Capitolo XLVIII

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I due continuavano a strillare in mezzo alla folla. Cercai in tutti i modi di calmarli o almeno farli smettere per qualche secondo. Alla fine afferrai Loki e lo trascinai dentro il palazzo in maniera che Thor lo seguisse. Rimasi allibita vedendo l'enorme statua in ora di Loki con l'armatura e il suo elmo con le corna ricurve che teneva le braccia aperte, come per accogliere il popolo. Era veramente difficile non capire che da qualche parte, nel governo di quel posto, non ci fosse il suo zampino. Arrivai in una sala e li chiusi lì dentro. Li guardai litigare seduta su una sedia per qualche ora. Mi esplodeva il cervello. "Va Bene! Ora basta, vi prego." Mi alzai in piedi e li interruppi in malo modo. "Tu sai dove si trova." Indicai Loki. Tentava in tutti i modi di non guardarmi. Thor passò lo sguardo da me a lui parecchie volte. Mi rivolsi a lui Questa volta. "Non una parola. Ora, mi sembra sia molto tardi per scendere su Midgar, quindi che ne dici di dormirci su per calmare gli animi? Domani tuo fratello ti porterà da tuo padre." Thor annuì e Loki mi fissò. "Sì, lo so, non è tuo fratello, va bene, ho capito. Ora potresti fargli preparare una stanza?" Loki sorrise a entrambi e poi uscì nervosamente di scena. Ora Thor mi fissava con le braccia aperte. "Quindi? Che diavolo ci fai tu qui?" Mi sedetti nuovamente. "Tuo fratello è venuto a farmi visita su Midgar per portarmi qui. Mi sono rifiutata e gli ho detto di sparire. Tu lo conosci no? Non accetta un no come risposta. Mi ha rapita, di nuovo, e una volta qui ho capito cosa stava facendo." Thor guardava a terra. "Mi dispiace Heather." Sorrisi come se sapessi tutto ciò che stava per dire. "Non devi preoccuparti. E smettila di scusarti sempre per ciò che fa tuo fratello." Anche Thor lasciò la stanza e io dopo di lui. Mi diressi verso la camera della regina, dove mi ero svegliata prima di andarmene. Entrai e lasciai andare un sospiro di sollievo. Scivolai lungo la porta fino a sedermi a terra. Il sole era ancora alto. Avremmo mangiato di lì a poco. Indossai uno dei vestiti che trovai dentro l'armadio. "Mi piaci con questo." La voce di Loki mi fece sobbalzare. Era in piedi davanti alla porta. Con due falcate arrivò davanti a me. I suoi occhi cercavano di leggermi dentro. "Non puoi più farlo. La mia magia mi protegge." Sorrise leggermente. Appoggiò le mani sui miei fianchi e tirandomi a se mi baciò. Dopo tutto quel tempo quel bacio sapeva di malinconia. Sapevo che ero io a dargli quel sapore. Mi allontanai un po'. "Non volevo andarmene. E non volevo rimanere a New York. Tu lo sapevi." Loki continuava a slacciarmi il corsetto. "Non voglio parlarne." Sembrava che ridesse. Una volta finito di allentare i lacci lo lanciò dentro l'armadio e tornò a baciarmi. Strappò il vestito per togliermelo. Cercai di togliere i molti strati del suo abito. Le sue mani percorsero quasi ogni centimetro del mio corpo. Mi sollevò e mi portò sul letto. Continuò a baciarmi. Rimase anche lui a petto nudo. "Avevo scordato quanto fossi bella." Sussurrò al mio orecchio con voce profonda. Si sdraiò sopra di me posizionando il suo bacino fra le mie gambe. Lasciò cadere a terra i suoi pantaloni. Appoggiò una mano sotto il mio mento per costringermi a guardarlo ed entrò in me. Cercai di trattenere un gemito per non farci scoprire ma fu del tutto inutile. Quando Loki iniziò a muoversi persi totalmente il controllo di me stessa. Scosse di piacere mi attraversavano facendomi venire la pelle d'oca. Conficcai le mie unghie nella pelle di Loki per scaricare la tensione. Ora che ero molto più forte era difficile capire quando stavo usando troppa forza. Pregai di non avergli fatto troppo del male e scacciai quelle preoccupazioni dalla mia mente. Loki mi trascinò sul bordo e si mise in piedi. Mi bloccò le mani sopra la testa e io avvolsi le gambe intorno al suo bacino. Iniziò a martellare forte, dandomi un piacere che non avevo mai provato. In poco tempo giunsi al culmine e lo stesso fece Loki qualche istante dopo. Si chinò per baciarmi e poi si stese appoggiando la testa sopra il mio petto. Scivolai in un sonno profondo. Quando mi svegliai in cielo c'erano gli ultimi rossori del tramonto. Non sapevo quanto avevo dormito ma sapevo che ero potenzialmente in ritardo. Svegliai Loki scuotendolo e poi cercai un orologio. Sullo schermo del mio cellulare erano le 19:40 ma non sapevo se fosse l'orario giusto. Nel frattempo mi ero resa conto che il vestito che dovevo indossare non era più utilizzabile. Loki era in piedi e mi guardava mentre impazzivo per trovarne un'altro. Era già pronto? Mi fermò facendomi voltare. Sbuffai perché sapevo che era colpa sua. Lui appoggiò una mano sulla mia guancia e con l'altra schioccò le dita. Un bellissimo vestito verde e nero mi apparve addosso. Calzava a pennello. Lo ammirai compiaciuta ma il mio sarcasmo prese il sopravvento. "Così è impossibile capire che abbiamo una relazione." Loki mi baciò