Capitolo XLVII

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Calde coperte mi avvolgevano. Sembrava di essere in una soffice nuvola. Aprii lentamente gli occhi. Su un tavolino a centro dell'enorme stanza in cui mi trovavo erano riposti tutti i miei vestiti e averi. Mancavano solo le mie armi e il mio cellulare. Conoscevo quel posto. Una grande sala circolare con un balcone simile ad una terrazza. Era la stanza della regina. La mia mente ripercorse velocemente il momento in cui la vidi morire. Voltandomi sotto le coperte per cancellare quel ricordo mi resi conto di non essere sola. Un cumulo di capelli neri spuntava dall'ammasso di coperte e lenzuola in cui mi trovavo. Alzandomi per vedere meglio capii che si trattava di Loki. Guardandomi mi resi conto di essere in reggiseno e mutande. Dannazione. Mi allungai per prendere quella che sembrava una vestaglia cercando di non fare rumore. Non volevo averci a che fare, dovevo andarmene via da lì. Avevo un forte mal di testa. Ero quasi arrivata ad afferrarla quando mi accorsi che stavo cadendo. Troppo tardi per rimediare. Riuscii a sorreggermi con le braccia ma il letto cigolò. Sospirai troppo presto. Una mano mi afferrò un caviglia. Cercai in tutti i modi di liberarmi, ovviamente senza avere successo. Loki mi tirò a se e mi bloccò sul letto. Lo fissai con aria di sfida ma senza dire una parola. Lottai contro me stessa per impedire alle mie guance di arrossarsi. Dopo poco si tolse. Io afferrai la vestaglia, la indossai e mi chiusi nel bagno. Non potevo essere di nuovo in quella situazione. Mi lavai lentamente, per lasciare a lui il tempo di andarsene, e uscii con aria furtiva dal bagno. Indossai velocemente i miei vecchi abiti e mi diressi verso l'uscita con un preciso obbiettivo: tornare a casa. Scassinai la serratura per uscire. La mia scarsa conoscenza del palazzo non mi aiutava molto. Evitai le guardie e le ancelle. Girai per i corridoi e per le stanze per qualche ora. Raggiunsi per sbaglio nella sala del trono. Mi nascosi dietro una colonna per non farmi vedere. Odino era seduto sul trono e stava parlando con un gruppo di guardie. Girò lo sguardo nella mia direzione e le guardie iniziarono ad avvicinarsi. Sapevo che non avrei potuto battere tutti quegli uomini. Uscii allo scoperto e iniziai a correre. Una delle illusioni di Loki mi fece ruzzolare a terra. Stavo per rialzarmi quando uno scettro si appoggiò proprio di fianco al mio volto. Alzai lo sguardo. Ero ai piedi del padre degli dei. Mi alzai e cercai di ripulirmi e rendermi presentabile. Distrussi i pugnali che avevo creato e chinai leggermente il capo. Le guardie mi raggiunsero. Aprii la bocca per giustificarmi ma Odino mi bloccò. "Portatela in cella" due guardie mi afferrarono per le braccia e mi portarono nelle prigioni. Mi lanciarono in una cella facendomi cadere a terra. Fortunatamente ero da sola. In pochi secondi ero nuovamente in piedi. Corsi velocemente verso una di quelle strane pareti olografiche per cercare di uscire ma questa si richiuse prima che potessi attraversarla, facendomi prendere un brutto colpo in testa. La mia cella era vuota. Non c'erano sedie o letto o piccoli divani a differenza di quella in cui stava Loki. Perché non era più in cella? Mi ha riportata ad Asgard e poi è sparito. C'era una sua illusione nel corridoio e sembrava che l'unica ad averla vista fossi stata io. Mi stesi a terra e rimasi a contemplare il soffitto. Le seguenti cinque ore le passai allenandomi e giocando con piccoli oggetti che riuscivo a creare. Cercai anche un modo per uscire ma fu tutto inutile. Ero appoggiata con la schiena alla parete e tenevo gli occhi chiusi quando un sospiro mi fece scattare sulla difensiva. Loki era lì dentro. Mi alzai e mi avvicinai dando l'impressione di volergli tirare un pugno, ma mi fermai poco prima. Sapevo che era un'illusione. "Perché non sei rimasta nella tua stanza? Sarebbe stato tutto così semplice. Tu felice che io non sia morto, io felice di averti ritrovata, noi che torniamo qui e regniamo insieme. Perché hai rovinato tutto?" Ero allibita. "Io ho rovinato