Capitolo XLIV

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Eravamo su una barca volante asgardiana. Un dardo ci sfiorò e l'uomo che stava inizialmente pilotando si lanciò per difenderci e passò la guida a Loki che Partì a tutta velocità verso una montagna. Jane si era sdraiata e Thor la aveva coperta con un telo. "Loki non ti sembra il momento di rallentare?" Ovviamente mi ignorò. Anche Thor iniziò a gridargli domande ma Loki ignorò anche lui. Borbottò qualcosa e poi si infilò in una fessura strettissima della parete di roccia che avevamo davanti. La nave andò a sbattere contro le pareti producendo scintille qualche volta finché fasci di luce colorata ci avvolsero. Dopo aver attraversato questo "tunnel" ci ritrovammo in una landa desolata. Sembrava una specie di deserto con la sabbia scura e il cielo nero. Quello che sarebbe dovuto essere il sole sembrava in perpetua eclissi. Metteva i brividi. Decisi di stendermi anche io e mi addormentai per qualche minuto. Le urla di quei due che litigavano mi fecero rinvenire. Dovetti alzarmi per mettere Loki a sedere. Erano veramente due bambini. Arrivammo su quella che sembrava una collina. I due scesero dalla nave e si nascosero dietro una roccia. Bisbigliarono per qualche minuto poi si alzarono e uscirono allo scoperto. Quei dannati elfi erano alle pendici di quel rialzo dove ci trovavamo noi. Non riuscivo a sentire bene ciò che dicevano. Vidi Loki allungare le mani verso Thor. Lui gli tolse le manette e gli porse un coltello. Nel frattempo Jane si era alzata. Aveva gli occhi neri, faceva paura. Sentii un urlo di dolore e mi voltai. Loki aveva pugnalato Thor che ora stava ruzzolando giù dalla collina. Loki lo seguì. Io e Jane ci alzammo e iniziammo a correre verso di loro. Erano solo a pochi passi dai nostri nemici. Thor cercò di chiamare a se il suo martello ma Loki gli afferrò la mano e mozzò con un taglio netto. Mi coprii la bocca con le mani. Jane corse da Thor mentre io cercai di afferrare Loki per le spalle, per farlo smettere. Mi prese e mi scaraventò lontano. Poi andò da Jane, la sollevò con un solo braccio e la lanciò ai piedi del capo degli elfi. Credo si chiami Malekit. Thor si stava contorcendo a terra per il dolore mentre Jane veniva sollevata in aria e L'Aether veniva estratto da lei. Improvvisamente Loki si voltò verso me e Thor. Una luce verde avvolse quest'ultimo. La mano tornò e tutti i lividi sparirono. Thor prese il mjolnir e lanciò una saetta sulla palla di polvere rossa che fluttuava mandandola in mille frammenti. Era veramente finita? Non poteva essere così semplice. Non mi sbagliavo. Malekit rise e poi alzò le braccia. L' Aether entrò dentro di lui come se non fosse mai successo nulla. Iniziò la battaglia. Corsi da Jane, lei non era in grado di difendersi da sola. Dovetti combattere con due elfi per portarla al sicuro poi tornai in battaglia. Erano veramente molto forti. Loki era agilissimo, stava letteralmente spaccando il culo a tutti. Invece Thor le stava prendendo dal mostro che aveva ucciso sua madre. La rabbia lo stava fregando. Io me la stavo cavando abbastanza bene. Vidi Loki iniziare a fluttuare. Merda. Una di quelle bombe stava esplodendo. Saltai sulla schiena di uno di quegli esseri e corsi da Loki. Riuscii a prenderlo in tempo e a cadere senza sfracellarmi al suolo. "Mi piacciono i tuoi nuovi poteri." Mi stavo ripulendo dalla sabbia. "Non è il momento. Vai ad aiutare tuo fratello io intanto cerco un posto più sicuro per Jane." Tornai vicino alla roccia dove mi trovavo prima. Afferrai Jane per un braccio a la trascinai sopra essa, per avere una visuale migliore. Sferrai un pugno ad un elfo che si stava arrampicando e osservai i sue fratelli. Loki era riuscito ad infilzare