Capitolo 48.

1.7K 51 0
                                    

CIRO'S POV :

Mi ero ripromesso di starle lontano, di non coinvolgerla nel casino che è la mia vita ma sono durato solo una settimana senza di lei, perché come le ho confidato Clarissa per me è diventata l'aria che respiro. Ho bisogno di lei, ho bisogno di accarezzarla, di baciarla, di sentire il suo respiro caldo sulla mia bocca, dei suoi occhi timidi che mi cercano, delle sue mani inesperte che si intrecciano dietro il mio collo e dei nostri corpi che si attraggono come calamite.
Lei è inaspettatamente diventata tutto per me.

Ecco perché dopo che ieri sera sono andato da Wanda Di Salvo per dirle che ora Clarissa appartiene alla mia famiglia, la prima persona alla quale volevo dirlo era proprio lei.
Mi sono presentato sotto casa sua l'ho trascinata con me in piscina e non ho saputo resisterle. È buffo come lei che è timida e inesperta, con me cerca sempre di tenermi testa, anche se poi alla fine non riesce mai a dirmi di no.
Quando stamattina sono tornato all'IPM la prima cosa a cui ho pensato è che posso rivederla e come mi ha detto anche lei ieri sera, recuperare tutti i baci che per il mio stupido orgoglio non ci siamo dati.

Ma qualcuno irrompe nella mia  cella distruggendo il mio piano di andare da Clarissa.
E' Lino la guardia, dell'ala maschile, che è affiliato alla nostra famiglia.
"Ciro c'è una visita per te."- mi dice spezzando il silenzio che c'è nella cella, che adesso condivido con perucchio.
Dopo quello che è successo con mia sorella avevo avvertito Edoardo di cambiare cella perché se me lo ritrovo in una stanza vuota da solo non credo di riuscire a trattenermi nel mettergli le mani al collo un'altra volta.
"E chi è?" - chiedo meravigliato. Non capisco proprio chi possa essere visto che la mia famiglia l'ho vista ieri, Anita é nell'IPM e  amici fuori non né ho.
"È Andrea Parisi. C're mo te la fai con gli avvocati?" - mi chiede ridendo Lino.
Inizio ad agitarmi, riconoscendo il nome del padre di Clarissa. Non l'ho mai visto ed un secondo fa non sapevo neanche come si chiamasse, ma deve essere per forza lui.  È l'unico avvocato con quel cognome che conosco.
" E che vo?" - chiedo accigliato, mentre perucchio mi guarda confuso. Lui della storia di Clarissa sa poco e niente. Mi fido di lui, l'ho trascinato io per strada con me e so che mi è fedele come un figlio con un padre, ma l'unico qua dentro che conosceva veramente quello che c'è tra me e Clarissa era Edoardo e solo perché era lui ogni volta a tirarmi le cose da bocca.
"Se ti sbrighi e vai al colloquio  magari lo scopri." - mi risponde Lino e con un gesto netto della testa mi indica l'uscita.
Mi  incammino verso la stanza dei colloqui con Lino al mio fianco.
Sono agitato ma non lo do a vedere. Quando entro nella stanza noto subito Andrea Parisi, è come una pecora nera in mezzo ad un branco di pecore bianche.
È seduto dall'altra parte del tavolo , nel suo completo grigio griffato e sistema nervosamente il nodo della cravatta.
Mi avvicino a lui e mentre prendo posto sulla sedia di fronte decido di prenderlo un po' in giro.
"Avvocato a  cosa devo questo onore?" - gli chiedo con tono beffardo.

"Fai poco lo spiritoso, ragazzino, sai benissimo perché sono qui." - mi risponde lui serio.

"Dotto' cu tutt o rispett, ma non so proprio cosa avremmo da dirci io e lei." - incrocio le braccia al petto, annoiato da questa conversazione.
Ovviamente so che è qui per Clarissa, ma faccio finta di non capire.
"Sono qui per chiederti gentilmente di lasciare in pace mia figlia Clarissa." - mi dice lui avvicinando il viso al mio.
"E voi che cazz ne  sapit di quello che c'è tra me e Clarissa?!" - gli dico a denti stretti. Non permetterò a questo stronzo di mettersi in mezzo a me e  Clarissa, soprattutto sapendo che lei è finita qui dentro per colpa sua.
"So più di quello che dovrei sapere. La devi smettere di girarle intorno, lei è una brava ragazza, con un futuro brillante davanti, non me ne starò zitto mentre tu le distruggi la vita." - le sue parole mi ferisco, perché so che in parte ha ragione ma Clarissa è diventata troppo importante per lasciarla andare ora.
" Clarissa è finita qui dentro per colpa sua, ed è grazie a me se da adesso in poi i Di Salvo non vi daranno più fastidio, ricordatevelo Avvoca'." - sussurro per non farmi sentire da nessuno.
"Ti aspetti che ti dica grazie?" - mi chiede alzando un sopracciglio.
"L'ho fatto per Clarissa, mica per lei." - sottolineo io.
Andrea Parisi scoppia a ridere davanti al mio viso.
"Per Clarissa? Seriamente? Che vuoi da mia figlia? Portarla a letto? Farla diventare una donna di strada come la tua gente?" - mi sputa addosso tutto il suo odio, ma non mi scalfigge perché io so che quello che c'è tra me e Clarissa è vero ed unico.
"Dotto'  rimarrebbe sconvolto sapendo quello che c'è già stato tra me e sua figlia." - gli dico con tono malizioso.
"Che stai dicendo?" - mi chiede indietreggiando e guardandomi scioccato.
"Clarissa con me sta al sicuro, metterei la mia stessa vita a rischio se le succedesse mai qualcosa. Potete dormire sogni tranquilli, dotto'."-anche se non se lo merita decido comunque di cercare di tranquillizzarlo.
"Mia figlia starà al sicuro, quando sarà ben lontana da te." - sbatte un pugno sul tavolo arrabbiato.
Sono stanco del suo gridarmi contro, quindi decido di troncare questa conversazione.
"Voi provateci pure quanto volete, Dotto', ma a me e Clarissa non ci dividerà neanche la guerra." - Ribatto alzandomi dalla sedia e lasciandolo lì.
La voce di Andrea mi richiama ma io lo ignoro, e mi incammino verso l'uscita.