delicatamente per farmi tacere e poi mi trascino letteralmente fuori dalla stanza. Nonostante fossi già più forte non riuscivo comunque a stargli dietro. Mentre correvo cercando di non inciampare nel mio abito pensavo a cosa avrei trovato nella sala del trono. Anche se sapevo che era al limite del possibile continuavo a pensare ad un banchetto festoso per il ritorno di Thor. Ovviamente mi sbagliavo. C'erano due lunghi tavoli apparecchiati elegantemente con mille portate. I presenti erano persone molto anziane e distinte che parlavano poco. Notai la presenza di pochissime donne. Mi sedetti vicino a Loki e ci venne versato qualcosa di molto simile al vino. Attendevano solo noi per iniziare a mangiare. Loki mi tolse il bicchiere. Lo fulminai con lo sguardo. Durante la cena non parlai con nessuno. Mi stavo annoiando a morte. Di tanto in tanto Loki mi guardava senza farsi notare e teneva una sua mano su una mia coscia. Tutti tenevano lo sguardo su di lui mentre parlavano. Bisbigliavano per non farsi sentire. Sentivo che a Loki questo dava molto fastidio. Non lo faceva arrabbiare ma lo faceva sentire molto nervoso, come un criminale che attende la sua sentenza. Ed effettivamente era così. In quel momento Loki era un criminale. Aveva letteralmente usurpato il trono. La sua mano sulla mia coscia era congelata e aveva i muscoli tesi. Continuava a muovere le dita sul tessuto del mio vestito come per distrarsi. Improvvisamente scattò in piedi e io lo imitai. "Scusate, la mia signora si sente poco bene. Credo che noi ci ritireremo nelle nostre stanze." Non attese alcuna risposta e mi trascinò via cercando di sembrare il più naturale possibile. Non capivo cosa stesse succedendo. Una volta spariti dietro un angolo, dove gli invitati non potevano più vederci, Loki tornò a stringermi il polso e a camminare velocemente, obbligandomi a correre per non cadere. Non stavamo tornando in camera. Si stava dirigendo verso l'esterno. Passò da un'uscita posteriore che dava direttamente sul giardino. Anche se andavo lì tutte le mattine non mi ricordavo affatto di quella porta. Una volta attivati sull'erba Loki smise di correre. Ripresi fiato per qualche secondo poi ricominciai a camminare. Questa volta eravamo mano nella mano e andavamo molto piano. Il cielo era completamente cosparso da stelle luminosissime. Non ne avevo mai viste così tante insieme. L'orizzonte, seppur interrotto dagli alberi, era ancora più meraviglioso. Potevo vedere lo specchio d'acqua riflettere il firmamento e le galassie che si potevano ammirare. Mi mancava il fiato. Guardai Loki. Anche i suoi occhi erano pieni di meraviglia, ma il suo sguardo era quasi malinconico. Presi coraggio e iniziai a parlare. "Come mai c'è ne siamo andati?" Si voltò verso di me. "Ero stanco di stare a quel tavolo pieno di vecchi che non hanno nemmeno il coraggio di parlare ad alta voce." Annuii silenziosamente e mi avvicinai ancora di più a lui. Ci stavamo dirigendo verso la scogliera. Quella da dove avevo pensato di buttarmi. Non gli avevo mai detto di questa cosa. E lui non aveva mai dubitato del contrario. Quella era stata la prova del fatto che lui era diverso. Dopo aver camminato per qualche minuto eravamo davanti al ponte. Stavo ammirando l'orizzonte e le venature arcobaleno della costruzione quando mi accorsi che Loki mi stava fissando. Sembrava avesse un sorriso triste appena accennato sul volto. Cercai di decifrare la sua espressione. "Vuoi ancora andare?" Non sapevo che dire. Non ci avevo mai pensato così seriamente. Ho sempre agito pensando razionalmente. "Non posso restare qui. Io non appartengo a questo posto. Potrei provare a vivere così, con la calma di una giornata vuota passata a fare tutto ciò che mi va di fare. Ma non durerei più di qualche giorno. Lo sai anche tu. Io devo tornare sulla Terra. Devo tornare a casa. So che questo è un duro colpo ed è difficile da accettare, ma non posso." Loki non disse nulla. I suoi occhi sembrarono diventare quasi lucidi. "Ma non posso lasciarti. Non è il sesso, non è il piacere. Sei tu. È come mi fai stare tu. Quando sono tornata sulla terra credendoti morto ho stravolto la mia vita pur di cancellarti dalla mia mente. L'idea di aver sfiorato il cielo con le dita ed essere caduta in un burrone mi stava distruggendo. Tu sei stato il primo con cui ho provato la vera felicità. Ed è come una droga, ne diventi dipendente, succube. Però non posso farne a meno." Lo sguardo basso di Loki si illuminò nuovamente. Era tutto così perfetto.

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Ciao a tutti. Inizio scusandomi per la poca costanza. Purtroppo in questi ultimi giorni ho avuto quello che si chiama il blocco dello scrittore e non sono riuscita a fare granché ma prometto che ora che è veramente finita la scuola scriverò molto di più e pubblicherò più spesso. Spero che questi ultimi capitoli vi siano piaciuti e che apprezzerete anche i prossimi.
Alla prossima <3

The apartment  // Loki LaufeysonWhere stories live. Discover now