Capitolo 18.

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CLARISSA' POV:

Ho dovuto lasciare Anita con Edoardo, anche se lei mi ha dato conferma che potesse affrontarlo da sola, non mi fido di quel ragazzo. Anita sembra una ragazza tanto forte ma in fondo è molto fragile ed ho paura che uno come Edoardo possa approfittarsi di lei.

Sto facendo finta di prendere dei colori per la tela ma in realtà il mio quadro l'ho quasi finito.
Qualcuno però mi picchietta sulla spalla, costringendomi a voltarmi.
"Che c'è ti sei persa tra i colori?" - È Carmine che mi guarda sorridendo.
"Che bello vederti." - lo abbraccio di slancio.
"Jam non attiriamo l'attenzione delle guardie." - mi dice ed io mi stacco dal suo abbraccio.
"Come stai? E Nina? E il bambino?" - gli pongo le domande una dietro l'altra.
"Nina e il bambino stanno bene, in questi giorni deve fare un'altra ecografia. Infatti sto cercando di ottenere un permesso per uscire." - mi spiega lui.
"Deve essere un' emozione unica." - batto le mani eccitata.
"Non ho mai provato niente di simile in vita mia." - mi dice lui con occhi lucidi.
"Posso solo immaginare quello che si prova."- gli dico commossa.
"E tu? Come stai? I tuoi genitori sono venuti a trovarti?" - mi chiede Carmine e la mia espressione cambia totalmente.
"È venuto mio padre, mi ha detto che mi aiuterà ad uscire da qui." - mento.
Non voglio che Carmine sappia tutta la storia, non voglio che si preoccupi, ha già tante cose a cui pensare.
"E ' vist, ti avevo detto che prima o poi tutto  si sarebbe sistemato - mi dice lui sorridendo dolcemente.
"Già, spero il più presto possibile." - mi mordo l'interno della guancia per non dire altro.

Noto da lontano che Ciro sta venendo verso di noi, e subito inizio ad agitarmi. Sto pensando ad una scusa per andare via ma Ciro è più veloce di me ed è già da noi.
"Ti devo parlare." - mi incendia con gli occhi.
"Cre mo sei amica con questo?" - mi chiede Carmine indicando con la testa Ciro.
"Deve chiedere il permesso a te, Piecuro?" - Ciro si avvicina a lui pericolosamente.
"Non mi sembra il luogo adatto per queste stronzate."- mi sovrappongono tra i due.
"Stai a sentire l'amichetta tua." - gli dice Ciro sorridendo.
"Non dovevi parlarmi?"-chiedo a Ciro cercando di distogliere la sua attenzione da Carmine.
"Vien cu'me." - mi fa cenno di seguirlo.
"Clari' statt' accort."-mi ammonisce Carmine.
"Credimi, so quel che faccio." - Ribatto io.
Lui non lo sa che sto cercando di salvare anche lui, oltre me e la mia famiglia.

