Capitolo LXXIV

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Thanos emise uno sbuffo quasi di rassegnazione. "È inutile anche solo provarci, con te. Non cambierai mai. Ringrazia di essermi ancora utile." Disse rivolgendosi a Loki. Poi si voltò verso di me. "Sei anche parecchio sveglia." Lo guardai corrucciando la fronte. Sputai nuovamente a terra, o meglio, su una sua scarpa. "Che cosa vuoi?" Lui mi guardò schifato. "Sai cosa sto cercando." Mi sforzai ma il taglio sotto l'occhio faceva troppo male e mi distraeva dal mio ragionamento. "Il Tesseract." Risi, forse sconcertata dalla sua pazzia, facendo volare a terra gocce di sangue formatesi sul mio viso. Guardai Loki. "Ora Ho capito cosa vi accomuna a tal punto da allearvi." Continuai a ridacchiare. "Pf, alleati, non è così che ci definirei." Vidi la vergogna apparire ed essere nascosta sul volto di Loki. "Ma, a quanto pare, il figlio di Laufey ha mentito di nuovo e, francamente, non mi serve una mocciosetta arrogante che cerchi di sabotare i miei piani di misericordia." Le due guardie mi fecero mettere in ginocchio, colpendomi alle gambe con il retro dei blaster. Poi uno di loro mi bloccò le mani dietro la schiena e l'altro afferrò un'ascia. Alzai lo sguardo. Credevo che avrei avuto paura. Vidi Loki agitarsi. Il suo sguardo passava da me a Thanos. "Gioisci" iniziò la guardia che portava la scure. "Loki!" Gridai sovrastando le parole di costui. "Guardami!" Tremava e stringeva i pugni. "Guarda in faccia le conseguenze delle tue azioni!" "Perché anche nella morte." Proseguiva imperterrito. "Ti prego aspetta." Si rivolgeva il principe a Thanos. "Non sai quello che stai facendo, lei ci può tornare utile!" "Guarda dove ti ha condotto la tua codardia. Dicevi di amarmi. E dannazione ti ho creduto davvero!" Il mio tono si alzava mano a mano che proseguivo. "Dannazione! Ascoltami! Ti prego, non ha senso spargere altro sangue!" Anche lui gridava. "Guardami cazzo!" I miei occhi erano pieni di lacrime. Finalmente si voltò. "Voglio che mi guardi mentre muoio, così che i miei occhi ti tolgano il sonno per il resto della tua vita!" La guardia concluse. "Sei diventata figlia di Thanos." Poi la scure si abbassò velocemente. Loki strinse gli occhi, lasciando cadere una lacrima, e inclinò leggermente la testa. "Fermo" Disse pacato il titano. La lama aveva appena graffiato la mia pelle. "In piedi." Velocemente tornai in piedi. "Lei è abbastanza mal concia per soccombere a te." Le guardia si allontanarono e io barcollai, cercando di trovare un equilibrio. Loki guardò Thanos confuso, non sapendo che fare. In pochi secondi riacquistai la forza per combattere e mi fiondai con violenza su di lui. Nelle mani stringevo due pugnali con la lama rivolta verso il basso. Un suo incantesimo mi spinse nel centro della sala, lontana da tutti. Mi sollevai velocemente e mi lanciai contro di lui un'altra volta. Ero sfinita ma ero sopraffatta dalla mia voglia di vendicarmi. Loki cercava di combattermi senza farmi troppo male, ma commettevo errori esagerati e così, dopo un breve combattimento fatto di soli colpi schivati, mi ritrovai con la fredda lama del suo pugnale premuta sulla gola. "Che stai aspettando?" Gli intimò Thanos. "Sì, che stai aspettando?" Dissi tra un respiro e l'altro. "Ti prego, smettila! Come pensi che possa aiutarti se fai così?" Parlava tra i denti, cercando di non farsi sentire. "Sai che non era mia intenzione lasciarti in quelle condizioni! Se avessi potuto sarei tornato, te lo giuro!" La mano libera sì posizionò dietro il mio collo, come per avere una maggiore presa. Continuavo a respirare profondamente, cercando nei suoi occhi la prova che non fosse tutta una menzogna. Sembrava così sincero... come avrei potuto dubitare dei suoi occhi? Della voce che mi aveva pronunciato parole così dolci? Delle mani che mi avevano sorretta nei periodi bui? Sentii gli occhi riempirsi di lacrime. Con una spinta mi sbilanciai in avanti, protesa verso le sue labbra. Lo baciai. Dai miei occhi caddero due grosse lacrime. La presa sul retro del mio collo, da rigida e spigolosa, divenne subito morbida e sciolta. Mi concessi pochi istanti per assaporare le sue labbra un ultima volta. Poi afferrai di soppiatto il suo pugnale, che nel frattempo era scivolato verso la mia clavicola, lo riportai sulla gola e, premendo, la feci scorrere.
