Capitolo 23.

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ANITA'S POV:

"Non combinare altri casini, ti prego." - mi sussurra Clarissa appena entriamo nella sala del progetto.
"Non posso prometterti niente." - sbuffo infastidita.

Vengo improvvisamente strattonata per un braccio da mio fratello che è comparso d'un tratto al mio fianco.
"Ma che fai?" - gli chiedo cercando di liberarmi dalla sua presa.
"Vien cu'mme." - mi porta dietro uno scaffale, lontano da tutti.
"Ti avevo detto di non fare casino, eppure ti trovo sempre in qualche guaio. Ma comm è possibile?"- è furioso.
"Ma veramente ti aspetti che faccia quello che mi dici tu." - roteo gli occhi.
"Tu me rutt o cazz Ani', non posso stare pure dietro alla tua testa." - lui assottiglia lo sguardo.
"Giusto, hai già tanto da fare con la principessa." - lo prendo in giro io.
"Quello che faccio io, non sono cazzi tuoi." - mi rimprovera lui.
"E allora quello che faccio io non sono cazzi tuoi." - Ribatto.
"Tu nun e capit nu cazz. Mo' mi spieghi perché hai messo le mani addosso a quella ragazza." - mi si avvicina minacciandomi con lo sguardo.
"Se lo meritava." - scrollo le spalle.
"Non puoi andare in giro picchiando la gente, qua dentro non devi attirare l'attenzione." - serra i pugni lungo i fianchi.
"Ho capito, va bene." - gli rispondo irritata.
"Ani'!" - mi richiama lui.
"Ho capito Ciro, cercherò di mantenere la calma e di non fare più cazzate." - mi arrendo.
"E quando ti mando Edoardo, tu o' stai a sentì. Ci siamo capiti?" - mi chiede  scrutandomi attentamente.
"Perché devo seguire gli ordini di chillu strunz?" - gli chiedo iniziando ad agitarmi.
Non mi piace quando mi sta intorno, mi scatena cose che non riesco a gestire e non va bene.
"Perché è il mio migliore amico, ed io mi fido solo di lui." - mi spiega velocemente.
"Ti fidi di lui?" - gli chiedo sogghignando, se solo sapesse cosa combina alle sue spalle il suo migliore amico.
"C'è qualcosa che dovrei sapere?" - mi chiede sbigottito.
"No niente, se tu ti fidi di lui, allora mi fido anch'io." - mento perché di uno come Edoardo non mi fido neanche un po'.
"Mi stai nascondendo qualcosa?" - alza un sopracciglio irritato.
"Ora sei diventato anche visionario? Cert ca a principess' ti ha dato proprio alla testa." - cerco di portare la sua attenzione su Clarissa.
"Nun me pigl pe' cul  Ani'. Se vengo a scoprire che mi stai nascondendo qualcosa finisce male." - mi afferra un braccio minacciandomi.
"E mo vatten che ho da fare." - mi dice lasciando la presa sul mio braccio.
"Hai da fare con la principessa?" - gli sorrido maliziosamente.
"Vatten" - mi da uno schiaffetto leggero sulla nuca.
"Attento a non scottarti troppo con Clarissa, non è così innocua come sembra." - lo prendo un altro po' in giro prima di andare via.

Quando esco da dietro gli scaffali, il mio primo pensiero è quello di dover parlare con Edoardo. Ciro è troppo sospettoso, ed ho paura che quel coglione si sia fatto scappare qualcosa.
Lo vedo in lontananza parlare con Teresa. Stringo i pugni lungo i fianchi, tanto che sento le unghie conficcarsi nella carne. Ho promesso a Ciro di non fare più cazzate, ma in questo momento vorrei tanto infilare la punta di un pennello nell'occhio di Teresa, ed un altro nell'occhio di Edoardo.
Devo interrompere qualsiasi cosa stiano facendo.

Edoardo è incazzato nero perché gli ho rovinato la reputazione con la figlia di papà, io invece sono fiera di me per averle fatto del male anche solo con delle parole.
"Ani' che vuo? Parla!" - mi urla contro una volta arrivati sul tetto.
"Che c'è sei incazzato perché ho detto la verità alla figlia di papà?" - gli chiedo ridendo.
"Ij nun te support chiu." - continua ad urlarmi contro.
"Perdo la testa se mi stai vicina, non riesco a controllare nulla di quello che fai, e non riesco a controllare me. Quindi puoi per favore dirmi che cosa vuoi e poi finirla qua?" - mi chiede mentre la vene sulla sua fronte pulsa.
"Ciro è venuto da me e mi ha fatto un sacco di domande strane, gli hai raccontato qualcosa?" - lui si incupisce all'istante.
"Cosa gli dovevo raccontare?" - mi guarda con quel suo solito ghigno malizioso che mi fa arrabbiare da matti.
"Di quello che abbiamo fatto." - gli rispondo seria.
"E che abbiamo fatto?" - sta cercando di provocarmi.
"Di come mi hai infilato la lingua in blocca e di come mi hai messo le mani addosso." - gli dico fulminandolo con lo sguardo.
"Non gli ho detto niente." - taglia corto lui, senza malizia né nient'altro.
Non può finire così, non può andare via senza neanche degnarmi di una  stupida battutina.
"Ti piace assaje  a chiattil ro Vomer?" -gli chiedo avvicinandomi.
"E a te che te ne fott?" - mi risponde ancora rosso in viso.
"Te la fa girare la testa come te la faccio girare io?"- gli chiedo passandogli l'indice sul petto, ma lui mi scosta la mano.
"Ani' ferniscel." - mi guarda con la mascella contratta.
"La senti questa attrazione anche con lei?"- lo provoco avvicinandomi  sempre di più.
"Tu stai pazzian co fuoc." - mi incendia con lo sguardo.
"Non ho paura di bruciarmi." - gli rispondo.
In un movimento repentino, mi afferra per i fianchi e mi intrappola tra il suo corpo e il muretto.
Mi bacia senza permesso, con ardore. Come chi non beve da mesi ed adesso si sta dissetando.
Gli allaccio le braccia intorno al collo e gli passo le mani tra i capelli, lui invece fa vagare le sue mani su tutto il mio corpo.
Gli afferro il labbro inferiore  e lo intrappolo tra i denti, sto letteralmente perdendo la testa o forse l'ho già persa.
Si stacca  per un secondo dalla mia bocca, io mi avvicino per riprenderlo a baciarlo ma lui mi blocca.
"Calmat tigre." - ride sulla mia bocca.
"Quando c'è l'hai il permesso per uscire?" - mi guarda con occhi lucidi di passione.
"Tra una settimana, perché?" - gli chiedo mentre i nostri corpi sono ancora legati.
"Cerco di prendermelo anch'io questo permesso, così usciamo insieme. Ti porto in un posto bellissimo." - mi dice sorridendo maliziosamente.
"Mi devo fidare di te?"- gli chiedo assottigliando lo sguardo.
"No, non puoi." - mi prende in giro lui.
"Allora non vengo da nessuna parte con te." - sogghigno io.
"Tanto o sacc che poi ci verrai. " - mi sussurra prima di baciarmi ancora.

Questo ragazzo sarà la mia rovina.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now