Capitolo 7.

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ANITA'S POV :

Quando ritorno in cella trovo Clarissa seduta sul suo letto con le gambe rannicchiate  al petto che si asciuga le lacrime.
Non posso fare finta di niente, così mi siedo di fronte a lei.
"Che succede?" - le scuoto un po' il braccio per avvertirla della mia presenza.
"Non mi va di parlarne." - mi risponde lei, come avevo predetto è difficile estorcerle qualcosa.
"I tuoi genitori non sono venuti, vero?" - insisto.
"È tutta colpa mia." - mi risponde lei e alcune lacrime le riprendono a scendere sul viso.
"Cosa è colpa tua?" - cerco di capire quanto di quello che ha raccontato è verità.
"Loro non sono venuti perché sono delusi da me, ma io..." - sta per confessarmi qualcosa ma poi mi guarda e si blocca.
"Ma?" - la incito a parlare, ma lei mi scosta e scende dal letto.
"Niente, lascia stare." - mi dice lei, io tiro un forte sospiro. Sto cercando di mantenere la calma, ma è difficile. In altre occasioni avrei già trovato un modo tutto mio per far parlare questa principessina.
"Clarissa se non mi dici quello che sta succedendo, non posso aiutarti." - le dico avvicinandomi.

Per sua fortuna però arriva la guardia a dirci che dobbiamo scendere giù al campetto perché abbiamo l'ora libera.
Avrò sicuramente tempo per riprende questa conversazione con la mia compagna di cella.

Quando scendiamo giù cerco tra i ragazzi mio fratello ma di lui non c'è traccia. Noto però il gruppetto che ieri era con lui in sala comune così mi avvicino a loro, se sono amici di Ciro sono amici pure miei.
"Ue piccrè." - mi saluta quello con gli occhi verdi che ieri ha fatto il cretino con me, se non ricordo male si chiama Edoardo.
"Ciro non c'è?" - chiedo senza troppi giri  di parole.
"Non è ancora sceso, però tu puoi stare con noi." - mi risponde con il solito ghigno malizioso che aveva anche  ieri. Cos'è?! Ci sta provando con me?! Perché se è così non funzionerà mai.
"E' ferniscil nu poc. Fai sempre o' provolon cu' tutt quant." - lo richiama  il ragazzo dai capelli rossi.
"E se vuole fare il provolone faglielo fare tanto con me non ci riuscirà mai." - lo guardo con aria di sfida.
"Mo' capisco perché Ciro ti teneva nascosta." - continua Edoardo mentre  prende dal pacchetto una sigaretta per portarsela alle labbra ma io gliela sfilo dalle mani.
"E quale sarebbe il motivo?" - gli chiedo mentre prendo l'accendino dalla tasca e mi accendo la sigaretta sotto lo sguardo attento di lui.
"Perché si' troppa bella" - gli altri ragazzi ridacchiano ma io faccio una smorfia simile al disgustoso.
"Seriamente riesci a rimorchiare con queste frasi?" - lo prendo in giro, e lui perde un po' di quella sicurezza che lo contraddistingue.
"Ti sto facendo solo dei complimenti, che c'è non ti piacciono?!" - inarca un sopracciglio.
"Ma io tutta questa confidenza non te l'ho mai data." - mi viene da ridere, ma non lo farò. Questo gioco mi piace troppo per dargliela vinta.
"Non ho bisogno del tuo consenso, faccio e dico quello che mi pare." - mi risponde lui facendo spallucce.
"E mio fratello lo sa?" - gli chiedo e lo vedo trasalire, ho appena scoperto il suo punto debole.
"Come potrebbe reagire se venisse a scoprire che ci stai provando con sua sorella?"- continuo avvicinandomi pericolosamente a lui.
"Te l'ho già detto, piccrè, non ci sto provando con te." - assottiglia lo sguardo.

