Capitolo LXVI

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Loki
Ancora quell'orrendo incubo. Tutte le volte mi sentivo morire dentro. Ma questa volta era stato più doloroso. Era come se fossi presente ma incapace di muovermi, bloccato da catene invisibili. Sembrava tutto così reale. Le mie urla vennero soffocate dall'acqua che mi riempiva la gola. Mi svegliai di soprassalto. Ero a pochi centimetri metri da Heather. La mia mano sulla sua pancia era immobile e la sua pelle fredda, come tutte le notti. Iniziai a sudare freddo e agitarmi. "Heather!"
Heather
Sentii caldo sul collo e qualcuno che mi chiamava sussurrando. Mugugnai per far capire che avevo sentito. "Heather!" Lentamente presi coscienza. Sentii una sua mano tesa sul mio ventre che stringeva il tessuto della mia maglia cercando di arrivare alla carne. Mi voltai lentamente senza aprire gli occhi. "Va tutto bene?" Nessuna risposta, solo respiri pesanti. Aprii gli occhi e cercai il suo viso a tentoni mentre questi si abituavano alla penombra. "Io..." sentivo la sua voce tremare. "Io volevo solo sapere se stavi bene, se eri ancora qui." Finalmente riuscii a distinguere bene il suo volto. "Sì, sono qui, sto bene. Non preoccuparti." "Lo so, mi sento un idiota." Sorrisi lentamente. "Ancora uno di quegli incubi?" Di nuovo nessuna risposta. Avevo fatto centro. "Le brutte cose capitano, Loki. Ma noi siamo stati in grado di uscirne." Sentii lui annuire lentamente. "Nulla ci separerà più ok?" Sembrava stesse cercando di soffocare le sue lacrime. "Ok." Mi avvicinai al suo petto e lo strinsi forte, come se volessi togliergli il fiato. "Staremo bene, vedrai." Chiusi gli occhi quando ebbi la certezza che si fosse calmato. Pensai alla mia promessa. Perché quello era, una promessa. E pensai a ciò che ci avevano detto una volta durante un allenamento. "Fate attenzione a ciò che promettete. Le persone sotto stress si attaccano molto alle vostre parole." Ma ormai era fatta. Non potevo più tornare indietro. Sarebbe stato il mio più grande rimorso. 'Mai promettere ciò che non sei sicuro di poter mantenere.'
Arrivò il 'mattino', per così dire. Svegliai Loki prima di andare a fare la doccia. Oggi avrebbero dovuto installarne un'altra pubblica. Forse era ciò a cui stava lavorando lui? Non lo so, glielo avrei chiesto dopo. Uscii velocemente per farlo entrare. Mi stavo asciugando i capelli quando sentii una voce fievole provenire dal bagno. Continuai ad ascoltare mentre mi vestivo. Loki stava cantando. E non aveva nemmeno una brutta voce. Una volta che i miei capelli furono abbastanza asciutti mi sedetti al tavolo con un libro e finii una scatola di pasta al sugo avanzata il giorno prima. Che colazione indecente, pensai. Finalmente Loki uscì dal bagno e io andai a lavarmi i denti. "Sai che hai una bella voce?" Mi beccai un'occhiataccia. "Non sto scherzando, canti bene." "Io non canto." Scoppiai a ridere. "Vuoi dirmi che quello di prima non eri tu?" "No, infatti." "Mhmh, certo. Cambiando discorso, sono stufa di lavorare alla mensa. Non hai qualcosa di più interessante da farmi fare?" Lui mi sorrise. Ma che diavolo, pensava solo a quello? Misi le mani sui fianchi e lo fulminai con lo sguardo. "Avrei un sacco di cose da farti fare." Iniziò ad avvicinarsi nonostante la mia espressione contrariata. "Anche se non utili per gli altri." Non riuscii a non arrossire. "Sono seria." Lui roteò gli occhi e finalmente si fermò. "Voglio qualcosa che non mi faccia morire di noia." "Non credo ci sia nulla che possa fare." "Questa è una delle cose più stupide che tu abbia mai detto. Ti ho visto l'altro giorno. Parlavi con Thor e gli altri che supervisionano i turni. Possibile che io abbia sempre compiti così noiosi? Non sono nemmeno stanca quando finisco di lavorare." "Beh dovresti esserne felice, no?" Prese la chiave dalla specchiera