Capitolo 38.

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EDOARDO'S POV:

Quando arrivo fuori la porta del bagno vengo fermato da Totò e Perucchio.
"Nun puo' trasi'."- mi dice Totó.
"E perché?" - chiedo confuso.
"Ciro sta parlando con Clarissa."- mi risponde lui.
"Rind' o' bagn?"- mi meraviglio di come sia arrivata fin qui da sola Clarissa.
"Ma che ne sacc, chella guaglion nun sta bon ca' cap. Si è presentata qui ed ha detto che doveva parlare con Ciro urgentemente."- mi spiega lui agitandosi.
"Da quando tempo state aspettando che finiscano di parlare?"- chiedo iniziando a pensare che forse non si stanno limitando a parlare soltanto.
"Un bel po'."- mi risponde Perucchio, confermando così la mia teoria.
"Sit proprio duje sciem."- gli dico ridendo.
"Ma che cazz tien a'  rirer?"- mi chiede Totò meravigliandosi del mio divertimento.
"Guagliù quei due là dentro non stanno solo parlando."- gli dico alludendo ad altro, loro si scambiano un' occhiata d'intesa.
"Ma che stai ricenn? Mic so tutt quant com a' te."- mi prende in giro Perucchio.

Improvvisamente però mi viene un'idea, se Ciro ha da fare con Clarissa io ne posso approfittare per stare con sua sorella. 
"Vabbe pensatela come volete, mo teng che fa."- gli dico iniziando a camminare all'indietro.
"Ma aro vaje?"-mi richiama Totò.
"Po' te spieg."- gli rispondo ridendo.

Stando attento a non farmi scoprire da nessuno, corro verso la cella di Anita ma quando sono quasi giunto a destinazione rallento il passo, giusto per arrivare  di soppiatto e farla spaventare.
Quando entro nella sua cella, infatti lei non se ne accorge neanche. E' seduta a gambe incrociate sul tavolo posto sotto la finestra ed è intenta penso a scrivere qualcosa su un foglio bianco.
Mi avvicino piano e le poggio una mano sul fianco, aspirando per poco l'odore dei suoi capelli.
Quel contatto dura pochissimo perchè lei in un movimento rapido mi toglie la mano dal fianco e mi storce il braccio  bloccandomi sul tavolo.
"Sono io."- mi affretto a dirle e quando lei mi riconosce  allenta la presa sul di me.
"Ma che ti è saltato in mente?"- mi chiede preoccupata.
"C're non sei contenta di vedermi?"- le chiedo avvicinandomi, lei resta seduta sul tavolo con una gamba a penzoloni.
"Non ti permettere mai più di arrivare così di soppiatto, avrei  potuto farti male veramente."- mi ammonisce.
"Si' propri' na tigr."- ridacchio prima di baciarla, ma lei si stacca.
"Ma sei impazzito? Se qualcuno ci vedesse? E se arrivasse mio fratello? "- mi dice agitandosi.

