Capitolo XXIV

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Loki
Quando vidi le sue dita sporche di rosso mi pietrificai. Il mio cuore aveva mancato un battito. Avrei voluto aiutarla ma non riuscivo a muovermi. La sua voce sembrava arrivare da dietro un vetro. Poco prima di riattaccare al cellulare svenne. Non potevo farla cadere. Corsi più veloce che mai e riuscii a prenderla al volo, a pochi centimetri da terra. Prima di riattaccare urlai al cellulare "sbrigati!" Più preoccupato che arrabbiato. La presi con un braccio sotto la schiena e uno sotto le ginocchia. Mentre La portavo strada continuavo ad accarezzarle i capelli e la testa. Per fortuna Burton era già lì con una barella e un'ambulanza. Helen era già partita e quindi la dovemmo portare in ospedale. Lungo il tragitto era andata in arresto 2 volte. La sua pelle sembrava fredda come quella di un morto. Avevo paura solo a toccarla. Con tutta la forza che avevo in corpo cercai di non piangere. Lei era la prima cosa bella che mi capitava dopo troppo tempo. Arrivati in ospedale un medico ci venne incontro. "Buonasera, sono il dottor Steven Strange. Lei ora viene con me." Senza dare il tempo ai paramedici di spiegare la situazione prese la barella e la porto via, in una zona riservata ai chirurghi. Rimasi imbambolato in mezzo al corridoio, finché qualcuno non mi afferrò per una spalla facendomi voltare con forza. Avevo sentito dei passi avvicinarsi di corsa ma non ci avevo fatto caso. Un pugno si schiantò sul mio naso e sul mio labbro superiore facendomi cadere a terra. Mi rialzai lentamente tenendomi il naso sanguinante. Burton si teneva una mano. Era stato lui a colpirmi. Se fossimo stati in un'altra situazione avrei risposto tagliandoli la gola, ma mi limitai a chiedere del ghiaccio ad un'infermiera. Mi sedetti su una sedia della sala d'attesa e appoggiai la testa al muro. Una lacrima cadde tra i miei capelli. Tentai inutilmente di dormire. Velocemente cercai un bagno, vi entrai e mi lasciai andare in un pianto isterico. Quando mi calmai mi appoggiai al muro e chiusi gli occhi. Finalmente scivolai nel sonno.
Heather
Mentre le ultime forze mi abbandonavano sentii qualcuno sollevarmi di peso e urlare, un urlo disumano. Poi buio. Vidi una specie di luce flebile solo due volte, subito dopo che mi mancava l'aria. Sentii della musica, come se venisse da lontano. Sembrò un tempo infinito. Una luce bianca mi fece spalancare gli occhi. Sentii una mano quasi fredda stringere una delle mie e giocare con la pelle sulle nocche. Luce bianca, massaggi, ero morta? Mi sollevai di scatto. Era... era Loki? Lo avevano lasciato stare con me? Oh no, glielo aveva detto? Oddio, oddio, oddio! Stavo andando in panico. Una mano sulla guancia mi riportò alla vita reale. Fissai Loki. Aveva gli occhi umidi. Ero in terapia intensiva, lo vedevo dalla scritta sulla porta. "Cosa è successo?" Mi spiegò tutto. Stavamo parlando quando ho sentito un dolore alla testa e ho visto del sangue. Sono svenuta, mi hanno portato in ospedale, ho avuto 3 arresti, 2 durante il tragitto e 1 nella sala operatoria, mi hanno operata al cervello e sono stata in una specie di coma per un giorno e mezzo. Ok, nulla di così grave insomma, no? "Gli hai detto di..." mi guardò con espressione interrogativa "Di?" "Di noi" dissi sussurrando. "No, non sanno Nulla. Ho solo chiesto di rimanere." Oh. Da quando si fidavano così tanto? Tornai a stendermi, la schiena mi faceva ancora male. "Hai sete?" Non era mai stato così premuroso. "No, grazie. Però ho molta fame." Si alzò e uscì dalla camera. Mentre Loki era via vennero a trovarmi Clint e Nat. Ero stanchissima. Mangiai un muffin al cioccolato che mi portò l'asgardiano per tirarmi su. Nel pomeriggio venne il mio chirurgo, il dottor Steven Strange. Era un tipo molto serio e molto snob. Mi spiegò bene la mia operazione e fece una specie di "complimento" alla sutura sulla mano di Loki che lui si era permesso di sistemare. Ok, devo ammetterlo, era un grande stronzo, ma ero grata che mi avesse operata lui. Purtroppo il mio coinquilino venne portato via, non sapevo nemmeno dove. Avrei dovuto prepararmi ad un'altra sfuriata con Fury? Bho. Dopo due giorni uscii dall'ospedale e dovetti andare a stare nella torre per una settimana. Ok, la solitudine non sarebbe stata tra i miei piani per un po'. Entrai nella mia stanza e iniziai a sistemare le cose. Cenammo tutti insieme e poi ci ritirammo ognuno nell propria camera. Stavo per andare a dormire quando sentii un rumore in bagno. Di soppiatto mi avvicinai alla porta, sbirciai e poi saltai all'interno della stanza. Non crederti ai miei occhi. Loki? Che diavolo ci faceva lui qui? Non riuscii ad aprire bocca che lui era già avvinghiato a me. Aveva le mani dietro la mia schiena, le dita scivolavano sulla maglia come se si stesse aggrappando per non cadere. "Grazie a Odino stai bene" disse cercando di non farsi sentire. Rimanemmo abbracciati tutta la notte. Fu una delle notti migliori della mia vita. Stavo davvero bene. Il post ricovero era iniziato benissimo. Quando il sole iniziò a sorgere Loki andò nella sua stanza. Cercai di riaddormentarmi ma fu tutto inutile. Come diavolo era possibile? Fino ad un secondo prima ero la persona più stanca del mondo e ora il cuore pompava talmente forte dentro al mio petto che potevo veder muovere lo sterno. Decisi di lavare via i pensieri con una doccia e funzionò. Mi lavai e poi tornai a letto. Mi addormentai ancora in accappatoio. Ora potevo riposarmi.

The apartment  // Loki LaufeysonWhere stories live. Discover now