e si avviò verso la porta. "Hey! Dove vai?" "Inizia il mio turno." Non si voltò neanche. Maledizione! Che fastidio. Sfilai la maglia con un solo movimento e la lanciai contro di lui, colpendo e scompigliando i suoi capelli. Lasciò cadere le braccia contro le cosce e sì voltò. Avanzai verso di lui. "Prendo io il tuo posto." "È un lavoro troppo impegnativo per te. Ti stancheresti eccessivamente." " "Smettila di preoccuparti e lasciami passare, so badare a me stessa." Una volta vicino a lui rubai la chiave dalla sua tasca e raccolsi la mia maglia. Riuscii a fare solamente qualche passo prima di essere attirata indietro da non so cosa. Era una specie di forza invisibile. Rientrai nella stanza e la porta si richiuse a pochi centimetri dal mio viso. Era stato Loki. Non ne sapevo nulla di questo suo potere. "Ah bello, ora sai anche usare la telecinesi?" Mi voltai velocemente e afferrai una sua mano che si era allungata verso una mia spalla. "Che stai facendo?" Lo guardai con aria di sfida. "Vado ad un tuo turno. Ora tocca a te annoiarti alla mensa." Allungai un braccio verso il pulsante. Loki intercettò il movimento e bloccò la mia mano stringendi il polso. Tornai a guardarlo negli occhi, quei suoi bei occhi di ghiaccio. Senza rendermene conto allentai la presa sulla sua mano. Mi stavo leggermente piegando verso le sue labbra. Velocemente mi spinse quel poco che bastava per appoggiarmi al muro e mi baciò. Spostò la mano che mi aveva preso dietro il suo collo e mi premette contro la lastra di ferro con il suo corpo. Affondai le dita nei suoi capelli, come era mio solito fare, mentre lui si insinuava sotto la mia maglia. Lentamente e quasi senza farsi notare scese lungo il collo e mi sciolse i capelli. Sospirai nell'incavo del suo collo mentre mordeva delicatamente la mia pelle. Con un movimento veloce gli tolsi la maglia mentre lui sbottonava la mia. Ci eravamo completamente dimenticati del lavoro. "Loki" Lui mugugno in risposta. "Dobbiamo" Non riuscivo a staccarmi dalle sue labbra. "Il lavoro." Lui annuì silenziosamente senza scostarsi da me. "Thor ci uccide se saltiamo." "Sì" Era tutto inutile. Non riuscivamo a fermarci. Afferrai un suo braccio e lo trascinai sul letto. Ci togliemmo entrambi pantaloni e mutande e io mi sfilai quella sorta di reggiseno improvvisato. Ignorammo la sirena che indicava l'inizio dei turni di lavoro. Loki appoggiò una mano sulla spalla sinistra e una sul fianco destro, schiacciandomi contro il materasso e immobilizzandomi. Rimase a guardarmi per alcuni secondi poi, quando buttai indietro il collo, si piegò ed entrò in me. Afferrai le lenzuola mentre continuava a spingere. Afferrai il suo volto e cercai le sue labbra. Sentii i suoi muscoli tremare, poi afferrò i miei fianchi sollevandoli leggermente. Allacciai le gambe dietro la sua schiena e, con una leggera spinta, mi sollevai aggrappandomi a lui. Senza rendersene conto Loki cadde sulla schiena. Ero a cavalcioni sopra di lui. Iniziai a muovere i fianchi lentamente. Lui buttò la testa indietro, cercando di soffocare i suoi gemiti. Mise le mani sui miei glutei, stringendoli abbastanza forte e dirigendo leggermente il mio movimento. Mi piegai su di lui per baciarlo, fottendo completamente la situazione. "Sai quanto mi sia piaciuto quello che hai appena fatto?" Morsi il mio labbro inferiore e nei suoi occhi si accese una scintilla. Rotolando mi ritrovai nuovamente sul letto. Loki circondò il mio collo con le sue mani e mi trascinò giù, fino al bordo, per mettersi in piedi. Sarei riuscita a camminare? In pochi colpi raggiunse il culmine e io dopo di lui. Strinse le sue mani intorno alle mie cosce per farle fermare e si sdraiò sopra di me. Dovemmo riposare parecchio tempo prima di ricominciare daccapo a prepararci.

The apartment  // Loki LaufeysonWhere stories live. Discover now