"Non c'è nessuno, e tuo fratello è molto impegnato in questo momento."- le guardo in modo malizioso, e cerco di baciarla ancora ma lei mi blocca.
"Come impegnato ? che succede?"- mi guarda confusa.
"E' in bagno - prendo una pausa e poi continuo- con Clarissa."
Non ho bisogno di aggiungere altro lei mi capisce al volo, e mi fa impazzire il fatto che  lei non abbia bisogno di tante spiegazione sa sempre cosa intendo, come se mi leggesse nella mente.
"Oh mio Dio!"- esclama meravigliata.
"Hai capito un po' la principessina."- continua lei ridacchiando  leggermente.
"Le stai insegando bene."- la prendo in giro.
"Pensi che ci sia io dietro tutto questo?"- mi chiede alzando un sopracciglio.
"Per forza, chell è tropp na brava guaglion  per arrivare ad intrufolarsi nelle docce per parlare con Ciro."- mimo le virgolette quando pronuncio il verbo parlare.
"Pensi che io sia una cattiva ragazza?"- mi chiede sbigottita.
"La peggiore."- le rispondo guardandola malizioso.
"Allora devi stare attento perchè le cattive ragazze sono pericolose."- mi fulmina con lo sguardo.
"E ij voglio sfidare sto pericolo."- faccio strofinare i nostri nasi, senza baciarla. Solo per il gusto di vederla impazzire.
"Ti potresti fare male."- lei sta al mio gioco.
"Già mi sono fatto male e assaje pure."- le afferro un fianco con forza per costringerla a scendere dal tavolo ed avvicinarla a me.
Non le do il tempo di controbattere perchè la bacio immediatamente. E' vero, ha ragione, è pericolosa ma mi piace proprio per questo. Non è facile starle dietro, riuscire a capire cosa realmente pensa, non me la da mai vinta e deve sempre avere l'ultima parola, lei è semplicemente diversa e tutto questo mi piace un sacco.
Mentre la bacio lei gioca con i miei capelli, ma con la coda dell'occhio noto qualcosa di strano.
In realtà non stava scrivendo ma stava disegnando e la cosa mi stupisce visto che al progetto di Beppe ha fatto così tante storie e non voleva neanche partecipare.
Rido sulla sua bocca, lei si scosta confusa.
"Che c'è?"- mi chiede accigliata.
"Sai disegnare così bene?"- le chiedo indicandole i fogli sul tavolo.
"E' na strunzat."- scrolla le spalle.
Cerca di baciarmi mentre con una mano tenta di nascondere i suoi disegni.
"Ja famme vere."- la imploro sorridendole, di solito non mi resiste mai quando faccio così.
"Ti ho detto che è solo na strunzat."- cerca di sviare il discorso.
Sapevo che non sarebbe stata facile, allora cambio strategia. La bacio con più passione e lei infatti a questo non riesce a dirmi di no. Nel frattempo però con una mano afferro il primo disegno che mi capita e lo osservo senza farmi scoprire. 
Ma quando capisco cosa ha disegnato non riesco a non staccarmi da lei.
Sul disegno c'è raffigurato un ragazzo in riva al mare, e credo di essere io. Cioè devo essere per forza io, ha il mio stesso taglio di capelli, lo stesso colore d'occhi, e addirittura lo stesso taglio sul sopracciglio destro.
"E questo?"- le chiedo mostrandole il disegno.
"Non è niente."- inizia ad agitarsi mentre cerca di togliermi il disegno  dalle mani, ma io lo nascondo dietro alla mia schiena.
"Sono io?"- chiedo curioso.
"E' solo un ragazzo che guarda il mare, non ti fare film mentali."- mi risponde cercando di mostrarsi indifferente.
"A te  nun te piac nemmanc o mar."- dico con tono beffardo.
"Che c'entra? Mica devo disegnare per forza qualcosa che mi piace."- rotea gli occhi.
"Piccrè lo capisco quando mi dici le bugie."- rido io.
"Sei asfissiante."- incrocia le braccia al petto, ormai so benissimo che questo è quello che fa quando vuole innalzare un muro con le persone.
Metto il disegno vicino al mio viso e poi le dico.-" Ij song chiu bell ma non puoi negare che questo sia io."
" E pure arrogante."- sogghigna lei.
"Allora sono io?"- continuo a chiedere impaziente.
Lei abbassa lo sguardo, ma io gli afferro il mento per costringerla a guardarmi negli occhi.
"Sì, sei tu."- ammette mordendosi il labbro.
"Non lo fare, voglio farlo io."- le sussurro, prima di afferrarle  il labbro tra i denti.
Poi la bacio, lasciando cadere il disegno ai nostri piedi. Mi stacco solo per baciarla dietro il lobo, so che le piace e infatti lei mugola di piacere. Sto piano piano scoprendo tutti i suoi punti deboli, e mi piace un sacco il fatto che in un modo o nell'altro io riesca a spogliarla di tutte le sue paure.
"Stanotte  non ti addormentare, ho una sorpresa per te."- le sussurro all'orecchio, e la sua pelle  si riempie di brividi.
"Che sorpresa?"- mi  chiede impaziente.
"E si to dic che sorpresa è?"- le dico ridendo.
Lei mi guarda con disappunto.-" Non mi piacciono le sorprese."
"A te non piaccio neanche io, però stai c'ca cu'mme."- la guardo malizioso.
"Infatti non mi piaci ."- mi fulmina con lo sguardo.
"E neanche tu a me."- le dico un secondo prima di baciarla.

Mi piace questo fatto che lei creda di  sapermi resistere, eppure è completamente pazza di me, e forse anch'io di lei. O semplicemente stiamo impazzendo insieme.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIDonde viven las historias. Descúbrelo ahora