Ciro stando sempre attento a non farci scoprire, mi porta nella solita stanza.
"Che c'è? Che succede?" - gli chiedo impaziente.
Stare di nuovo chiusa qui dentro con lui mi provoca un mix di emozioni che non riesco a decifrare.
"Ho avuto un'idea per quanto riguarda tuo padre." - mi spiega velocemente lui.
"Ah si tratta di questo." - mi lascio scappare. Per un secondo ho pensato che volesse parlare di quello che è successo ieri.
"Perché di cosa dovevamo parlare?" - lui sogghigna malizioso.
"Niente lascia stare." - scuoto la testa.
"Vuoi parlare di quello che è successo ieri?" - mi chiede puntando i suoi occhi nero carbone nei miei.
"Non c'è niente di cui dovremmo parlare." - rispondo io fingendo indifferenza. Ma in realtà le sue parole mi feriscono, perché per me  i baci sono importanti e non si danno così solo per gioco.
"Sono d'accordo con te." - ringhia lui a denti stretti.
"Mo' possiamo parlare di cose serie?" - incrocia le braccia al petto, io annuisco.
"Devi chiamare tuo padre e riferirgli esattamente ciò che ti dico io." - mi spiega lui serio.
"Cioè?" - chiedo confusa.
"Intanto fammi prendere il telefono." - si allontana e si mette a cercare in uno scatolone, su uno scaffale. Non voglio neanche sapere come abbia fatto a far arrivare qui dentro un telefono.
Una volta trovato il telefono, torna da me e me lo porge.
Io resto ferma nella mia posizione, titubante se prendere il telefono dalle sue mani o meno.
"C're? Nun te fid e me?" - ci guardiamo per un breve momento.
"Scusa tanto eh. Non ti conosco neanche così tanto bene, come puoi pensare che possa affidare la vita mia e di mio padre nelle tue mani così facilmente " - gli spiego io iniziando ad agitarmi.
"Ricordati che vogliamo la stessa cosa : vogliamo farla pagare ad i Di Salvo." - mi ricorda lui.
"Non dimenticarti che Carmine deve restarne fuori." - mando giù il nodo che mi si è formato in gola.
"Ci vogliamo muovere? Non abbiamo molto tempo." - lui cambia argomento, passandomi il telefono che questa volta afferro decisa.
"Che devo raccontare a mio padre?"- chiedo e il cuore inizia a martellarmi nel petto.
"Gli devi dire che Carmine si è fatto un nuovo amico qua dentro, e quell'amico sono io, però tu devi fingere di non conoscermi." - mi risponde calmo e tranquillo.
"Perché devo raccontare questa bugia?" - chiedo confusa.
"C'è rutt o cazz, fai tropp domand. Digli così e basta." - alza il tono di voce arrabbiato.
"Non scopriranno che è una bugia?"-chiedo preoccupata.
"So quello che faccio." - riduce gli occhi a due fessure.
Tiro un lungo sospiro e poi compongo il numero di papà, il quale risponde dopo pochi squilli.
"Pronto?" - chiede dall'altro capo del telefono, e non posso fingere di non  essere felice nel sentire la sua voce.
Ciro mi afferra il telefono dalle mani e subito si affretta a mettere il viva voce.
"Papà sono io, sono Clarissa." - gli dico sorridendo come se potesse vedermi.
"Clarissa? Come hai fatto a chiamarmi?" - mi chiede e posso sentire dal telefono il suo tono preoccupato.
"Non è importante questo." - do una breve occhiata a Ciro per confermare che sto andando bene ed infatti lui annuisce.
"Devo dirti una cosa ancora più importante. Ho scoperto qualcosa su Carmine. Si è fatto un nuovo amico ed ora sono molto intimi , si chiama  Ciro Ricci."- gli dico continuando a guardare Ciro.
"Come mai hai deciso di aiutarmi?" mi chiede lui.
"Perché voglio uscire da qua dentro il prima possibile."- gli rispondo con una mezza verità.
"Tu stai bene?" - mi chiede addolcendosi un po'.
"Sì, sto bene. Ma ora devo andare, ti chiamo io appena posso." - gli dico e Ciro non gli da neanche il tempo di rispondere che stacca la chiamata.
"Potevi aspettare almeno che  mi salutasse." - gli dico arrabbiata.
"Non era importante." - fa spallucce lui e si avvia a riposare il telefono nella scatola.
"Sei stata brava." - mi dice guardandomi con ammirazione.
"Ora possiamo uscire da qua dentro?" - gli chiedo insofferente.
"Esci prima tu." - mi risponde indicandomi la porta.
Io mi avvio verso l'uscita ma la sua voce mi costringe a girarmi.
"Principe' oggi nessun bacio per me?" - mi sorride malizioso.
"Ma vaffanculo." - gli rispondo alzando il dito medio.

Non so cosa succederà adesso con questo piano di Ciro, ma di sicuro ho capito solo una cosa che per lui il bacio di ieri è stato solo un gioco.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now