Capitolo 67.

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CIRO'S POV:

Non mi sono mai sentito così  tanto vuoto in vita mia come in questi giorni. Sono stato arrabbiato, triste, deluso, per pochi momenti felice ma mai ho sentito quest'angoscia che sento ora. Clarissa ha portato via con sé tutto le emozioni che solo lei era in grado di regalarmi, ed ora non rimane niente più, ora non ho realmente niente più da perdere.

Se prima ero irascibile, ora sono del tutto fuori controllo, nessuno può dirmi niente che scatto come una molla, sono addirittura arrivato a mettere le mani addosso ad Anita, cosa che non ho mai fatto e mia sorella ne ha combinate di ogni colore per farmi arrabbiare. Di questo mi pento tantissimo, ma non gliel'ho ancora detto, e probabilmente non glielo dirò mai, voglio solo essere lasciato in pace, che mi lascino pure sprofondare nella mie sabbie mobili fatte di mostri e paure.

"Oggi neanche scenderai?"- mi chiede Edoardo uscendo dal bagno mentre io sono intento a fumarmi una sigaretta seduto sulla sedia vicino alla finestra.
L'unico a cui permetto ancora di rivolgermi poche parole è lui, anche perchè è lui che mi sta comunicando ciò che sta succedendo in questi giorni nell'IPM, io non ho voglia di ascoltare nessuno ne tanto meno di interessarmi alle stronzate che fanno qui dentro.
Mi limito a scuotere la testa mentre continuo a guardare fuori alla finestra dove già inizio a vedere alcuni ragazzi scendere in cortile.

"Cirù posso dirti una cosa?"-mi chiede mentre si siede sul letto di fronte a me.
"Tanto me lo dirai comunque."- gli rispondo guardandolo attentamente.
"Non ha senso che tu continui accussi, se vuoi stare con Clarissa vai là e glielo dici prima che lei vada via, altrimenti se veramente  non te ne fott proprio più di lei riprendi in mano la tua vita. Ij nun te poss verè chiu in questo stato."- mi dice con una smorfia di dolore stampata in faccia, quasi se provasse le stesse cose che sto provando io.
"Tu nun capisc."- gli dico mentre torno a guardare fuori dalla finestra.
"E che dovrei capire?"- mi guarda accigliato Edoardo.
Mi alzo dalla sedia e girandoci intorno mi avvicino alla finestra, non ci riesco, non mi metterò qui a raccontare quello che sento perchè non lo so neanch'io quello che sto provando.
"Se me lo spieghi magari ti posso pure aiutare."- Edoardo resta  seduto sul letto, ad una giusta distanza e forse è meglio così.
"Per aiutarmi dovresti tornare indietro ed evitare di farmi entrare nella vita di Clarissa."- gli dico in modo asettico.
"E perchè dovrei?! Chella guaglion ti ha fatto solo bene."- sorride vittorioso lui.
"Ed io invece gli ho fatto solo male."- ribatto io.
Edoardo si alza dal letto e mi si avvicina.-" Clarissa sapeva chi fossi, e di cazzate ne hai fatte mentre lei cercava di avvicinarsi a te, eppure mi sembra che non sia mai scappata, anzi è sempre rimasta. Quindi mo o è scem e cerca un modo per farsi del male, o semplicemente in te ha visto qualcosa di buono."

"O semplicemente l'amore ha offuscato  il suo giudizio."- gli dico continuando ad ispirare a pieni polmoni il fumo della mia sigaretta.
"L'amore non offusca proprio niente, l'amore ti rende solo libero."- mi dice lui con uno strano luccichio  negli occhi. E' impossibile non pensare che quando pronuncia quelle parole lui a sua volta stia pensando a mia sorella, anche lei è una persona difficile da amare eppure lui è rimasto nonostante le mille difficoltà.