Qualcuno si sovrappone fra di noi, mi strappa la sigaretta dalla bocca e la butta a terra.
"Amm fernut cu sti strunzat?" - È mio fratello Ciro che presa da questo stupido gioco non avevo neanche visto arrivare.
"Stavamo solo parlando." - gli dico continuando a guardare Edoardo.
"E tu da quando fumi?"- mi chiede indicando la cicca ai suoi piedi.
"Da un po'." - gli rispondo vaga.
"Ma lo vuoi capire che sei ancora piccerell pe' sti strunzat?" - mi ammonisce lui. È sempre stato molto duro, ma ora chiuso qui dentro lo vedo un po' come un animale feroce chiuso in gabbia.
"Ero piccerell pure quando tu sei stato arrestato, quando papà è stato arrestato, e quando Pietro mi ha chiesto di fare dei lavori per lui?" - lo affronto a muso duro.
"Abbassa la voce quando dici queste cose."- mi rimprovera, guardandosi intorno per controllare se qualcuno ci sta ascoltando.
 "Vafancul Ciro."- gli do una spallata e lo sorpasso, andandomi poi a sedere sul muretto da sola.

Dalla tasca estraggo il mio pacchetto di sigarette e me ne porto una alle labbra, finalmente posso fumare visto che mio fratello mi ha distrutto quella che avevo rubato ad Edoardo. E proprio quest'ultimo mi si avvicina sedendosi al mio fianco.
"Se ti ha mandato mio fratello, puoi anche tornartene da lui."- mi affretto a dire continuando a guardare davanti a me. 
"Lui ti vuole molto bene."- mi dice invece, e dalla mia bocca fuoriesce un suono simile ad una risatina amara.
"E' sol strunz."- ribatto in modo astioso.
"Ha un modo tutto suo per dimostrare l'affetto che prova per le persone che gli sono vicine."- mi dice lui fieramente. Non so per quale motivo ma si vede che è molto legato a mio fratello.
"Mi fa piacere che tiene almeno uno scem come te che crede alle stronzate che dice."- mi giro a guardarlo e lo vedo sogghignare, mi fa incazzare quando fa quell'espressione.
"Siamo molto amici, ed ho imparato un po' a conoscerlo perciò mi permetto di dire queste cose su di lui."- mi confida lui.
"Lo sai che fine ha fatto l'ultimo amico che ha avuto mio fratello?"- Lo fisso aspettando una sua reazione, pensando che magari non sa tutta la storia, ma invece Edoardo non si smuove di una virgola.
"Ij nun so Francesc."- mi risponde semplicemente, facendomi capire che in realtà sa tutto.
"Vorrei proprio sapere perchè mio fratello si fida così tanto di te." - assottiglio lo sguardo. Guardandolo bene sembra proprio un bravo ragazzo, occhi verdi luccicanti, una spruzzata di lentiggini sul naso,  l'espressione di chi sogna ad occhi aperti e sembra vivere su un altro pianeta, eppure c'è qualcosa in lui che non mi convince.

"Piccrè, non mi conosci, e non bello giudicare un libro dalla copertina."- mi chiama di nuovo con quello stupido soprannome facendomi irritare ancora di più.
"La smetti di chiamarmi così?"- serro la mascella e lui ridacchia.
"Si' proprio impossibile tu."- mi dice.
"Impossibile mi piace di più come soprannome."- ribatto  abbozzando un sorriso.
"Eh ma non va bene."- mi guarda intensamente.
"E perchè?"- gli chiedo confusa.
"Perchè a me le cose impossibili mi piacciono assai." - non riesco a trattenere una risata.
"Stai ancora cercando di provarci con me?"- torno a guardare un punto indefinito davanti a me, non mi piace questo suo modo che ha di approcciarsi con me.
"Sto dicendo semplicemente la verità."- mi dice e noto che  lui invece sta continuando a fissarmi.
"Ed io ti ho detto che non ti devi prendere queste confidenze."- ribatto seria. 
Non mi piace quando qualcuno ci prova con me, perchè io sono una tigre e decido io chi sbranare e chi no. E il modo altezzoso che ha Edoardo di approcciarsi con me mi fa solo irritare. 

Mentre sono intenta a pensare un modo per zittire questo cretino alla mia sinistra noto Clarissa farsi strada tra le ragazze per poi buttarsi tra le braccia di Carmine Di Salvo. La mia famiglia e la sua sono acerrimi nemici, siamo in combutta per chi deve prendersi  tutta Napoli. Ora mi è tutto più chiaro, quella stronza lavora per loro.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now