Capitolo 20.

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CIRO'S POV:

"Ma che cazz te mis n'cap?"- inveisco furioso contro Clarissa.
Non sono riuscito a trattenermi quando l'ho vista baciarsi con quello ragazzino, sono scattato come una molla e l'ho portata direttamente nella stanza dove veniamo di solito per parlare della questione del padre.
"Non capisco cosa tu voglia da me."- lei mi sfida con lo sguardo. Mi fa incazzare ancora di più questo fatto che non abbia paura di me.
"E' tua abitudine baciare tutti i ragazzi che ti capitano davanti?!" - ispiro e rilascio aria dal naso.
"Solo quelli stronzi come te."- mi risponde lei sfacciatamente.
"Chill nun ten proprio niente com'a me."- le dico spingendola in modo brusco contro la parete alle sue spalle.
"Che ne sai? Il suo sapore era forse anche più buono del tuo."- mi dice passandosi la lingua sulle labbra.
"La devi smettere di sfidarmi."- le dico battendo i palmi delle mie mani sul muro ai lati del suo viso.
"E se non lo faccio che succede?"- i suoi occhi brillano di desiderio.
"Mo te facc ver ij."- le dico ed in un movimento repentino le afferro il collo e me la avvicino.
Non chiedo il suo permesso, e faccio combaciare le nostre bocche. Lei mi da libero accesso, facendomi capire che aspettava solo questo momento.
Non riesco a resisterle, la bacio con foga, mi manda in estasi.
L'altra mano che era rimasta appoggiata al muro, la faccio scivolare sul suo fianco e poi la porto sul suo culo stringendolo con forza la spingo ancora di più verso di me.
Lei grugnisce sulla mia bocca, facendomi eccitare ancora di più.
Con un scatto improvviso la sollevo e rozzamente la appoggio su un bancone vicino a noi, lei mi allaccia le gambe in vita. La vedo annaspare cercando però di non staccare le nostre bocche, segno che non riesce a stare dietro i miei baci troppo burberi.
Così la lascio respirare, passando a baciarle il collo, lasciandomi dietro una scia di baci e succhiotti. Domani mattina si sveglierà piena di lividi ma non me ne frega un cazzo.
Le mie mani sono ovunque sul suo corpo, lei fa ricadere la testa all'indietro chiudendo gli occhi in totale stato di inebriamento.
La sua canotta mi da libero accesso anche sul suo petto, dove le lascio un ultimo succhiotto poco prima del suo seno. Ma poi mi stacco definitamente.
Lei tira subito su la testa, guardandomi con occhi luccicanti e guance rosse.

"Pensi ancora che io e il figlio di papà abbiamo qualcosa in comune?"- la guardo sogghignando.
"I suoi modi dolci e gentili sono stati di sicuro meglio dei tuoi."- mi risponde lei in modo indisponente.
"E però ti sei fatta baciare da me, ti sei fatta toccare, e ti sei fatta fare anche questi."- le tocco il collo e il petto dove delle macchie rosse stanno iniziando a formarsi velocemente.
Lei mi sposta bruscamente e scende dal tavolo.
"Vaffanculo!"- esclama incazzata.
"Ma comm'è io ti tratto come una principessa e tu mi rispondi così?"-gli dico beffardo.
"Smettila di prendermi in giro."- mi ammonisce lei.
"E poi che sfizio ci sta ?"- sorrido maliziosamente.
"Me ne vado, così la smetti di prenderti gioco di me."- mi dice lei e sta per incamminarsi verso la porta. Io però la riprendo al volo, la incastro al mio corpo, e le rubo un altro bacio.
"Diglielo al figlio di papà come hai goduto anche solo baciandomi."- le sussurro sulla bocca.
Lei mi spinge via e mi guarda con sguardo truce.
Ho perso il controllo, non doveva succedere ma non posso fingere che non mi sia piaciuto.

Tornati in cella non riesco a smettere di pensare a quello che è successo con Clarissa, per qualche strano motivo la principessa non riesce ad uscirmi dalla testa.

"Ma che tien?"- mi chiede preoccupato Edoardo.
"Niente, lascia' stare."- gli rispondo asettico, mentre continuo a fumare la mia sigaretta vicino alla finestra.
"C'entra la principessa?"- continua a chiedermi.
"Nun me romper o cazz."- gli rispondo infastidito.
"O sapev ca chella principess ti avrebbe fatto perdere la testa."- lui sogghigna.
"Io non ho perso la testa per nessuna."- serro la mascella.
"E perchè ti sei incazzato quando ha baciato il ragazzo del progetto?"- lui si alza dal letto e si avvicina a me.
"Che vuoi sentirti dire?"- alzo un sopracciglio.
"Ca te piac a principess."- lui si siede sulla sedia di fronte a me e si accende una sigaretta.
"A me a' principess me sta sol n'cop o caz."- gli rispondo fingendo indifferenza, ma è chiaro a tutti e due che non è così.
"Dipende in che modo te' sta n'cop o cazz."- mi risponde lui alludendo ad altro.
"Ma piens semp a' stessa cos tu?"- non riesco a trattenere una risatina.
"E' femmen so tutt quant bell, ma quando incontri quella che ti arriva direttamente qua - si porta una mano sul cuore - e soprattutto qua - si porta una mano sulla fronte - poi è difficile non pensare sempre a lei."
"C're? Ti sei nammurat?"- lo prendo in giro.
"E tu? Pensi alla principessa?"-mi chiede malizioso.
"Ci siamo baciati."- confesso.
"E com'è stato?"- mi chiede con sguardo indagatorio.
"Io non sono come te, non mi posso permettere di perdere il controllo per una ragazzina."- serro la mascella.
"Se stai pensando alla principessa vuol dire che il controllo già lo hai perso."- mi risponde vittorioso.
"E non deve succedere più."- ribatto serio.
"Fratè ma fattel na chiavat, ma che te ne fott."- lui ridacchia leggermente.
"Si' proprio tutt strunz."- le sue parole però fanno ridere anche me.

Per il mio migliore amico è sempre tutto così semplice, lui vede una ragazza che gli piace se la porta a letto, e il tutto finisce nel giro di due giorni al massimo ma per me non è così facile. Se io perdo lucidità, potrei mandare tutto a rotoli e ho troppe responsabilità per potermelo permettere. Quindi devo tenere quanto più possibile lontana da me Clarissa.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now