Capitolo 37.

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CLARISSA'S POV :

Ciro mi ha detto di avere un piano ed io mi fido di lui, solo che sono passati un paio di giorni e lui ancora non deve dirmi qual è questo piano.

Quando arriviamo in sala comune però Ciro mi fa segno con la testa di seguirlo ed io mi precipito da lui.
Come sempre, camminando di soppiatto, ci rechiamo nella nostra stanza.
"Ho pensato ad un piano." - mi dice senza neanche salutarmi, ormai sono abituata ad i suoi modi.
"Sarebbe?" - chiedo ansiosa.
"Chiamerai tuo padre, gli dirai che hai cambiato idea, che vuoi uccidermi. Però gli devi dire che prima vuoi parlare con Wanda Di Salvo." - mi spiega ed io inizio ad agitarmi.
"E che dovrò dire a Wanda?" - chiedo preoccupata.
"Tu niente perché all'incontro ce vac ij." -mi risponde lui freddo e senza emozioni.
"Ma sei pazzo? Andare direttamente dalla persona che vuole ammazzarti non mi sembra un buon piano." - alzo un po' il tono di voce.
"Principe' mi fa piacere che ti preoccupi per me, ma è da quando sono nato che c'è gente che vuole ammazzarmi ovunque." - mi dice con un velo di tristezza nel tono di voce.

Io resto inerme, non sapendo bene cosa rispondergli. Tutto quello che fa parte del suo mondo è ancora per certi versi a me sconosciuto e per altri versi non riesco neanche ad accettarlo.
Ma sapevo benissimo chi fosse lui e a cosa andavo incontro, quindi mi prendo tutte le conseguenze delle mie azioni.

Lui si allontana da me e cerca il telefono tra gli scaffali.
Torna da me e me lo porge.
"Chiama tuo padre e digli ciò che ti ho detto." - mi impone lui.
Compongo il numero di mio padre, il quale risponde subito.
"Papà sono Clarissa." - mi affretto a dire.

"Perché non mi stupisce tutto ciò?" - mi dice lui ridacchiando, come se in questa storia ci fosse veramente qualcosa di divertente.
"Ascoltami, senza troppi giri di parole, farò ciò che mi hai chiesto, però prima ho bisogno di parlare con Wanda Di Salvo." - gli spiego velocemente.
"Clarissa con quella gente non si scherza." - mi rimprovera lui.
"Ti ricordo che mi hai messo tu in questa situazione, quindi il minimo che puoi fare è di farci incontrare." - Ribatto decisa.
Alzo lo sguardo su Ciro che mi guarda fiero.
"Vedrò che posso fare." -mi dice mio padre sospirando.
"Ora devo andare, ciao." - taglio corto e questa volta sono io a staccargli il telefono in faccia. Non voglio sentire altre bugie uscire dalla sua bocca.

"Sei stata brava Principe'." - si congratula con me.
"Sto imparando dal migliore." - lo guardo sogghignando
Lui si allontana da me e riposa ben nascosto il telefono.
"Torniamo di là?" - mi chiede lui porgendomi la mano.
"Non mi dai neanche un bacio?" - lo imploro tirandolo per un braccio
"Principe' ma tu non ti accontenti mai?" - mi chiede avvicinandosi.
"Di te, mai." - gli dico un secondo prima che lui possa baciarmi.
Io non so che tipo di incantesimo mi abbia fatto ma non riesco a stare lontana da lui neanche 5 minuti.