"Non posso permettermelo."- scuoto la testa contrariato.
" E mo vien a dicer proprio a me?! Io mi sono innamorato di tua sorella, e scus si to dic Cirù ma la mia storia è stata molto più complicata della tua."- mi dice sorridendo, confermando quello che stavo pensando.
"Tanto tra poco se ne va, ed è meglio accussi."- taglio corto io mentre mi giro per lanciare la mia sigaretta ormai finita fuori dalla finestra. Ma ciò che vedo mi fa ribollire il sangue nelle vene ...
"E a tuo figlio non ci pensi? Non vuoi conoscerlo?"- continua a chiedermi Edoardo, ma ormai non lo ascolto più.
Il mio sguardo è fisso su Clarissa che sta parlando con Carmine, e all'improvviso lui si permette addirittura di metterle una mano sulla pancia per accarezzarla,  so che non c'è malizia nel suo gesto ma non deve comunque permettersi di prendersi questa confidenza.
E poi lo sento, sento di nuovo il cuore tamburellarmi furiosamente nel petto, solo per lei, il mio cuore si spegne e si riaccende solo con lei.

In uno scatto repentino sono già fuori dalla cella.
"Ma aro vaje?"- mi chiede Edoardo seguendomi.
"Ho deciso ca mo è mument di scendere in cortile."- gli rispondo e sento la rabbia risalirmi fino al cervello.

Quando arrivo da Carmine e Clarissa ho il fiatone, ma loro non si accorgono neanche della presenza mia e di Edoardo.
"Chi ta rat tutta sta cunfrenz?"- mi metto subito fra di loro, fronteggiando Carmine.
"Guarda che Clarissa è mia amica."- mi spiega lui ma a me non frega niente di quello che dice, sto solo pensando che l'ha toccata.
"E ma chill là din't è figl'm e tu non ti devi permettere di toccarlo."- gli ringhio contro.
"Ciro ma che stai dicendo?"- mi chiede Clarissa al mio fianco, incredula che proprio io abbia pronunciato quelle parole. Eppure è così, non ero geloso di lei, ma della bambina o del bambino che porta in grembo.
"Mo ti sei ricordato che è tuo figlio?! Perchè Clarissa mi stava proprio raccontando che tu non  vuoi assumerti nessuna responsabilità."- Carmine mi ride in faccia, facendomi arrabbiare ancora di più.
"Tu me proprio rutt o cazz o saje?"- gli dico e improvvisamente lo afferro per il colletto della maglia, issandolo di poco.
"Ciro, ti prego, lascialo."- mi dice Clarissa ma continuo a non ascoltarla.
"Che vuo fa Ciro? Vuoi prendermi a mazzate qua davanti a Clarissa? Così le darai un ulteriore conferma del fatto che faccia bene a stare lontana da te?"- Continua a provocarmi lui, con frasi che purtroppo mi  feriscono proprio dove mi fa più male. Vorrei rispondere nell'unico modo che conosco, cioè usando la violenza. Ma Clarissa al mio fianco quasi non si accascia per terra, dolorante mentre si tiene la pancia.
Lascio immediatamente la maglia di Carmine, e mi avvicino per sorreggerla.
"Che succiess? Che tieni?"- le chiedo mentre la tengo per non farla cadere.
"Non lo so, è una fitta sotto la pancia."- mi risponde vaga lei, mentre mi punta i suoi occhi nei miei e mi era mancata, come mi guarda lei nessuno mai.
"Deve andare in infermeria."- mi dice Edoardo che era rimasto tutto il tempo a guardare la scena.
"La accompagno io."- cerco di porgere una mano a Clarissa per aiutarla a camminare ma lei la respinge.
"Ci vado da sola."- mi dice arrabbiata.
"Non vai da nessuna parte da sola, e nun vogl senti un no come risposta."- le dico cercando di mantenere un tono di voce calmo, non voglio arrabbiarmi con lei.

Clarissa accetta solo perchè da sola non riesce neanche a fare un passo, così si appoggia a me e piano la accompagno in infermeria.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIDonde viven las historias. Descúbrelo ahora