Capitolo 11.

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CIRO'S POV:

La mia testa non smette mai di pensare, neanche quando la sera la appoggio sul cuscino. Lì dovrei spegnere tutto, ricordarmi che sono solo un ragazzino di 17 anni, chiudere gli occhi e sognare come tutti quelli della mia età. Come il mio migliore amico Edoardo che resta sveglio la notte per scrivere poesie, io invece resto sveglio perché i miei demoni interiori mi divorano l'anima. E così resto sveglio fino a quando non vedo Edoardo stanco che si mette a letto, e poi le prime luci dell'alba entrano fitte dalla finestra, così mi alzo capendo che ormai è inutile restare a letto. Mi appoggio alla finestra, mi accendo una sigaretta, magari me ne fumo pure un'altra.
Tutto intorno tace, io appoggio per un attimo la testa al muro, chiudo gli occhi e mi permetto di essere un ragazzino di 17 anni solo per un secondo.
Poi di scatto riapro gli occhi, e mi ricordo di tutti i nemici che ho qui dentro e soprattutto là fuori e mi rendo conto che non sono più un ragazzino da tanti anni ormai, e che un'altra notte è già passata.

Giorni fa è arrivata all'IMP mia sorella minore. Abbiamo solo un anno di differenza ed è per questo che siamo molto uniti, sono molto protettivo nei suoi confronti motivo per il quale quando l'ho vista arrivare qua con le manette sono andato su tutte le furie. Inizialmente volevo ammazzare nostro fratello Pietro per averla comandata a fare un lavoro così rischioso, e poi volevo ammazzare anche quegli stronzi che l'hanno lasciata alle guardie. Ma lei mi ha guardato, mi ha spiegato tutta la situazioni, e in quegli occhi così simili ai miei non ci ho visto più la bambina che avevo lasciato un anno fa, ma ci ho visto una donna cresciuta troppo in fretta.
Non volevo per lei il mio stesso destino, volevo che studiasse che facesse grandi cose, ma non ho potuto fare granché chiuso  qua dentro. E ora non posso più controllarla, perché lei è diventata ingestibile.

"Com'è sto fatto che ieri ti avevo chiesto di tenere lontano mia sorella e ti è scappata?" - chiedo ad Edoardo mentre lui è nel  bagno e si sta lavando i denti, ed io sono nella stanza che mi cambio.
"Mi devi scusare Cirù ma tua sorella è veramente impossibile." - mi risponde lui dal bagno.
Io lo raggiungo, mi appoggio allo stipite della porta e lo guardo con occhi indagatori.
"E come ha fatto ad arrivare prima di te?" - gli chiedo lui nel frattempo si sta aggiustando i capelli, cosa che fa ogni mattina.
"Mi ha dato un calcio nelle palle, mi ha rimasto steso a terra, e poi è corsa via." - mi dice ed io istintivamente mi metto a ridere.
"Ti sei fatt vattr da una femmina?" - lo prendo in giro io.
"E che dovevo fare?" - si gira a guardarmi.
"Doveva arrivare mia sorella per farti capire come si tratta na femmen." - incrocio le braccia al petto, lui mi si avvicina.
"Guarda ca sort nun è na femmen, è na tigr non ammaestrat." - mi sorpassa e torna in stanza.
"E tu allora la devi addomesticare." - lo seguo.
"Che significa?" - mi chiede confuso.
"Voglio che la controlli. Devi scoprire tutto quello che fa qua dentro, con chi parla, cosa combina, tutto. Devi essere gli occhi miei su di lei, capito il concetto?" - lo fulmino con lo sguardo.
"Lo sai che tua sorella pensa una cosa, ne dice un'altra, e ne mette in atto un'altra ancora?" - ribatte lui.
"E tu allora mi riporti tutt'e tre le versioni." - assottiglio lo sguardo, Edoardo lo sa che quando faccio così non voglio obbiezioni.
"Vabbuo' faccio come dici tu. Ma se poi tua sorella si innamora di me, non te la prendere." - lui sogghigna. Io gli do una scappellotto dietro la nuca.
"Fa poc o scem." - lo rimprovero.