La giornata passa lentamente, fin quando non arriva la sera . Non riesco a smettere di pensare al piano di Ciro, ho paura che gli possa succedere qualcosa. Lui dice che a cose del genere è abituato, ma io no.
Così, sotto consiglio di Anita, anche se timorosamente, mi metto a cercarlo. Voglio parlare con lui cercando di tranquillizzarmi. Stando attenta a non farmi beccare da nessuna guardia, scopro che i ragazzi sono in bagno.
Non vorrei spingermi fino a tanto, ma ho troppo bisogno di lui.
Quando entro nel bagno dei maschi, i pochi rimasti iniziano a fischiare, io mi sento totalmente a disagio. Ma procedo spedita per la mia strada quando improvvisamente mi ritrovo l'amico di Ciro con i capelli rossi davanti.
"E tu che ce fai ca' dint?" - mi chiede preoccupato.
"Devo parlare con Ciro." - gli rispondo io in imbarazzo.
"Rind o bagn?" - mi chiede quasi più imbarazzato di me.
"È urgente." - taglio corto io.
Una voce alla mie spalle mi fa sobbalzare.
"Clarissa?" - È Ciro che sembra incazzato nero.
"Ascit tutt quant, forza!"- inizia a gridare.
"Guagliu jammunce ja." - continua l'amico dai capelli rossi.
Una volta che tutti sono usciti, Ciro mi prende per un polso e mi trascina dal lato delle docce.
"Ma nun stai bon ca cap?" - mi chiede incazzato.
"Dovevo vederti urgentemente." - gli spiego massaggiandomi il polso che mi ha strattonato.
"Com si arrivat ca?" - mi chiede agitato.
"Non ti preoccupare, so quel che faccio." - gli rispondo flebilmente.
"Ti ho fatto male?" - mi chiede guardandomi il polso.
"Un po'." - lui mi riprende il polso, questa volta più dolcemente ed inizia a massaggiarlo.
"Mi hai fatto spaventare, perché sei qui?" - mi chiede guardandomi accigliato.
"Ho paura che il tuo piano vada male e che a te possa succedere qualcosa di brutto." - gli Confido.
"Hai paura per me?"-mi chiede alzando un angolo della bocca.
"Ci tengo a te, non vorrei che ti accadesse qualcosa di brutto per colpa mia." - gli rispondo mandando giù il nodo che mi si è formato in gola.
"Ci tieni per me?" - chiede quasi incredulo.
"La smetti di ripetere le mie frasi."- alzo un sopracciglio.
"Me fai murij."- ridacchia leggermente
"Mi prometti che starai il più attento possibile e che mi aggiornerai su tutti i tuoi spostamenti?"- gli chiedo io tornando seria.
"Te lo prometto." - mi rassicura lui.
Poi improvvisamente mi bacia ma si stacca subito.

Io cerco di ribaciarlo, ma lui mi blocca.
"Principe' non ca dint." - mi ammonisce serio.
Ma io sono troppo su di giri per fermarmi proprio ora.
"Fermarmi se ne hai il coraggio." - gli dico maliziosamente.
Noto solo ora che lui indossa soltanto l' asciugamano, così mi viene la brillante idea di iniziare a baciargli il petto. Gli lascio una scia di baci sulla pelle ancora umida e mi fermo poco prima della vita.
Lui mi fa rialzare tirandomi di poco per i capelli.
"Tu si nu diavol tentatore." - mi dice con il fuoco che gli divampa nelle pupille.

Mi bacia così rudemente che i nostri denti si scontrato. Mi attira a lui con le mani strette sul mio culo.
Mi toglie frettolosamente tutti i vestiti senza mai staccare la mia bocca dalla sua.
Gli avvolgo le gambe intorno alla vita, lui mi appoggia al muro freddo della doccia. Questo movimento brusco mi fa inarcare la schiena, ma a lui sembra piacere perché lo sento grugnire sulla mia bocca.
Butto la testa all'indietro mentre lui ne approfitta per succhiare la pelle del mio collo. Mi fa impazzire quando fa questa cosa, mi fa sentire sua.
Ci uniamo, ma sento che lui non mi sta mostrando solo il suo corpo ma anche la sua anima.
Siamo corpo contro corpo, pelle contro pelle, anima contro anima.
Il cuore che mi martella nel petto sempre più forte ad ogni spinta, lui che mi bacia per non far sentire i miei mugolii di piacere, le sue mani che mi tengo stretta per non farmi cascare, e le mie nei suoi cappelli.
Ci ho perso la testa e anche un po' il cuore per questo ragazzo con il taglietto al sopracciglio.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now