Capitolo 63.

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ANITA' S POV:

"Non ti devi mettere in mezzo e fatt mij Edua'."- grido contro Edoardo che mi ha trascinata sul tetto, è la prima volta che torniamo qui dopo che sono uscita dal coma e nel nostro posto speciale stiamo litigando per qualcosa che non riguarda neanche noi.
"Ciro aveva bisogno di parlare con Clarissa, volevo solo lasciarli un po' da soli."- cerca di scusarsi lui, ma io sono troppo arrabbiata.
"Ciro è nu strunz, ha messo incinta Clarissa e non è neanche in grado di prendersi le sue responsabilità."- continuo a gridare.
"O' saje buon quali sono le paure di Ciro."- mi dice confermando quello che avevo pensato quando Clarissa mi ha detto di essere incinta. Ciro ha paura di mettere al mondo un piccolo erede della famiglia Ricci.
"E' diventat tal e qual a papà."- gli confido, ed è quello che penso. Ciro diventa ogni giorno sempre più simile a nostro padre, freddo, calcolatore e senza paura, solo con Clarissa riusciva ad addolcirsi un po' ma ormai lei ha deciso di andare via...
"Qual è la cosa che ti fa più male esattamente, che Ciro non voglia questo figlio o che Clarissa ha deciso di andarsene?"- mi guarda attentamente, io distolgo lo sguardo perchè so benissimo che lui capirebbe le mie emozioni ed adesso non mi va proprio di parlarne.
"In realtà non me ne fott proprio, di nessuno di tutt' e due."- mento.
"5 minuti fa mi hai detto che non devo mettermi in mezzo alle tue cose, quindi a cosa ti riferivi?"- sogghigna vittorioso.
Non lo rispondo ma gli do le spalle, e mi avvicino al muretto. Mi metto a guardare il mare, sembra calmarmi, come mi ha sempre detto Edoardo, e proprio lui mi si avvicina e si siede sul muretto al mio fianco.
"Quindi se ne va davvero?"- cerco di capire se lui sappia qualcosa.
"Non lo so, so che a Ciro lo ha detto la direttrice ma non so chi lo ha deciso."- lui scrolla le spalle.
"Vuole andare via perchè sa che facciamo schifo, che io faccio schifo?"- torno a guardarlo.
"Ani' ma che dici?! A parte che Clarissa non penserebbe mai delle cose del genere, lei è innamorata pazza di Ciro, e a noi ci vuole bene, e poi non fai schifo com te ven pe' cap na cos del genere?"- cerca di tranquillizzarmi.
"E allora perchè vuole andare via?"- gli chiedo e gli occhi mi diventano improvvisamente lucidi.
"Forse è il padre che vuole portarla via, o forse è una decisione della direttrice."- Edoardo cerca di trovare una spiegazione plausibile.
"E' la prima vera ed unica amica che io abbia mai avuto..."- non voglio ammettere che io abbia paura di perderla, ma sia io sia Edoardo sappiamo qual è la verità.
"Lo so, piccrè - mi tira per un braccio e mi posiziona tra le sue gambe, con la schiena contro il muretto, e lui che tiene unite le nostre mani in un abbraccio - ma anche se dovesse andare via continuerete ad essere amiche."
"Perchè dovrebbe continuare ad avere rapporti con me, mio fratello le ha rovinato la vita."
"Che c'entra tuo fratello con te, tu si nata cos, per lei sei importante. Non puoi neanche immaginare come stava quando tu sei finita in coma."- mi stringe ancora di più a lui, tanto che sono costretta ad appoggiare la mia testa sul suo petto.
"Allora perchè non mi ha detto che verrà trasferita?"- al sol pensiero che Clarissa possa realmente andare via sento il cuore frantumarsi in mille pezzi.
"Avrà sicuramente una spiegazione da darti."- lo sento sospirare.
"Che faccio se resto qui da sola?"- mi viene spontaneo chiedergli, e non c'è la faccio più a trattenere le lacrime.
"Ma comm da sola? E ij nun so nisciun?"- mi chiede e subito alzo gli occhi per guardarlo meglio.
"Non piangere, piccrè, tu non sei sola, e mai lo sarai. C'è stong semp ij cu' te."- mi da un bacio sulla fronte mentre con le mani cerca di asciugarmi le lacrime anche se da quest'angolazione è difficile.
"Non è del tutto vero, perchè so del piano tuo e di Ciro per evadere."- gli confido, tanto so che quassù non può sentirci nessuno. Sapevo di quest'idea da prima di entrare qui dentro, ho sentito papà e Pietro parlarne tante volte.
"Ani' nun dicer scimità - mi fa girare costringendomi a guardarlo - a parte che la tua pena da scontare non è poi così tanto lunga, e poi è la tua famiglia che ci aiuterà quindi tu saprai benissimo dove andremo, e può venì cu nuje."
"Tu vuoi che io venga?"- chiedo titubante, a me sembra ancora surreale che qualcuno ci tenga così tanto a me.
"Io voglio andare pure ngopp a luna cu' te."- mi sorride sfacciato, quel dannato sorriso a cui non riesco mai a resistere, mi fa tremare la terra sotto i piedi.
"E Clarissa?"- chiedo della mia amica, perchè per me immaginare una vita senza di lei non è possibile, e poi dentro di lei c'è mio nipote o mia nipote, è inconcepibile non pensare a loro.
"Verrà anche lei con noi. Ciro sa in cuor suo qual è la strada giusta da prendere, deve solo avere un po' di tempo per metabolizzare tutto."- mi asciuga le lacrime che sono rimaste appiccicate sulle guance.
