Capitolo 40.

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CIRO'S POV:

Per poco mi sono permesso di chiudere gli occhi ed addormentarmi, dopo la serata con Clarissa ero stanco. Quella di principesco non ha niente, proprio come il diavolo, si è intrufolata nel bagno e mi ha tentato con i suoi modi dolci e gentili. Sento di star perdendo il controllo, quando c'è lei nei paraggi dimentico qualsiasi cosa e questo non va bene.
Infatti nel momento esatto in cui mi sono addormentato, Edoardo ha deciso di evadere dalla cella. Ho scoperto io il modo per aprire la cella di notte, mi è servito per un sacco di cose, ma gli ho anche detto un milione di volte che è pericoloso, e che se ci scoprono dopo non posso usare più questo metodo per fare cose importanti. Ma lui è fatto così, mai una volta che mi ascoltasse. Lui, Clarissa e mia sorella mi faranno impazzire.

Quando torna nella cella, è ormai quasi l'alba.
Lui arriva di soppiatto, e cercando di non fare rumore si chiude la cancella alle spalle.
Ha la testa completamente tra le nuvole tanto che non fa neanche caso a me che sono seduto su una sedia a fumare.

"Aro cazz stiv?"- gli sussurro, lui sobbalza quando sente la mia voce.
"Sei già sveglio?"- mi chiede evitando di rispondere alla mia domanda.
"Quando mai dormo ?"- lo guardo accigliato.
Ha un'aria strana, e non capisco cosa mi stia nascondendo.
"Ij mo' invece me vac a cuccà."- taglia corto buttandosi sul suo letto.
"Edua' non hai risposto alla mia domanda."- lo richiamo e lui gira il viso verso di me.
"Ero sul tetto, stavo scrivendo."- lui chiude gli occhi, fingendo di stare per addormentarsi.
"E con cosa stavi scrivendo, se il quaderno e la penna stanno qua?"- gli chiedo guardando fisso il quaderno dove scrive quelle stronzate sul tavolo davanti a me.
Lui spalanca di colpo gli occhi, e lo vedo per un momento agitarsi sul letto.
"Ja Ciro famme durmi'."- mi supplica.
"E tu nun me ricer strunzat, lo sai che non mi piacciono le bugie."- lo fulmino con lo sguardo.
"Ero con una ragazza dell'istituto."- mi risponde vago lui.
"E chi è?"- incalzo io. Non gli credo, lo riconosco quando dice una bugia.
"Ma cre? Si diventat na guardia' mo'?"- mi dice mentre si alza dal letto ma rimane seduto a fissarmi.
Spengo la sigaretta nel posacenere, e mi avvicino a lui guardandolo dall'alto.

"Tu lo sai che la fiducia per me è tutto, ed io te l'ho data, quindi mo' o mi dici la verità oppure..."- lascio la frase a metà mentre mi giro a guardare la foto che ho attaccata al muro che ritrae me e Francesco, lui segue il mio sguardo.
L'ultima persona che ha tradito la mia amicizia è stato lui, ed Edoardo sa com'è andata a finire.
Edoardo deglutisce faticosamente ma continua a non rispondermi.
"Ciro io non sono Francesco."- mi risponde alzandosi e mettendosi di fronte a me.
"Ij te voglio tropp' bene, lo sai, che per me sei più di un fratello."- continua a dirmi.
"E allora dimm' a' verità."- ribatto.
Prende un respiro profondo e poi mi risponde.-"E' vero che ero con una ragazza sul tetto, ero con tua sorella."

Sgrano gli occhi di colpo.
" E perchè eri sul tetto con mia sorella?"- chiedo confuso.
"Ciro..."- mi guarda colpevole.
E allora lì capisco tutto, perchè mia sorella gli ha tirato un calcio nelle palle, capisco perchè li trovo sempre a parlare di soppiatto, perchè mia sorella odiasse così tanto Teresa arrivando addirittura a metterle le mani addosso, perchè quando spariva uno di colpo spariva anche l'altro, perchè mia sorella era così scontrosa con lui e cercava di evitarlo ogni volta.
Gli afferro la maglia e lo sbatto con forza contro il muro alle sue spalle.
"Che fatt cu sorm?"- gli chiedo furioso.
"Fammi spiegare come sono andate le cose."- cerca di allentare la mia presa sulla sua maglia.
"Ma che cazz me vuo' spiega? Io ti avevo chiesto di controllarla, non di farci sesso."- lo afferro e lo sbatto a terra, sovrastandolo.
"Cu' tant guagliun proprio cu sorm dovevi fare o strunz?" - gli tiro un pugno, ma lui non reagisce.
"Edua' dammi un buon motivo per non ucciderti." - gli grido contro, e non gli do neanche il tempo di rispondermi ma inizio a tirargli pugni uno dietro l'altro mentre lui continua a restare inerme sotto il mio peso.

