Capitolo 54

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CIRO'S POV:

Non ho mai avuto veramente paura della morte, essendo figlio di un boss ho sempre pensato che prima o poi un passo falso di mio padre mi avrebbe portato ad una fine del genere. Ma non posso dire lo stesso dei mie fratelli, con loro ho sempre avuto paura di perderli, soprattutto Anita. Nonostante la sua forza l'ho sempre vista molto fragile, come una rosa di un colore raro, che se ne sta lì in un prato pieno di rose tutte uguali, e tu devi proteggerla perchè sai che quella rosa è l'unica del suo genere. Ed è quello che ho cercato di fare per tutti questi anni, nonostante il suo brutto carattere, io sono sempre stato la sua ombra, fin quando però sono finito nell'IPM.

Ma per fortuna tutto questo bruttissimo incubo è finito, lei si è risvegliata. La direttrice mi ha richiamato nel suo ufficio e mi ha detto esattamente tutto ciò che mi aveva già spiegato Edoardo, quindi non ha mentito, almeno non questa volta.

Quando esco dallo studio della direttrice mi faccio portare da Lino nella cella di Clarissa, mentre parlavamo prima nella sala comune si è sentita male e voglio controllare se è tutto apposto.
Entrando nella sua cella lei è distesa sul letto di Anita, che non è stato occupato da nessun'altra, per tutto questo tempo che lei non c'era. Clarissa ha esplicitamente detto alla direttrice che Anita sarebbe tornata presto e che quel posto non lo avrebbe lasciato a nessuna.

"Che ci fai qui?"- mi chiede aggrottando le sopracciglia.
"Come stai?"- le chiedo avvicinandomi a lei.
"Bene..."- mi risponde sempre più confusa.
"Ho visto che sei corsa in bagno a vomitare prima, e mi sono preoccupato."- le spiego il motivo per il quale sono lì.
"Ah è per quello. Sto bene, è una cosa che mi succede spesso quando sono agitata, e sai già come sono stata in queste settimane."- mi dice lei, mentre io mi sposto verso la finestra per andare a fumarmi una sigaretta.
"Sì, sono venuto per quello." -In realtà ci sono anche altre cose di cui vorrei parlare con lei, ma ora non ne ho voglia.
"C'è nient'altro che mi devi dire?"- mi chiede lei seguendomi con lo sguardo.
"Non ora."- taglio corto io.
"Dai Ciro, sfogati, dimmi quello che devi dirmi e facciamola finita."- rotea gli occhi, ed io odio quando fa quella cosa.
"Smettila."- la ammonisco mentre una nuvoletta di fumo prende forma tra di noi.
"Di fare?"- mi chiede avvicinandosi.
"Di fare quella cosa con gli occhi, o saje che me ra fastidio."- le rispondo infastidito.
"A te danno fastidio un sacco di cose."- sbuffa lei.
"Come per esempio sai che mi da fastidio che aiuti chillu scem re Eduard."- esplodo.
"Visto che c'era qualcosa che volevi dirmi."- mi risponde lei, fiera di avermi tirato di bocca quello che voleva sentirsi dire.
Non le rispondo, mi limito a continuare a fumare la mia sigaretta.
"Perchè non vuoi accettarlo?"-continua lei.
"Ma accettare che coccos, Clari?"- la guardo con disappunto.
"Che Anita ed Edoardo si vogliono bene, più di quanto immagini, e non sarei di certo tu a porre fine a questo sentimento."- per quanto io sia arrabbiato per tutta questa situazione, non riesco ad esserlo fino in fondo con lei.
"Non doveva succedere."- butto la sigaretta fuori la finestra per evitare di continuare a guardarla.
"Anche a me non doveva succedere di finire qui per un reato che non ho neanche commesso, e non doveva succedere di innamorarmi di Ciro Ricci, che va esattamente contro tutto ciò in cui ho sempre creduto, ma guardaci ora. Ci avresti mai scommesso su noi due?"- i suoi occhi si stringono a due fessure.
Sorrido pensando che abbia ragione, ma non glielo dirò mai.
"Orgoglioso come sei non me lo dirai mai, ma sai che ho ragione."- incrocia le braccia al petto vittoriosa.
"Come fai?"- le chiedo, e lei mi guardata confusa.
"Come fai a vivere sognando ad occhi aperti?"- continuo io.
"Perchè sognare non costa nulla, e poi detto sinceramente è meglio vivere sognando un futuro diverso che vivere nella merda che ci circonda."
La attiro a me circondandole la vita con le braccia. - "Tu sei speciale."
"Puoi imparare a sognare anche tu."- mi sussurra dolcemente.
"Me lo insegni tu?"- le chiedo, lei aggancia le mani dietro il mio collo.
"Solo se lo vuoi."
"Con te, voglio tutto."- le dico un attimo prima di baciarla, è tutto il pomeriggio che voglio farlo.

