Capitolo LXIX

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Arrivati nella mensa vidi molta gente è una piccola urna nera. Vedere quel funerale improvvisato e tutte quelle persone che a malapena sapevano chi fossi lì per me mi aveva fatta sentire amata. Dopo che "mia madre" si dissolse in quei piccoli fuochi d'artificio nello spazio mi sentii quasi libera. Tornai in camera silenziosamente, dopo aver mangiato quel poco che mi aveva offerto Korg solo per non offenderlo. Continuavo a ripensare a lei e piano piano scivolai nel sonno. La sognai nuovamente, tutti i bei momenti passati insieme e tutte le volte che c'era stata per me. Ricordai di quando mi ritrovò nella vasca da bagno in una pozza di sangue spaventandosi a morte credendo fosse mio. Ricordai di quando mi lasciò in clinica con le lacrime agli occhi mentre cercava di sorridere e nascondere il suo dolore. Ricordai di quando, tornate a casa, mi presentò l'agente Hill, facendomi iniziare una nuova vita. Poi mi svegliai. Così, senza un motivo preciso. Sorrisi e decisi che era ora di fare qualcosa. Indossai una canotta e un paio di pantaloni molto morbidi, rubai la mappa della nave di Loki e uscii silenziosamente dalla stanza. Avevo notato tre aree senza scritte o simboli. Nella prima c'erano centinaia di casse, nella seconda cuscini incollati alle pareti e grosse catene che rimanevano sciolte nel centro mentre nella terza nulla, solo qualche tavolo e quello che sembrava un palco. Spostai tutto ai lati della stanza e iniziai a cercare qualcosa che potesse fare da bersaglio. Sul retro del palco c'erano dei rettangoli di quella che sembrava gomma piuma, nastro adesivo, catene, corde, sacchetti di sabbia, tavole di legno compressato e strumenti da lavoro. Mi misi immediatamente all'opera. In mezz'ora avevo allestito una stupenda palestra. Sui tavoli avevo riposto le mie personalissime lame. Iniziai ad allenarmi con il sacco da box di gomma piuma. Continuavo ad attaccarlo con la massima forza, usando calci e pugni. Dovevo sfogarmi. Saltai ed atterrai con entrambi i piedi sulla parte superiore del sacco, per poi spingermi lontano. Questo dondolò per qualche secondo prima che la catena arrugginita cedesse. A quel punto dovetti cambiare bersaglio e mi spostai alle sagome di legno. Trascinai il tavolo vicino a me e cominciai a prendere la mira, prima da vicino, poi facendo salti e capriole in aria, per mettermi alla prova. Mi venne un'idea. Se ero capace di generare armi bianche perché non tentare anche con piccole pistole? Mi concentrai al massimo, visualizzando l'arma e i proiettili. Aprii i palmi e qualche secondo dopo gli occhi. Nelle mie mani fluttuavano una pistola con caricatore a rotazione e 6 proiettili, entrambi erano di quello strano marmo nero e viola di cui erano fatte le mie armi. Caddero entrambe sulle mie mani aperte. Inserii i proiettili con precisione e mi posizionai per sparare. Premetti il grilletto e partì un colpo. Andò a segno e trapassò tutti e tre i bersagli che erano posizionati uno dietro l'altro. Senza rendermene conto ne materializzai un'altra e cominciai a sparare fino a finire tutti i colpi. Ormai i bersagli erano pieni di fori e inutilizzabili. Mi avvicinai al sipario e strappai un pezzo di stoffa con l'aiuto di un coltellino. La usai per coprirmi gli occhi e a tentoni arrivai tra i sacchetti di sabbia che avevo appeso. Iniziai a combattere. Sferravo calci e pugni ai sacchetti che si spostavano grazie ad un gioco di magneti ideato da me. Uno di essi mi colpì alla schiena facendomi cadere in