Arriva la guardia a chiamarci per dirci che le lezioni stanno per iniziare. Un 'altra cosa inutile qua dentro, perdere tempo dietro ai libri come se a qualcuno di noi importasse realmente di quello che c'è scritto su quelle pagine.
Arrivati nella classe dove abbiamo le lezioni, prendiamo posto come meglio possiamo, per poi vedere arrivare le ragazze.
Il volto di mia sorella si illumina quando mi vede e subito corre al mio fianco per sedersi nel posto libero alla mia destra, seguita dalla bionda che è cella con lei che si sede a sua volta affianco ad Anita.
Guardo attentamente la ragazza, Clarissa. Non mi convince per niente, la sua storia  sul perché sia qui dentro fa buchi da tutte le parti. Sembra una principessa per come parla e come si muove, e mi viene a raccontare che spaccia droga, non le credo neanche un po'. E poi l'ho vista abbracciarsi con Di Salvo e se amica sua, è mia nemica.
Mia sorella mi scuote il braccio per attirare la mia attenzione.
"Devo parlarti, è urgente." - mi sussurra.
"Dopo le lezioni vieni nella mia cella." - le dico guardandomi intorno per controllare se qualcuno ci stia ascoltando.
"E come faccio ad arrivarci?" - mi chiede sconcertata.
"Ti faccio venire a prendere da Edoardo." - le spiego e la vado titubante.
"C'è qualche problema?" - le chiedo, ma so già qual è il problema. È molto probabile che dopo ieri lei non lo voglia vedere mai più.
"No, nessuno." - si rimette a posto sulla sedia.
"Appost accussi." - sorrido io.

Dopo le lezioni per non destare sospetti io e Anita non ci siamo neanche salutati, ed ora sono in cella ad aspettare Edoardo che è andato a recuperarla. Quei due sono una coppia pericolosa, ma qua dentro mi fido solo di lui, e  infatti ho affidato solo a lui il compito di controllare mia sorella.
Quando mia sorella e il mio migliore amico arrivano nella cella noto che sono ad una debita distanza.
"Se mi dicevi quali corridoi prendere potevo arrivarci anche da sola." - esordisce Anita.
"Com si fatt tu te facist acchiappà subit." - la rimprovera Edoardo.
"Ma lui è così necessario?" - mi chiede lei  indicando il mio mio amico.
"Qual è la cosa importante di cui dovevi parlarmi?" - le chiedo arrivando subito al punto della situazione.
"Clarissa mi ha raccontato la verità." - mi risponde asettica lei.
Prendo un respiro profondo e poi gli chiedo. - "Gli hai messo di nuovo le mani addosso?"
"No, ma per chi mi hai preso." - mi risponde ridacchiando leggermente.
"Per quello che sei, una tigre non ammaestrat." - la prende in giro Edoardo beccandosi un occhiataccia da mia sorella.
"Posso sapere qual è questa verità?" - gli chiedo impaziente.
"È stata incastrata, qualcuno le ha messo la droga nella borsa ma lei non c'entra nulla. Ed io penso che c'entri il clan Di Salvo perché il padre di Clarissa lavora per loro." - inizia a farfugliare mia sorella.
" Ma che cazz stai ricenn?" - mi inizio a agitare.
" Quindi il padre di Clarissa lavora per i Di Salvo? "-chiede conferma Edoardo.
" È quello che ho appena detto. " - gli risponde beffarda mia sorella.
" Troppi fatti non mi tornano." - mi tocco il mento cercando di capire meglio tutto.
"Tu ti fidi di quello che ti ha raccontato la principessa?" - chiedo a mia sorella.
"Io l'ho vista piangere quando eravamo in commissariato, e l'ho sentita piangere anche altre volte da quando siamo arrivate qua. Ora o sta fingendo veramente bene, o quello che dice è la verità." - lei fa spallucce.
"Chi pensi che l'abbia incastrata?"- aggrotto le sopracciglia.
"Penso che i Di Salvo l'abbiano spedita qua per ferire il padre, magari lui non ha portato a termine qualche lavoro e loro si sono vendicati così. "-mi spiega la sua teoria.
"E da quando sei diventata così perspicace?" - le chiedo guardandola con un pizzico di fierezza.
"Ho imparato dai migliori." - mi risponde lei sogghignando.
"Vatten va, e cerca di scoprire quante più cose possibili su quella sera." - le ordino.

Ora ho bisogno di restare da solo, e capire se ci possiamo fidare della principessa.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now