quell'essere mostruoso. Rimase ad aspettare che si voltasse per vedere la sua espressione. Che diavolo sta facendo? "Vattene di lì!" Urlai e iniziai a correre verso di lui. Il mostro lo sollevò o lo trafisse con la medesima lama, attaccandolo al suo petto. Volevo urlare ma la voce mi morì in gola. Lasciò cadere il Dio e sparì nel l'esplosione di una di quelle bombe. Thor si era rialzato e stava tenendo il fratello. Quando arrivai la sua pelle era grigiastra e crepata come se fosse di ceramica. Tremava e balbettava per il freddo. Mi inginocchiai di fianco a lui e gli afferrai una mano. Quel senso di impotenza mi stava uccidendo ma cercai di trattenere le lacrime. "Sei un idiota. Perché sei rimasto lì? Avresti dovuto correre!" Stavo gridando. "Lo so, lo so. Sono stato un idiota. Perdonami." Iniziò a mancargli l'aria. "Io... Heather..." Sapevo cosa voleva dire. "No, ti prego." Lo stavo implorando con gli occhi. "Heather io ti amo." Iniziai a piangere e lo strinsi forte. Riuscii a percepire la vita che abbandonava il suo corpo. Thor gli chiuse gli occhi. "Non possiamo rimanere qui Heath. Dobbiamo andare." Mi asciugai le lacrime e mi alzai. Lasciai nella sua fredda mano la spilletta dannosa che mi aveva messo addosso e la sua chiave dell'appartamento. Avrei voluto dargliela quel giorno. Entrammo in una grotta per rimanere più al sicuro. Mi sedetti sopra una roccia abbastanza liscia. "Io non credo di poter continuare." Jane si sedette di fianco a me e mi prese una mano. Stava per iniziare a parlare quando squillò il suo cellulare. Aspetta un secondo? C'era campo? Rispose e iniziò a parlare con un certo Richard. Prese Thor per un braccio e lo trascinò più avanti. Li seguii pure io. I due scomparvero in una specie di portale che attraversai pure io. Eravamo in un posto malandato con palazzi distrutti e cocci di vetro ovunque. La ragazza si diresse verso un'auto rossa con i vetri rotti e parecchi graffiti sulla carrozzeria. Si sedette alla guida e Thor di fianco a lei, io sui sedili posteriori. "Allora... chi è questo Richard?" Io e Jane lo guardammo come per incenerirlo. "Stai scherzando?!" Rispose lei con tono incazzato. Thor passo gli occhi da me a lei un paio di volte e poi si sedette con lo sguardo basso. Jane guidò fin sotto un grande palazzo. Iniziammo a salire le scale fino al terzo piano. Entrammo in un appartamento malandato. All'interno c'erano una ragazza dell'età di Jane con gli occhiali e un cappello, un ragazzo più giovane ma molto più alto e un uomo di mezza età in mutande con i capelli scompigliati. Tutti si voltarono. Quell'uomo era Selvig. Abbassai lo sguardo. Sapevo quale sarebbe stata la sua reazione alla notizia della morte di Loki. Chiesi a Jane dove si trovava il bagno e mi ci rinchiusi dentro. Non riuscivo a piangere. Lui ha detto di amarmi sul punto di morte. L'unica altra volta a cui aveva accennato a ciò fu durante il litigio la notte in cui tornammo a casa dopo l'operazione. Mi alzai e mi sciacquai il volto con acqua fredda. Rimasi a guardare il mio riflesso allo specchio. Osservai tutto ciò che piaceva più a lui. Gli occhi sfumati di viola, i capelli leggermente scompigliati, il collo. Scorsi l'ombra di un livido, nascosto dai capelli, che non avevo notato. Uscii dal bagno. Gli altri mi fissavano come se fossi stata un cane bastonato. "Beh, abbiamo intenzione di fare qualcosa?" Tutti distolsero lo sguardo. I nostri nuovi compagni avevano già un piano. Durante la battaglia l'idea di Jane dei portali fu molto utile. Fortunatamente dovetti combattere il minimo necessario, il mio compito era più mettere al sicuro i civili nell'area che avevamo circondato. Era stato abbastanza semplice.

The apartment  // Loki LaufeysonWhere stories live. Discover now