Vengo tirato all'indietro da qualcuno e quando mi girò noto che è Lino, la guardia della nostra ala.
"Ma nun stat buon?" - ci chiede invece il comandante mentre Lino mi tiene ancora fermo, e un'altra guardia aiuta Edoardo ad alzarsi con il sangue che gli cola dal naso e dalla bocca.
"E lievem' e man da dosso." - mi scollo dalla sua presa.
"Scusate comanda' una discussione tra amici, è vero Edua?" - gli chiedo conferma.
Non ci voglio andare in isolamento per colpa di questo stronzo.
Edoardo annuisce con la testa.
"Portatelo in infermiera jam." - ordina il comandante.
Quando mi passa affianco Edoardo insieme alla guardia, gli sussurro. - "Fatti cambiare cella perché si no t'accir rind o suonn."
"E cammin forz." - la guardia lo strattona.
"Se chillu strunz comm e te non conferma la tua stessa tesi, tu finisci dritto in isolamento. Capito?" - mi spiega il comandate.
"Confermerà la mia tesi, comanda'." - gli rispondo sorpassandolo e andando in bagno.
Lui insieme alle altre guardie mi lasciano finalmente da solo.

Se penso che quello stronzo si è approfittato di mia sorella e gli ha messo le sue sporche mani addosso mi viene voglia di prendere il suo collo e stringerlo fino a vederlo smettere di respirare. Non doveva permettersi di tradire la mia fiducia, ora è meglio che stia alla larga da me soprattutto da mia sorella perché se no non controllerò le mie reazioni.

Una mano delicatamente si posa sulla mia spalla ed io mi giro di scatto.
È Clarissa che mi guarda confusa e preoccupata.
"Che ce fai c'ca?" - le chiedo accigliato.
"È arrivata la voce nella mia ala di quello che è successo." - mi prende la mano destra con ancora il sangue di Edoardo appiccicato sopra.
"Ma sei impazzito per caso?" - mi chiede mentre mi tira la mano portandola nel lavello cercando di cancellare le macchie di sangue.
"Questo succede quando qualcuno tradisce la mia fiducia, lui lo sapeva benissimo ed è andato comunque a letto con mia sorella." - stringo tra le dita l'acqua immaginandomi che sia il collo di quello che dovrebbe essere il mio migliore amico.
"Loro si vogliono bene, veramente." - mi dice con lo sguardo fisso sulla mia mano.
"Tu o sapiv?" - le chiedo afferrandole il mento con la mano bagnata.
Lei abbassa lo sguardo colpevole.
"Ma che cazz Clari', sapevi che mia sorella faceva sesso con il mio migliore amico e non hai pensato di dirmelo?" - le grido contro, lei fa dei passi indietro impaurita.
"Tu non puoi decidere per la vita di tua sorella." - mi rimprovera lei.
"Ma tu o saje che chillu strunz domani se ne scoperà un'altra, e dopo domani un'altra ancora, e che sarà Anita a piangere?" - la vena sul mio collo pulsa.
"Non lo puoi sapere." - mi dice lei con occhi tristi.
"E invece o sacc." - le dico prima di tirare un pugno al muro.
"Ti devi calmare." - mi dice con tono dolce.
"Io non mi calmo, io mi prendo altri 30 anni uccidendo Edoardo." - gli dico furioso.
"Ma che stai dicendo?" - mi chiede confusa. E poi mi ricordo che lei della storia di Francesco non sa nulla.
La prendo con forza e la trascino nella stanza, vicino alla foto di me con Francesco.
"Lo vedi questo? - gli indico la foto - Era come un fratello ma un giorno ha deciso di tradire me e la mia famiglia. E lo sai allora io che ho dovuto fare?" - lei scuote la testa, io sogghigno amaramente - Gli ho sparato, un colpo dritto qua al cuore, senza pensarci due volte." - le dico toccandole con l'indice il punto dove il suo cuore sta battendo.
"Perché non me lo hai mai detto?" - mi chiede con gli occhi che le si riempiono di lacrime.
"Perché avrei dovuto?" - le chiedo alzando un sopracciglio.
"Pensavo che io e te avessimo un legame. Ti ho affidato la mia vita e quella di mio padre tra le mani, mi fidavo di te." - mi dice con le lacrime che le ricadono piano sulle guance.

"E pensavi male. Io non ho legami con nessuno. " - le dico girandomi, non posso guardarla piangere.
Ma è meglio ferirla, così si allontanerà da me ed io potrò tornare a mantenere il controllo.
"Non puoi trattarmi male solo perché i tuoi migliori amici ti hanno tradito, io non sono uno di loro."- mi dice lei, io di spalle chiudo gli occhi sperando lei vada via.
"Ciro." - mi richiama con la voce spezzata dal pianto.
Io mi giro a guardarla. - "Principe' nun me scass o cazz, già ho troppe cose a cui pensare."
"Cosa sono stata per te? Solo un gioco?" - mi chiede continuando a piangere.
No, Clarissa, tu mi hai incasinato così tanto la testa e il cuore, che non mi sono neanche accorto di quello che succedeva intorno.

"Pensavo fosse chiaro, no?" - le chiedendo sogghignando.
"Sei proprio uno stronzo." - mi grida contro, prima di andare via.

Ed è meglio così, una come lei così pura, dolce, gentile deve stare lontana anni luce da uno come me che la notte dorme con i fantasmi sotto il letto.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now