"Posso farti una domanda?"- gli chiedo, mi è venuta in mente un' idea folle.
"La farai comunque Ani'."- mi risponde ridendo, effettivamente.
"Se fosse successo a noi? Cioè se fossi io quella incinta, cosa avresti fatto tu?"- Sto molto attenta nel prendere la pillola, anche perchè Edoardo non è il mio primo ragazzo, ma voglio sapere cosa ne pensa lui.
"Non lo so, perchè me lo chiedi?"- mi guarda confuso.
"Tu rispondi e basta."- lo vedo che si guarda intorno come se cercasse una via di fuga.
"Mi dovrei trovare in una situazione del genere per risponderti sinceramente, non pensi?"- fa ricadere le mani che aveva ancora appoggiate sul mio viso.
"E' solo un ipotesi, non ti agitare."- corrugo la fronte.
" Me miett' ansia cu sti domand."- agita le mani nervosamente.
"C'è qualcosa che mi stai nascondendo?"- lo guardo confusa, non capendo proprio il senso della sua agitazione.
"No, che t'aggia nascondere."- mi allontana bruscamente per poi scendere dal muretto.
"Non ti ho chiesto di diventare genitori domani, ti ho solo chiesto se una cosa del genere fosse successa a te come avresti reagito, ma guardandoti ora, direi proprio che ho avuto la mia risposta."- lo indico mentre lui cammina nervoso avanti ed indietro.
"Tu nun saje proprio niente."- si ferma e mi guarda furioso.
"Infatti, non ti sto proprio seguendo, non capisco il perchè di tanta agitazione."- incrocio le braccia al petto indispettita.
"Non lo sai cosa significa trovarsi all'improvviso in una bolla del genere."- guarda un punto indefinito alle mie spalle.
"E pecchè tu sij?"- alzo un sopracciglio turbata.
Lui torna a guardarmi e anche se a parole non dice nulla, i suoi occhi dicono tanto. Lui ci è passato, gli è successa una cosa simile, e si porta ancora addosso tanto dolore.
"Edua' qual è il problema?"- gli chiedo spiegazioni.
"Prima di finire all'IPM stavo insieme ad una ragazza, era na storiella senza significato per me, infatti nel frattempo uscivo anche con altre. Poi un giorno questa viene da me e mi dice di essere incinta, abbiamo ripetuto tanti test di gravidanza insieme, tutti positivi. Allora le dico che non fa niente, che avevamo combinato un gran casino, ma avremmo cresciuto quel bambino insieme, anche se io non l'amavo non avrei mai fatto come mio padre, non l'avrei mai abbandonata. Ricordo quel giorno come se fosse ieri, ho pianto tantissimo, anche se ero piccolo, volevo farcela, volevo essere un genitore migliore del mio. "- mi racconta tutto d'un fiato, senza mai distogliere lo sguardo dal mio.
"Che fine hanno fatto lei e il bambino?"- chiedo titubante, se mi dice che ha un figlio con un' altra potrei morire qui in questo preciso istante.
"Non c'era nessun bambino, è stato un falso allarme. La ragazza aveva un problema di salute, e i test sarebbe risultati sempre positivi in qualsiasi momento li avessimo fatti."- mi risponde ed io torno a respirare normalmente.
"E lì ho capito che forse Dio non mi ha dato questa gioia perchè sapeva benissimo che non saresti stato in grado di fare il papà, che sicuramente avrei fatto come il mio, li avrei abbandonati."- Mi spezza il cuore vederlo così, perchè io so che non è vero, so quanto lui in realtà sia la persona più dolce che io abbia mai conosciuto.
"Impossibile, non è successo ed è stato meglio così solo perchè eri piccolo e sicuramente anche la ragazza era molto piccola. Ma se un giorno tu sarai papà sono sicura che farai un ottimo lavoro, sarai bravissimo."- mi avvicino per prendergli una mano e stringerla forte.
"Lo sai che non sono brava ad esternare quello che provo, però ti dico che vorrei tanto che un giorno tu fossi il papà dei miei bambini."- L' ho detto, domani me ne pentirò forse, ma ora sono stata sincera.
"Mi piace quando mi dici queste cose, proprio perchè non me le dici mai so che quella volta che lo dici è perchè lo pensi davvero."- sorride dolcemente mentre mi accarezza una guancia.
"Io dico sempre la verità, altrimenti starei zitta. E ti dico che sei una bellissima persona Edo, a volte un po' troppo egocentrico, ma con un cuore enorme, e mi piace da morire la persona che riesco ad essere affianco a te." - mi attira in un abbraccio.
"Vabbe mo torna ad insultarmi, se no nun si tu."- lo sento ridacchiare e fa ridere anche me.
"E sei anche un grandissimo stronzo, con quante cazzo di ragazze sei stato?"- lo prendo in giro, anche se un pizzico di gelosia la sto effettivamente provando.
"Parecchie - si stacca per guardarmi - però tu si semp a chiu bell e tutt quant."
"E tu si ruffian assaje."- roteo agli occhi.
"Però tu si pazz di me."- tiene strette le braccia dietro la mia schiena per non farmi scappare.
"Tu pure si pazz di me."- ride e poi incolla le sua labbra alle mie.
Io mi sento a casa, mi sento bene, mi sento protetta, mi sento come se prendesse il mio dolore e mi facesse sentire più leggera. Non mentivo quando gli ho detto che è una bellissima persona, e sono così fortunata che lui abbia lottato così tanto per me, per noi, altrimenti oggi non staremo qui e non mi mostrerebbe giorno per giorno quanto grande è il suo cuore.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now