Loki
Sentii lei staccarsi e il suono di una lama sguainata. Aprii gli occhi e ci fu un tonfo metallico che risuonò per tutta la sala. Heather mi guardava con gli occhi sbarrati ancora lucidi. Ci misi poco a capire, lei sorrise appena, sollevando leggermente gli angoli della bocca. Andai subito nel panico e iniziai a spostare le mani lungo il taglio quasi come per ributtarci dentro il sangue. Dopo solo qualche secondo lei cadde a terra, lo sguardo vitreo che sembrava osservare la famosa luce prima della morte. Alcuni singhiozzi mi morirono in gola ma non riuscii a reprimere le lacrime. Rimasi voltato per qualche minuto, accovacciato sul suo corpo ormai senza vita, inginocchiato in una pozza di sangue che sembrava non avere fine, con le mani sporche del medesimo color porpora, poi raccolsi il pugnale insanguinato e mi avvicinai a testa bassa a Thanos, con il capo chino, intendo ad analizzare le macchie del suo sangue sul mio abito. Non sapevo se si sarebbe risvegliata come era successo prima. Il suo corpo era sfinito e non sembrava in grado di rigenerare nemmeno i tagli superficiali che aveva in precedenza al combattimento con Fauce, Astro e Proxima. Nemmeno il colpo fatale infertogli da Gamma quando era ancora in ottima forma sì era risanato del tutto. Mi inchinai al suo cospetto solamente abbassando il capo e sollevando la mano con il pugnale. Per un secondo l'idea di pugnalarlo sfiorò la superficie della mia mente, ma decisi che sarebbe stato stupido anche solo provarci. Suonarono due campane quasi contemporaneamente. Sollevai lo sguardo pregando che le guance si fossero schiarite. Lui mi guardava con un ghigno compiaciuto. "Ti avevo detto che saresti riuscito ad ucciderla." Mi spostai dietro di lui. Cercavo di concentrarmi su altro per evitare di guardarla. I suoi vestiti si erano quasi completamente impregnati del suo sangue. Iniziai a sentire dei passi in lontananza ma gli altri sembrarono non accorgersene. Vidi una spada spuntare dal l'angolo del corridoio e poi un fulmine colpì Thanos che si riparò con il suo guanto. Rotolai lontano da lui per proteggermi e sfoderai i miei pugnali. Thor e Thanos iniziarono a combattere mentre Valchiria ed io lottavamo contro i suoi scagnozzi. Dopo pochi istanti, grazie alla sua forza e a quella della gemma del potere Thanos atterrò Thor, che però non si diede per vinto. Altri uomini asgardiani entrarono nella sala armati di lance e spade e iniziarono a combattere contro gli altri. Gli asgardiani morirono in pochi istanti e Thor prese una brutta batosta. Eravamo circondati. Ritrassi le armi e alzai le mani, lo stesso fece Valchiria, ma solo dopo essere stata sollecitata da un mio calcio sui suoi polpacci. Buona parte della sala era stata bruciata o danneggiata, ma non dove si trovava lei. Il titano sollevò Thor per la casacca e lo fece cadere a terra sotto i miei occhi. "Nemmeno il vostro re è stato in grado di battermi." Rise. Con la sua voce tanto profonda da farmi tremare le membra. Mi voltai verso Heather. Il sangue era completamente sparito dal pavimento ed era stato assorbito dai suoi vestiti. Stava succedendo qualcosa. Cercai di prendere tempo. "D'accordo, hai ragione. Hai vinto tu e, dopotutto, un patto e un patto, anche dopo anni." La guardai di nuovo. Nessuno sembrava accorgersi di quello che stava per succedere. Il sangue iniziò a scorrerle in rivoletti e fiotti dentro le ferite, che poco a poco sì risanavano, in un'armonia perfetta. La pelle ricominciava a prendere il colore rosato che aveva sempre avuto. "E questo è il mio dono." Sussurrai appena, prima di rivelare il Tesseract, nascosto da un mio incantesimo. "Capo, credo..." Provò a richiamarlo Proxima. Thanos sorrise e allungò la mano per afferrarlo. A quel punto una luce accecante ci costrinse tutti a coprirci il volto. Cercavo di sbirciare tra le dita ma l'unica cosa che vedevo era il bianco freddo di quella luminescenza. Mano a mano che quella luce diminuiva una figura lucente quanto una stella si distingueva, mentre, lentamente, saliva verso il soffitto. Mi allontanai da Thanos e nascosi il Tesseract con uno dei miei incantesimi. Un forte vento iniziò a soffiare e trascinare i più deboli. Io e Valchiria ci attaccammo l'uno all'altra per cercare di rimanere a terra. La luce si stava assorbendo nella figura. Quando essa divenne l'unica luce nella stanza l'aria si fermò, quasi come se d'un tratto si fosse azzerata la gravità. La polvere era sospesa nell'aria e anche coloro che erano finiti in aria. La figura era sospesa nell'aria, vicino al soffitto. Era come distesa su una superficie irregolare. La luce si stava riassorbendo come se stesse rientrando nei pori della sua pelle.

The apartment  // Loki LaufeysonWhere stories live. Discover now