Capitolo 39.

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ANITA'S POS:

Io ed Edoardo non riusciamo  a smettere di baciarci, come quando non mangi per giorni ed ora sei affamato. 
Si è presentato all'improvviso nella cella, e anche se all'inizio mi sono spaventata, non sono riuscita a trattenere la mia felicità. Ha scoperto un altro mio piccolo segreto e cioè che gli ho fatto un disegno. Non so perchè io  lo abbia fatto, ma la mia testa non riusciva a smettere di pensare a lui e allora ho deciso di mettere su foglio bianco questi miei pensieri. Lui e il mare, due cose che non pensavo mi piacessero così tanto, due cose che non riesco a controllare, ma per qualche strano motivo ne sono completamente ossessionata. 
Mi ero ripromessa di stargli lontano, che questo gioco era troppo pericoloso, ma lui proprio come le onde  che si infrangono sulla riva, si è schiattato bruscamente contro di me.

Un colpo di tosse alle sue spalle ci fa sussultare, ci stacchiamo subito e lui fa dei passi indietro.
"No, ma tranquilli continuate pure."- E' Clarissa che è appena tornata in cella.
"Mi hai fatto prendere un infarto."- le dico portandomi una mano sul cuore che batte ancora impazzito, pensavo fosse qualche guardia o peggio ancora mio fratello.
"Sì, di solito faccio questo effetto."- mi dice lei in modo beffardo.
"Potevi restare un altro po' con Ciro."- la prende in giro Edoardo, e lei subito si imbarazza.
"Noi stavamo solo parlando."- cerca di giustificarsi.
"E questi che so'?"- le chiede lui indicandole il collo dove stanno iniziando a formarsi  dei piccoli succhiotti.
Clarissa si porta una mano  sul collo imbarazzata, ed io sogghigno pensando a quanto sia stupida  se pensa che uno come Edoardo  creda alle sue bugie.
"Principe' queste cose gliele ho insegnate io al mio migliore amico."- lui ridacchia leggermente.
"Quant si nu spaccon."- gli do uno scalpelletto dietro la testa.
"Ma tu sai che è la verità."- mi guarda in modo malizioso.
"Va bene d'accordo, ora è meglio che te ne vai."- lo tiro per un braccio  per accompagnarlo fuori.
"Non dimenticare quello che ti ho detto."- mi dice prima di darmi un altro bacio a stampo, e poi se ne va.

Mi giro nella direzione di Clarissa e le dico. -" Io e te dobbiamo parlare."
"Di cosa?"- mi chiede lei fingendo di non capire cosa voglia sapere.
"Nel bagno con mio fratello, seriamente?"- le sussurro avvicinandomi.
"Tu mi hai consigliato di cercarlo, ed è quello che ho fatto."- lei fa spallucce.
"Io ti ho detto di parlarci per tranquillizzarti non di farci sesso."- le dico ridendo.
"Non abbiamo fatto sesso."- sussurra imbarazzata.
"Mi dispiace ma credo alle parole di Edoardo."- incrocio le braccia al petto.
"Quel ragazzo ti confonde troppo."- cerca di sviare al mio discorso.
"Principessa non cercare di cambiare discorso."
Lei intanto ha notato il mio disegno che prima Edoardo ha lasciato cadere, lo raccoglie e lo osserva confusa.
"E questo?"- mi chiede, io mi avvicino e glielo strappo dalle mani. Non ammetterò di nuovo che sì quello stupido disegno raffiguri Edoardo.
"Gli hai fatto un disegno?"- mi chiede sorridendo.
"A chi?"- fingo indifferenza, mentre metto a posto tutti i fogli e le matite.
"Ad un certo Edoardo? Lo conosci? E' appena uscito dalla nostra cella."- mi dice lei prendendomi in giro.
"Non gridare."- la fulmino con lo sguardo.
"Facciamo un patto, se tu ammetti che  quello nel disegno è Edoardo io ti dico cosa ho fatto nel bagno con tuo fratello."- lei mi porge la mano.
Sono troppo curiosa di sapere se mio fratello è riuscito a perdere così tanto il controllo, da non poterle dire di no, così le afferro decisa  la mano.

"Affare fatto."- le dico fiera.

Alla fine proprio come aveva detto Edoardo, mio fratello e Clarissa sono andati ben oltre una semplice chiacchierata, potrei usare questa cosa per prendere in giro mio fratello per tutta la vita. Lui, il capo tra i ragazzi, ha rischiato di farsi beccare mentre faceva sesso con una ragazza nel bagno, che stupido. Sono sempre più convinta che Clarissa gli abbia fatto qualche incantesimo.

