. "Mi dispiace che abbiate dovuto vedermi in quelle condizioni, ma ora sto bene, davvero. Fortunatamente grazie ai miei poteri sono riuscita a riprendermi in fretta, vedete?" Sollevai la maglia e la fasciatura sul braccio. La ferita era praticamente sparita. Loki si mosse verso di me per fermarmi ma quando vide che non c'era più nulla si bloccò sul posto con espressione incredula. 1-4-2 mi guardò ridendo. Era una risata strana però. Thor le appoggiò una mano sulla spalla per cercare inutilmente di calmarla. Entrambi si avvicinarono nuovamente. "Vederti? E quando di preciso?" Poi si rivolse a Loki. "Non le hai detto nulla vero?" Lui in risposta si avvicinò appoggiandomi una mano su una spalla e fissando il fratello. "Beh toccherà a me farlo allora." "Valchiria" Thor cercò di fermarla. "Non abbiamo potuto sapere come stavi ne vederti, nemmeno una volta." Mi voltai verso di lui togliendo la sua mano dalla mia spalla. "Sta dicendo la verità?" Nessuna risposta. Fu Thor a parlare. "Sì, Heather, sta dicendo la verità." Sentii qualcosa montarmi dentro, una rabbia mista a delusione. Strinsi forte i pugni e colpii Loki in pieno volto. Normalmente mi sarei calmata invece stavo per avvicinarmi e dare il mio peggio. "Heather!" Fu la voce di 1-4-2 a fermarmi. Mi voltai aspettandomi di vederla ridere invece era terrorizzata. La gente intorno mi fissava spaventata e i genitori avevano fatto uscire i bambini. Thor spinse indietro la ragazza e si avvicinò titubante a me. "Heather cerca di stare tranquilla, va tutto bene, il sole sta calando...?" Cosa? Non capivo cosa diavolo stesse succedendo. Abbassai appena lo sguardo. Le mie mani sprigionavano una leggera luce viola e le vene sugli avambracci erano diventate scure, come se un liquido nero le stesse percorrendo. Allargai le mani tremando mentre l'oscurità nelle vene spariva. Guardai Loki. Il suo volto era rosso e aveva un taglio sullo zigomo che avevo colpito, i denti sporchi leggermente di sangue. Poi corsi. Corsi per un tempo interminabile ma senza provare fatica e dolore. Fino alla mia stanza. Entrai nel bagno e mi guardai allo specchio. La mia pelle era tornata normale in fretta e le vene scure erano rimaste solo sulle dita. Quella specie di luce era scomparsa completamente e i miei capelli avevano alcune ciocche viola che stingendosi diventavano prima bianche e poi di nuovo nere. Qualcuno bussò alla porta. "Heather stai bene?" Era 1-4-2. La lasciai entrare e ci sedemmo sul letto. "Io... io non so cosa mi stia succedendo." Fissavo le mie mani cercando di cacciare indietro le lacrime. "Stai tranquilla, cerchiamo di non pensarci ora." Circondò le mie spalle con un suo braccio. Appoggiai la testa addosso a lei. Era dimagrita parecchio, come tutti del resto. Senza che le chiedessi nulla mi parlò di come mai Thor poco prima l'aveva chiamata Valchiria. Passarono le ore e finimmo per ritrovarci sul letto a ridere come due cretine. Quel momento di ilarità venne interrotto da qualcuno che bussò alla porta. Valchiria si alzò e si mise di fianco ad essa, pronta ad uscire. Era come se già sapesse chi ci fosse dietro quel pannello di metallo. La porta si aprì e dietro c'era Loki. Era di schiena. Valchiria mi salutò con un sorriso e poi uscì passando intorno all'asgardiano. A quel punto lui si voltò. Il taglio sul volto era stato coperto da una specie di cerotto e il rossore era quasi sparito. Abbassai lo sguardo appena i suoi occhi incontrarono i miei. Lui fece un passo avanti e la porta si chiuse automaticamente. Si appoggiò alla specchiera di fronte a me e iniziò a fissarmi.

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