Capitolo 70.

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ANITA'S POV:

Ormai mancano pochi giorni alla partenza di  Clarissa, ed io stento ancora a crederci che stia per succedere davvero. Non si è mai arresa con Ciro, fino  alla fine ha cercato di appigliarsi a quel briciolo di umanità che lei ha visto in lui, gli ha dato anche una copia dell'ecografia, come se questo potesse veramente cambiare le cose, ma non è successo. Ciro ormai è perso, non parla più neanche con me da quando abbiamo litigato nella sua cella, e un po' mi dispiace, vorrei capire cosa gli stia passando per la testa, ma non posso, lui si è chiuso nel suo mondo e non fa entrare più nessuno.

Dall'altro canto nonostante io sia triste per tutta questa brutta situazione, c'è una parte di me che è molto felice, ed è la parte che mostro solo ad Edoardo. Non riusciamo a stare distanti neanche un secondo, ci nascondiamo ovunque per baciarci ed accarezzarci. Non sono una che parla molto, preferirei fare altro, ma lui se n'è accorge sempre quando c'è qualcosa che non va, e riesce a tirarmi le parole fuori dalla bocca, anche quelle che vorrei non dire mai a nessuno, lui mi ascolta molto, come nessuno ha mai fatto prima d'ora. Tra le sue braccia mi sento protetta, capita, amata, anche se nel mio cuore ho sempre un po' di paura che tutto questo possa finire e lui si possa stancare del mio carattere così scontroso, proprio com'è successo a Clarissa con Ciro.

Ecco perchè al compito che ci hanno assegnato in classe, di scrivere una poesia da dedicare a qualcuno di importante, io ho deciso di scrivere qualcosa per Edoardo.
"Anita Ricci."- mi richiama la nostra professoressa, io alzo la testa di scatto.
"Vuoi farci sentire tu cosa hai scritto?"- continua lei, mentre Clarissa seduta nel banco affianco al mio mi sorride per rassicurarmi.
Non ho mai fatto nulla del genere, confidare i miei sentimenti qui davanti a tutti, davanti a mio fratello che segue ogni mio gesto attentamente come suo solito.
Mi alzo e piano mi avvicino alla cattedra, con il foglio dove ho cercato di scrivere una poesia tra le mani.
"Vuoi dirci a chi la dedichi questa poesia prima di leggerla?"- mi chiede ancora la professoressa.
"No, voglio solo leggerla ."- le rispondo scuotendo la testa.
"Va bene, facci ascoltare cosa hai scritto."- mi incita a leggere.
Mi schiarisco la voce imbarazzata, e poi inizio.

"Hai gli occhi verdi come le colline davanti casa mia,
come i prati fioriti su cui ci sdraiamo a guardare le nuvole,
come le foglie degli alberi da cui filtra la luce del sole al mattino.
I tuoi occhi hanno il colore delle cose belle e delle mie cose preferite e mi piace che al centro ci sia quella sfumatura di giallo che sa di autunno e di estate allo stesso tempo.
Mi piace che quegli occhi mi guardino così attentamente, con quell'espressione che trasmette tranquillità.
Quegli occhi mi fanno sentire a casa,
tra le mie colline
sdraiata su un prato fiorito,
sotto gli alberi alle prime luci del mattino.
Tra le tue braccia."

Leggo tutto d'un fiato, senza mai distaccare lo sguardo dal foglio, ma quando lo rialzo è inevitabile che io cerca lo sguardo di Edoardo, che ovviamente lo ritrovo fisso su di me.
Sa benissimo che mi è costato tanto mettere a nudo le mie emozioni, e che questo è il mio modo di fargli capire quanto io ci tenga a lui.
"E' molto bella e profonda, Anita. Sei stata molto brava."- la professoressa si congratula con me, io mi limito a sorriderle flebilmente.
Poi mi incammino verso il mio banco, ma prima di andarmi a sedere devo passare per quello di Edoardo, che continua a fissarmi soddisfatto.
Mi viene voglia di baciarlo, lì davanti a tutti, in un'aula con la professoressa che aspetta che io mi sieda. Così mi abbasso di poco, giusto per arrivare al suo viso, e gli lascio un casto bacio sulle labbra. Gli schiamazzi  dei ragazzi intorno mi fanno ridere sulla sua bocca.
"Tu si pazz."- mi sussurra piano in modo che possa sentirlo solo io.
"Lo so."- sorrido prima di dargli un altro bacio.
"Ho capito ragazzi ma ora basta, torna a sederti Anita."- la voce della professoressa mi riporta alla realtà, così torno a sedermi al mio posto.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now