Capitolo 74.

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ANITA'S POV:

Alla fine il giorno libero tanto atteso è arrivato, io ed Edoardo ci siamo presi questa giornata solo per noi.  L'ultima volta che siamo stati insieme fuori da queste mura è stato quel pomeriggio al mare, e d'allora sono cambiate così tante cose.

Mi aveva detto di aspettarlo un po' più avanti dell'uscita dell'IPM e che da lì insieme saremmo andati non so dove.
Poi lo vedo arrivare, zaino in spalla, la camminata da spaccone come sempre, e il suo solito ghigno malizioso stampato in faccia.
"Ciao piccrella."- mi saluta con un bacio sulla guancia.
"Dove andiamo?"- chiedo impaziente.
"Mo ti faccio vedere."- mi dice prendendomi la mano e legandola alla sua, mentre inizia a camminare ed io lo seguo
"Lo sai che non mi piacciono le soprese ."- mi fermo costringendolo a girarsi.
"Andiamo a casa mia."- mi dice sorridendo.
"Come a casa tua? E non c'è tua mamma?"-inizio ad agitarmi.
"Non stamattina, torna da lavoro sicuramente dopo pranzo."- mi rassicura e cerca di tornare a camminare, ma gli tiro di nuovo la mano.
"Quindi andremo via prima di pranzo?"- chiedo conferma, lui mi guarda ma non mi risponde. Ferma un taxi e mi fa salire in fretta, sedendosi al mio fianco. Da indicazioni al taxista dove portarci, e poi mi sussurra un "Stai tranquilla".
Ma che significa esattamente?! Che andremo via prima che arrivi la mamma?! O che vuole che mi conosca?! Perchè in quel caso dovrei prepararmi, non ho mai conosciuto la mamma di nessuno, e poi cosa gli dirà che sono la sua ragazza?! Non lo sappiamo neanche noi cosa siamo.

Sono ancora persa nei miei mille pensieri che non mi accorgo neanche che siamo arrivati, a riportarmi alla realtà ci pensa Edoardo che dopo aver pagato il taxista mi prende la mano e mi invita  a scendere.
"Da qua dobbiamo camminare un po' a piedi."- mi dice una volta scesi dal taxi, guardandosi intorno.
"Sei felice?"- gli chiedo, non riuscendo a distogliere lo sguardo da i suoi occhi emozionati.
"So sempre felice quand torn a casa."- mi risponde facendo sorridere anche me.

Mentre camminiamo, diretti verso casa di Edoardo,  proprio quest'ultimo viene richiamato da un'anziana signora seduta su una sedia mal ridotta fuori all'uscio di una casa.
"Ue guaglio e che ce fai c'ca oggi? Tua mamma non mi ha detto che uscivi."- Edoardo si abbassa di poco per farsi dare un bacio sulla guancia dall'anziana donna , stando attento a non lasciare mai la mia mano.
"E le ho fatto una sorpresa Mari'."- gli sorride lui.
"E chesta bella guaglion è la tua sorpresa?"- gli chiede  indicandomi con il mento.
"Questa è Anita."- le spiega facendomi avanzare, mettendomi una mano sulla schiena.
"Piacere di conoscerla, signora."- le dico stringendole la mano.
"Ed è la mia ragazza."- continua a parlare Edoardo, facendomi imbarazzare. Non pensavo che fossimo già a quel punto, non ho mai avuto un fidanzato, non so neanche come ci si comporta in una relazione.
"Chiamami Maria, guagliuncè. "- la signora anziana mi tiene stretta la mano, dandogli un buffetto sopra in modo gentile.
"E sii paziente con Edoardo, è terribile, ma ten nu cor buon."- mi dice ancora la signora facendomi sorridere, se sa quelle cose vuol dire che lo conosce bene.
"Perchè tu nun cunusc Anita, mi ha fatto attraversare prima l'inferno e poi ha ceduto."- le spiega ridendo Edoardo, io mi mordo l'interno della guancia per non rispondergli come vorrei , o meglio insultarlo come vorrei. Ma non lo farò davanti ad un'anziana signora.
"E se l'hai fatto vuol dire che è importante, si no mo non l'avresti portata qua."- mi emozionano le parole che dice l'anziana donna, perchè  mi fa pensare che Edoardo non ha mai portato nessuna qui, ed è essere la prima mi fa sentire molto importante.
"Ora vi lascio andare, siete giovani sicuramente vorrete divertirvi, ma mi raccomando fate sempre attenzione."- ci dice Maria lasciando finalmente la mia mano, ed ovviamente so che con il suo discorso si riferisce ad altro e questo mi fa imbarazzare da morire.

Fortunatamente  dopo averla salutata, Edoardo mi trascina letteralmente via.
"Siamo arrivati."- mi dice indicandomi l'entrata di un palazzo, appena entriamo nell'androne posso capire subito quanto sia antico.
"Casa mia è al secondo piano."- continua a spiegarmi Edoardo mentre mi guida verso casa.
Saliamo al secondo piano, e dallo zaino estrae le chiavi, le infila nella serratura facendola scattare e poi mi invita ad entrare.
Appena metto piede nel piccolo soggiorno un odore di muschio bianco mi invade le narici, segno che la mamma di Edoardo ha un profumatore per ambienti da qualche parte. Mi guardo intorno, l'arredamento è semplice e ci sono poche cose. Un piccolo divano, una televisione appoggiata su un mobiletto basso, un tavolo di legno con 4 sedie, niente in confronto a casa mia. Ed è lì che capisco perchè Edoardo abbia cercato una  via di fuga, pensando che il lusso dove ha vissuto fino ad ora Ciro sia meglio della sua piccola casa, non sapendo che in realtà quello che è mancato a casa nostra è l'amore di una famiglia.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now