Mi sono fatto portare da Lino nella cella di Clarissa, ho bisogno di vederla. Mi sono preso delle confidenze con il padre che forse non dovevo, non so se veramente Clarissa vuole restare al mio fianco.
Quando mi vede arrivare gli si illuminano gli occhi, mia sorella non c'è, ieri e oggi sarà fuori dall'ipm.
"Che ci fai qui?" - mi chiede sorridendomi.
"Volevo vedere la mia principessa." - le rispondo prendendola per mano e portandola vicino alla finestra.
Mi appoggio di spalle al tavolo e la stringo per i fianchi avvicinandola più possibile a me.
"Ci saremmo visto tra poco giù in cortile." - mi guarda confusa.
Le sposto una ciocca di capelli che le ricade sul viso, guardandola attentamente in ogni particolare.
È  bellissima, con gli occhi color miele, la bocca a forma di cuore,  il nasino all'insù contornato da piccole e quasi invisibili lentiggini.
"Me lo ripeti di nuovo che sei innamorata di me?"- la supplico, ho bisogno di sentirlo uscire di nuovo dalla sua bocca prima di dirle che il padre non vuole che stia vicino a me.
"Ciro ma che succede?"-mi chiede preoccupata.
"Tu dillo e basta." - la incito a parlare.
"Sono innamorata di te, lo sai. Ma non capisco.." - non le do il tempo di continuare perché le rubo un  bacio. Potrebbe essere l'ultimo che ci diamo.
"Mi spieghi che succede?" - mi chiede staccandosi dalla mia bocca.

"Tuo padre ha fatto un colloquio con me." - le Confido titubante.
"E che ti ha detto?" - mi chiede in visibilio.
"Mi ha detto che sa di me e di te, e che vuole che ti stia lontano." - le spiego velocemente.
"Non posso crederci." - scuote la testa contrariata.
"Io lo so che ha ragione, che io potrei rovinarti la vita per sempre, però Clarissa io veramente ci tengo troppo a te." - le Confido mettendo l'orgoglio da parte. Non posso perderla.
"Ciro - mi afferra il viso tra le mani - io non mi sono mai  sentita in vita mia così viva come mi sento quando sono con te. Non ti lascio andare solo perché è complicato, o perché mio padre non vuole."
"Stai con me, qualsiasi sia il prezzo da pagare. Sei sicura?"-le chiedo guardandola fisso negli occhi.
"Sto con te, sempre e a qualsiasi prezzo." - mi risponde decisa.
La bacio con più attenzione, stavolta so che sarà solo il primo di una lunga serie.

Lino però ci interrompe, entrando nella cella.
"Ciro mi dispiace interromperti." - mi dice ed io mi stacco da Clarissa.
"Ma la direttrice ti sta cercando ovunque, e se ti trova qua sono guai pure per me." - mi comunica serio.
"Ci vediamo dopo Principe'." - le regalo un altro casto bacio e lei sorride sulla mia bocca.
Dovevo avere la conferma che lei avrebbe scelto me, ed ora che c'è l'ho potrei affrontare qualsiasi cosa.

Lino mi porta nella stanza della direttrice. Ci sono stato pochissime volte qua dentro, perché so che nell'IPM non devo attirare l'attenzione.
"Dove diavolo eri finito?" - mi dice arrabbiata, mentre Lino mi fa sedere sulla sedia posta di fronte a lei.
"Ero al bagno ." - mento.
Lei  lancia uno sguardo a  Lino e lui ovviamente conferma la mia teoria.
"Devo dirti una cosa importate." - mi dice lei facendosi improvvisamente seria.
"Oggi hanno tutti qualcosa da dirmi." - alzo un angolo della bocca divertito.
"È una cosa seria." - mi ammonisce.
"Che succede?" - chiedo iniziando a preoccuparmi.
"Si tratta di tua sorella Anita, ieri ha avuto un incidente." - mi risponde lei.
Io mi alzo dalla sedia così in fretta che questa ricade a terra provocando un tonfo.
"Ma che cazz stat ricen?" -le grido contro .
"È ricoverata in ospedale, ma è in condizioni stabili." - cerca di spiegarmi la direttrice.
Ma io non ci vedo più dalla rabbia, tanto che Lino è corso verso di me per tenermi fermo.
"Io la devo vedere, portatemi da mia sorella." - continuo a gridare.

"Per ora non puoi, ma ti giuro che faccio il possibile per farti andare in ospedale il prima possibile." - mi rassicura lei.

Se a mia sorella succede qualcosa, non riesco neanche ad immaginare quello che potrei fare.
Ma non deve succederle nulla, lei è la mia piccola tigre, è forte, lo so.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now