avanti. Mi rialzai e ricominciai, vietandomi di darmi per vinta. Sentii la tensione nel mio corpo. Creai due piccoli coltelli e tra un salto e l'altro iniziai a tagliare tutti i sacchetti, uno dopo l'altro. Alcuni cadevano solo a terra, altri si svuotavano. Erano dodici in tutto. Tagliai l'ultimo e, mentre ascoltavo la sabbia riversarsi sul pavimento, sentii un suono. Istintivamente allungai un braccio. La lama sferzo contro qualcosa. Tolsi la benda e ritrassi immediatamente il braccio. Avevo colpito Loki. Solo un taglio superficiale fortunatamente. Aveva un piccolo taglio su una guancia. "Oh cazzo." Mi avvicinai e iniziai ad analizzare la ferita. "Mi dispiace." Perché diavolo mi aveva presa così di sorpresa. "Dannazione Loki! Ti sembra il caso di avvicinarti così mentre mi alleno? Se ti avessi fatto veramente male?" Spinsi leggermente una sua spalla. "Sapevi che non mi sarei mai messo in pericolo volontariamente." Sospirò e si strofinò il pollice sul taglio per togliere il sangue che stava iniziando a colare. "Ed era da quando hai iniziato ad avventarti su questi poveri sacchetti che ero qui. C'è ne hai messo di tempo per accorgertene." Incrociò le braccia. "Che vorresti dire?" "Dovresti aguzzare i tuoi sensi, sfruttare le tue abilità al massimo." Iniziò a girare tra i sacchetti. "Ti sei indebolita?" Stava dicendo sul serio? "Come scusa?" Lui sorrise e lasciò cadere a terra il sacco che aveva sollevato. "Ti ho solo fatto una domanda." Intanto avevo smaterializzato i pugnali. "No Loki, non mi sono indebolita, ho solo altre cose per la testa." Incrociai le braccia e aspettai una sua risposta. Stavo ribollendo. "Dimostralo." Non aspettai altro. Avanzai verso di lui velocemente, mentre lui si rialzava in piedi. Iniziai ad attaccare con qualche pugno che lui schivò senza il minimo sforzo. Provai a farlo cadere strisciando una gamba sul pavimento ma giusto il tempo di rialzarmi e lui mi aveva spinta a terra. Con una capriola riuscii a rialzarmi in fretta. Questa volta presi calma e cercai di distrarlo. Mi chinai di nuovo cercando di fargli credere che volessi farlo cadere ancora, invece saltai appoggiandomi alle sue spalle con le mani. Lui si voltò in fretta. Ma questo era troppo poco per ingannare uno come lui. Senza che se ne accorgesse avevo raccolto un sacchetto di sabbia. Lanciai un pugnale verso il muro in maniera che si voltasse e poi calciai il sacchetto nella sua direzione, colpendolo in pieno petto e facendolo cadere a terra. "Un po' sbruffone, non credi?" Aguzzando i sensi sentii della sabbia venire calpestata e mi voltai. Il Loki sul pavimento sparì. "Una delle tue illusioni? Davvero?" "Avanti! Che ti aspettavi." Poi sfoderò i suoi pugnali. "Vuoi davvero arrivare a questo?" Chiesi con voce più stupita che interrogatoria. "Puoi dirlo forte." Io materializzai due coltelli a lama seghettata e iniziai ad avvicinarmi. Scivolai di fianco a lui strappando il pantalone e mi risollevai. Questa volta fu lui ad avanzare. Affondò verso il mio petto e, dopo averlo schivato, afferrò un mio braccio e appoggiando le nostre schiene insieme. Riuscivo a percepire il suo cuore e il suo respiro. Con il tacco della scarpa calpestai un suo piede e mi liberai. "Bel trucchetto, ma ti dovrai impegnare di più." Agitavo il mio coltello come una bacchetta. Lui avanzò di nuovo, prendendo la rincorsa e affondò piegandosi sul ginocchio. Mi scansai, saltai davanti a lui e gli puntai l'arma addosso mentre con l'altra stringevo il suo braccio. Eravamo nella medesima posizione. Lui iniziò a prendere