tutto? Mi stai prendendo in giro? Tu ti sei finto morto, tu hai lasciato che mi gettassi in uno stato di sconforto infinito, tu hai detto di amarmi un secondo prima di morire!" Urlai l'ultima frase facendogli abbassare lo sguardo. "Ora dove sei? Anche tu devi scontare una pena se non sbaglio. Perché non sei in queste celle con me?" Loki sorrise debolmente e iniziò a girare per la stanza. "Quando voi ve ne siete andati io ho deciso di tornare qui, su Asgard. Finalmente avevo l'occasione d'oro per prendere il trono e il potere che mi spettano. Mi sono sbarazzato del padre degli dei e assumo la sua forma per non destare sospetti e fastidi nel popolo." Fissavo le mie scarpe. "Allora sei tu ad avermi fatto portare qui." Sorrise. Il solito sorriso da manipolatore bastardo. "Dovrai capire che non potevo lasciare in libertà una traditrice. Come ho detto se tu fossi rimasta nella tua stanza non ti troveresti qui." "Stai cercando di incolpare me se mi trovo su un pianeta alieno in prigione? Se non sbaglio ti avevo detto di tornare da dove eri venuto. Mi hai rapita di nuovo. Ecco ciò che è successo." Loki si avvicinò. Aveva uno sguardo indecifrabile. Con mia grande sorpresa appoggiò una mano sulla mia guancia. Era qui davvero. "Mi dispiace. So che questo è il modo sbagliato ma credimi se ti dico che non posso rimanere lontano da te. Heather Io-" lo interruppi "Tu mi ami. Lo so. Me lo hai già detto. Ora ti interessa sapere cosa penso io?" Tacque "Io penso che tu stia mentendo spudoratamente. Tu dici di amarmi. Ne ho la certezza. Se tu mi amassi davvero non mi avresti rapita e avresti rispettato la mia decisione di rimanere sulla terra. Non mi conosci. Non sai nulla di me. Se fosse così avresti saputo che non sarei rimasta lì. Perché anche io mi sono innamorata di te." Finalmente gli avevo detto la verità. Era come se l'incudine che avevo appoggiata sul petto fosse diventata polvere. "E ciò mi confonde infinitamente. Non riesco a capire cosa provo. Ciò che hai fatto è imperdonabile. Thor era distrutto dalla tua morte. Io lo ero. E tu intanto eri qui a fare la bella vita fingendoti il sovrano che non sei." La presa di Loki sulla mia guancia aumentò dopo l'ultima frase. Mi allontanai, per sicurezza. "Se mi ami veramente lasciami andare." Sentii gli occhi farsi caldi e scacciai quella sensazione. Si voltò verso un gruppetto di guardie, schioccò le dita e la parete dietro di me si aprì. Lo aggirai per prendere il mio cappotto e poi uscii da quel posto. Scansai le guardie che cercavano di tenermi per le braccia. Mi ricondussero nella stanza dove mi ero svegliata e mi ci chiusero dentro. Ero stanchissima così decisi di mettermi a dormire. Un forte fascio di luce mi svegliò. Non sapevo per quanto avevo dormito. Mi alzai di scatto quando sentii qualcosa cadere. Erano la spilletta danneggiata e la chiave che avevo lasciato nella mano di Loki quando lo vidi morire. Ciò significava che ero libera? Cercai Loki con lo sguardo ma nella stanza non c'era nessuno. La mia gioia sparì. Mi preparai e poi guardai per l'ultima volta Asgard. Uscita dalla stanza due guardie mi aspettavano. Passammo dalla sala del trono dove era seduto il falso Odino. Per un secondo riuscii a vedere Loki nei suoi occhi. Davanti a me si apriva la strada della libertà. Potevo tornare a casa. Percorsi il ponte a piedi ma non riuscii nemmeno ad arrivare a metà che qualcuno arrivò al Bifrost. Dopo qualche secondo una folata di vento mi travolse. Riconobbi subito chi era passato sopra di me. Corsi indietro. Che ci faceva Thor lì? Che avesse scoperto il fratello? Evitai le guardie e arrivai su una specie di terrazza. La gente era accalcata e sentivo la voce profonda di Thor farsi minacciosa. Sgomitai un po' e finalmente arrivai in prima fila. Thor teneva il suo martello sopra il petto di Loki. Mi nascosi per non peggiorare la situazione ma Thor mi vide. "Che ci fa lei qui?" Avanzai di qualche passo spinta dalla folla. "Non preoccuparti Thor." Cercai di giustificare Loki. Ora ero in un bel casino.

The apartment  // Loki LaufeysonWhere stories live. Discover now