Capitolo XXXIV

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Erano le 8:45 quando le ancelle arrivarono a buttarmi giù dal letto. Dovevo prepararmi per andare da quello psicopatico. Quella mattina era ancora nel letto. Mi sistemai sulla mia sedia e aspettai qualche minuto. Dopo aver capito che non aveva intenzione di alzarsi presi un libro da terra e iniziai a leggere. Lui capì che lo stavo ignorando quindi si alzò, mi strappò il libro dalle mani e lo lanciò lontano da me, facendolo scontrare con un parete e si rinfilò nelle coperte. Sbuffai. "Un comportamento degno di te." Mi alzai e andai a riprendere il libro. Lo raccolsi e lo spolverai delicatamente con le mani. Quando alzai lo sguardo mi ritrovai davanti a Loki. Aveva un aspetto spigliato e uno sguardo minaccioso. Prese nuovamente il libro e lo lanciò a terra. Lo guardai facendo un sorriso falso e cercai di spostarmi. Lui mi trattenne mettendomi una mano sullo sterno. Mi spiaccicò sull'unica parete fisica e si avvicinò pericolosamente a me. Il suo sguardo mi faceva gelare il sangue nelle vene. Iniziai a sudare freddo mentre cercavo un modo per scappare da quella situazione. Sapevo che lui vedeva il mio panico.  La tensione era palpabile. Iniziai a fare parecchi respiri profondi e, quando mi sentii pronta, con uno scatto scaraventai Loki sul letto alle sue spalle. "Guardie!" Battevo i pugni sulla pseudo parete. Per fortuna gli uomini arrivarono giusto in tempo. Lui era pronto ad uccidermi probabilmente. Me ne andai velocemente.
Loki
Dannazione. Ero un totale idiota. Non sapevo che cosa mi prendeva. Ogni volta che lei si trovava nella mia cella il mio unico pensiero era baciarla, farla mia. Eppure ad esso si sovrapponeva un desiderio di violenza e possessione. Una buona parte di me voleva fargliela pagare per le offese degli scorsi giorni. Quando me la ritrovai davanti ci misi un po' per capire che era terrorizzata. Sapeva che nelle sue condizioni non avrebbe potuto farmi granché. Mi faceva sentire potente e ciò mi piaceva molto. Quando cercai di avvicinarmi ancora di più per baciarla lei mi scaraventò sul letto dietro di noi e poi scappò prima che potessi raggiungerla. Quel giorno era rimasta poco più di venti minuti. Il resto della giornata lo passai leggendo e giocando con le tazze che avevo in cella. Era maledettamente noioso passare il tempo non facendo nulla.
Heather
Per cercare di distrarmi iniziai ad allenarmi. Dovevo essere pronta per oggi pomeriggio. Cercai Thor per parlargli in ogni stanza del palazzo senza successo. Pranzai e cercai i miei vecchi abiti. Fortunatamente qualcuno li aveva riposti nel mio armadio. Mi sdraiai sul letto stringendo la giacca di pelle al petto. In pochi secondi scivolai in un sonno profondo. Sognai Loki, il nostro ultimo bacio, la nostra ultima lite sulla terra. Poi il buio. Vidi Loki nella sua cella. Lo osservavo da fuori mentre camminava avanti e indietro con le mani dietro la schiena e la testa bassa. Avanzai di qualche passo. Improvvisamente lui alzò la testa, mi sorrise e si avventò su di me facendomi cadere. Era a cavalcioni su di me. In qualche modo da sdraiata mi ritrovai incollata su un soffitto, Loki in piedi sotto di me. Sembrava che la stanza girasse secondo il suo volere. Agganciò una mano intorno al mio collo togliendomi l'aria. Ero paralizzata. Dalla manica della mano libera cadde un pugnale in argento che lui prese al volo. La stanza ruotò nuovamente e questa volta ero davanti a lui, sempre incollata alla parete. Loki schiantò le sue labbra sulle mie contro il mio volere e appoggiò il freddo pugnale sul mio ventre. Mi rifiutai di aprire le labbra perciò dopo poco lui si staccò da me. Con il pugnale taglio il corsetto dell'abito. Se non fosse stato per la sua presa intorno al mio collo avrei preso un grande respiro. Mi accarezzò una guancia. Tenevo gli occhi fissi nei suoi mentre una goccia di sudore mi scivolava sulla fronte. Loki prese un respiro profondo, chiuse gli occhi e lasciò cadere la testa all'indietro. Finalmente tolse la mano dal mio collo e io respirai per pochi secondi. Poi una fitta poco sopra l'ombelico mi tolse nuovamente il fiato. Abbassai lo sguardo. Il suo pugnale d'argento era conficcato dentro di me. Il sangue scendeva copioso e una goccia che cadeva a terra scandiva il tempo. Loki si accarezzò i capelli e poi tornò a fissarmi. Iniziai a dire no con la testa mentre sentivo la sua mano avvicinarsi nuovamente al pugnale. Lui mi sorrise nuovamente e poi, con uno strattone, fece per alzare il pugnale aprendomi ancora di più le carni. In quel preciso istante mi svegliai gridando. Mi rannicchiai in un angolo del letto raccogliendo le ginocchia. Appena mi resi conto di ciò che era appena successo mi toccai la pancia. Il corsetto era ancora intero e non c'era segno di alcuna ferita. Corsi in bagno. Sul mio collo c'era un lieve rossore che ricordava la forma di una mano, le mie labbra erano anch'esse rosse e molto calde e avevo addosso il suo odore. Per poco non caddi a terra. Come poteva essere successo davvero? Decisi che ci avrei pensato più tardi e, per distrarmi, riordinai gli abiti e corsi da Sif. Ero in ritardo. Corsi al capannone e entrai. Sif si stava allenando con la spada. "Scusa il ritardo. Non ho visto l'ora e sono arrivata in ritardo." Lei si voltò. "Oh Heather, sei arrivata. Ma non puoi di certo combattere così! Ti ho portato un cambio, per sicurezza." Mi cambiai velocemente, mi riscaldai e poi iniziai ad allenarmi con Sif. Sapevo che ci stava andando piano e le ero grata. Le mie abilità erano diminuite parecchio dopo il mio trauma. Riuscii a seguirla per parecchio tempo anche se dovetti fermarmi abbastanza spesso. Quando finimmo di allenarci era molto tardi così corsi via con una scusa totalmente a caso. Tornata in stanza mi lasciai cullare dal vapore di un bel bagno caldo. Amavo l'acqua e, effettivamente, mi resi conto che era molto che non andavo a nuotare. Dopo aver bevuto un qualche infuso rilassante offertomi da un'ancella mi addormentai velocemente e senza incubi. Fu una delle migliori notti della mia vita.

The apartment  // Loki LaufeysonWhere stories live. Discover now