Clarissa ha ragione, ormai quello che non volevo succedesse è successo, ed Edoardo non sembra per niente intenzionato a lasciare stare Anita, anche se questo gli è costato quasi la vita. Quindi anche se non vorrei, mi tocca fare un passo indietro, e lasciargli vivere ciò che sto vivendo io con Clarissa: un sogno.

Sto tornando nella mia cella, ma mi fermo fuori la cella di Totò dove ormai Edoardo alloggia, e proprio quest'ultimo gli sta raccontando di come mia sorella si è risvegliata sentendo la sua voce, però quando mi vede si ferma.
"Ciro non ho voglia di litigare ancora con te, non oggi."- quasi mi supplica.
Faccio un segno a Totò di andare via, e lui esegue il mio ordine.
Entro in silenzio nella cella, nel frattempo Edoardo mi segue con lo sguardo.
"E che ce ritt ad Anita?"- chiedo mentre mi accendo un'altra sigaretta.
"Veramente ti interessa o vuoi solo un pretesto per litigare?"- mi chiede avvicinandosi a me.
Lo fulmino con lo sguardo, facendogli capire che non scherzo affatto.
Lui si siede sulla sedia davanti a me, ed anche lui si accende una sigaretta.
"Le ho aperto il mio cuore, le ho spiegato che non so come o quando sia successo ma che mi sono innamorato di lei. Che non mi interessa se ho perso la tua fiducia, se ho perso il lavoro che mi ha dato spezzando per sempre il mio sogno, lei vale molto di più di tutto quanto. Più di quanto tu possa solo immaginare, adesso è lei il mio sogno."- mi dice lui con aria sognante.
"Tu o saje che stare dietro ad una come Anita è complicato assai?"- chiedo scrutandolo con lo sguardo.
"E secondo te perchè aggia pers a capa pe' ess?! Perchè è tal a quale a me, è l'unica capace di comprendere la mia stessa pazzia."- ridacchia lui.
"Se tu ti permetterai in futuro, anche solo con il pensiero, di tradirla o semplicemente farle del male, nun o sacc nemmanc ij chell che te putess fa."- gli dico minacciandolo con lo sguardo.
"Non succederà Cirù. La tratterò con rispetto e con amore, quello che merita, te lo prometto."- mi dice mentre io spengo la sigaretta nel posacenere posto sul tavolino.
Non ho bisogno di tante parole, quello che dovevo dirgli gliel'ho detto, e sono sicuro che Edoardo conoscendomi abbia afferrato il concetto.
Sto uscendo dalla cella ma quasi fuori mi fermo e mi giro a guardarlo.
"Se te lo permettono, puoi tornare nella cella con me."- gli dico e lui mi sorride soddisfatto, perchè sa che quello per me significa che l'ho perdonato.

Spero solo che Clarissa abbia ragione, e che io non debba uccidere il mio migliore amico, di nuovo....

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now