grandi respiri e lo stesso feci io. Mi concentrai sulle sue labbra mentre lui fissava continuamente il mio collo. Simultaneamente lasciammo cadere i pugnali sul pavimento e ci fiondammo l'una nelle braccia dell'altro. Iniziò a baciarmi mentre io mi aggrappavo al suo collo. Ero seduta sopra il suo bacino. Silenziosamente iniziammo a toglierci i pantaloni. "Vuoi davvero farlo qui?" Era una domanda più che scontata, sapevo che a lui non interessava. Lui entrò in me e iniziò ad affondare le sue dita nella mia carne. Mi muovevo lentamente cercando di essere il più silenziosa possibile. Loki mi lasciava succhiotti e baci sul collo per cercare di tacere. Le sue mani si avvinghiavano alla mia pelle affondando nella carne. Scese lentamente fino al mio fondoschiena e prese a stringere i miei glutei. Infilai le mie mani sotto la sua maglia mentre gli baciavo il collo. Mentre continuavo a muovermi Loki buttò la testa indietro respirando rumorosamente. Mi baciò spingendo la mia testa sulla sua mano e scese sul collo poco prima di giungere al culmine. Lasciò un vistoso morso sulla mia spalla. Rimase per un po' a guardarmi. "Non sapevo fossi anche un vampiro..." Lui mi sorrise e si avvicinò per baciarmi. In quell'istante sentii un suono in lontananza. "Vestiti!" Mi spostai indietro e iniziai a infilarmi i pantaloni. Anche Loki iniziò a vestirsi. "Cosa hai sentito?" Finalmente aveva imparato a capire quando era il momento di muoversi. "Sta arrivando qualcuno." Ero ormai vestita. Iniziai a camminare con disinvoltura verso l'uscita. Quasi arrivata all'uscita Loki mi prese stringendo un braccio intorno alla mia vita e tirandomi verso di lui. Mi fece voltare e uscii dalla sala camminando all'indietro. Tenevo le braccia appoggiate sul petto e gli occhi chiusi. Si voltò e mi trascinò nella direzione della nostra stanza. "Sei Heather giusto?" Loki si staccò da me e guardò il ragazzo con espressione corrucciata. "E tu saresti? Non vedi che abbiamo da fare?" Lo colpii sul petto guadagnandomi un'occhiataccia. "Stupido ragazzino." Sussurrò e poi si voltò leggermente. "Sì, sono io Heather. Ti serve qualcosa?" Il ragazzo annuì nervosamente. "Vorrei parlarti." Loki si voltò verso di lui. "Lei dovrebbe prima parlare con me!" Scossi la testa. "Certo, non c'è alcun problema." Mi avvicinai a lui. Teneva la voce bassa, appena udibile. "Volevo ringraziarti." Socchiusi gli occhi cercando di ricordare a cosa si riferisse. "In sala macchine. Saremmo saltati in aria tutti se non fosse stato per te." Roteai gli occhi. "Non ti devi preoccupare." "I miei compagni non si sono nemmeno scusate per la loro scortesia." "Come ho detto, non ti devi preoccupare." Lui annuì di nuovo e poi corse via. Mi voltai verso Loki che teneva le braccia sui fianchi, in una posa seccata. "Allora? Chi era quello? Che cosa voleva da te?" "Non importa, lascia stare, è acqua passata." "Cosa? Cosa è acqua passata?" Avevo iniziato a camminare verso la camera. "Ho salvato il culo a tutti in sala macchine." Lui sorrise in segno di rassegnazione e poi mi seguì. "Mi racconterai dopo, ora abbiamo altro a cui pensare." Eravamo quasi arrivati alla camera. Lui mi appoggiò una mano sul fianco, molto vicino al sedere, che poi fece scorrere fino ad arrivare proprio su esso. "Hey!" Lui mi sorrise maliziosamente. "Mani a posto, prego." Schiacciai il pulsante e entrai nella stanza. Con disinvoltura tolsi la maglia e la lanciai nella cesta, poi continuai a spogliarmi. "Vado a farmi una doccia."

The apartment  // Loki LaufeysonWhere stories live. Discover now