E' notte fonda ormai, e anche se Edoardo mi aveva chiesto di non addormentarmi, i miei occhi si stanno quasi chiudendo del tutto.
Quando improvvisamente sento qualcuno mettermi una mano sulla bocca per non farmi gridare. Mi giro di scatto e gli occhi di Edoardo, brillanti anche nel buio, mi fissano.
Piano fa scivolare la sua mano dalla mia bocca, ed io lo guardo confusa.
"Ma che ci fai qua? Come sei arrivato, se le celle sono chiuse?"- gli pongo  le domande una dietro l'altra.
"Ho i miei metodi, nun te preoccupa'."- mi sussurra.
"Tu si pazz."- gli dico sorridendo, non posso fingere che la sua pazzia è una delle cose che più mi piace di lui.
"Ti avevo promesso una sorpresa, no?"- mi dice prendendo la mia mano  facendola intrecciare con la sua.
"Questa è la tua sorpresa?"- gli chiedo confusa.
"Piccrè tu ancora nun e vist niente."- sogghigna malizioso.
Mi tira facendomi scendere dal letto, poi mi fa segno di fare silenzio e piano usciamo dalla cella.
Clarissa dorme beata, e nel corridoio non c'è nessuno.

C'è qualche guardia di turno ma Edoardo sa dove passare, sembra che abbia fatto questa cosa un milione di volte.
Con il cuore che quasi mi esplode nel petto, e con la mano ancora incollata alla sua arriviamo sul tetto.
"E questa la tua sorpresa? Farmi venire un infarto per portarmi semplicemente sul tetto?" - gli chiedo quasi arrabbiata.
Lui sorride per poi afferrarmi il mento per costringermi ad alzare la testa.
"Questa è la sorpresa." - mi sussurra dolcemente.
Il cielo blu notte è illuminato da migliaia di stelle, è uno spettacolo meraviglioso.
Ogni sera mi addormento guardandole dalla finestra, ma guardarle da quassù è tutta un'altra storia.
Improvvisamente mi viene un'idea, lascio la mano di Edoardo e corro verso il muretto. Ci salto su con molta fatica, mentre lui mi segue preoccupato.
"Ani' nun pazzia accussi, scendi." - quasi mi supplica.
"Mi vado a prendere una stella." - gli dico ridendo, mentre alzo una mano verso il cielo.
Sembra quasi di toccarle, mentre il vento fresco mi soffia tra i capelli.
Vorrei vivere sempre così, ad un passo dal cielo, libera come le stelle.
"Anita e ja." - mi richiama ancora Edoardo, così per non farlo preoccupare decido di scendere dal muretto.
"Tu sei pazza." - mi dice mentre  mi intrappola tra il suo corpo e il muretto.
"E tu no? Che mi hai fatto evadere dalla cella per portarmi qui di notte?"-gli dico aggrottando le sopracciglia.
"Allora siamo pazzi insieme." - mi dice alzando un angolo della bocca.
"Comunque grazie per questa sorpresa." - ammetto sincera.
"Piccrè ti giuro che un giorno ti compro tutte le stelle del firmamento." - mi sussurra sulla bocca.
"Non c'è ne bisogno, se voglio me le posso comprare anche da sola." - sorrido fiera.
"Sto perdend a cap appriess a te." - mi dice un secondo prima di baciarmi.
Non posso nascondere che mi abbia fatto piacere questa sorpresa , ma non voglio che pensi che io abbia bisogno di lui.

Gli passo le mani tra i capelli che mi piace scompigliarli, lui mi afferra i fianchi e mi fa  sedere sul muretto, ne approfitto per allacciargli le gambe in vita così da tenerlo più vicino a me.
Lui si stacca, per passare a baciarmi dietro l'orecchio, il punto che lui sa che mi fa impazzire. Per poi scendere fino alla clavicola. Intorno c'è silenzio, si sentono solo lo schioccare delle nostre bocche e i nostri respiri affannati.
Ci guardiano per un secondo, mentre lui mi abbassa la spallina della canotta insieme a quella del reggiseno. E non posso fare a meno di pensare che le stelle più belle che io abbia visto stasera c'è l'ha lui al posto degli occhi.
"Chiedimi di non fermarmi." - mi supplica con voce roca.
"Non voglio che tu ti ferma." - ammetto con le mani che fremano dalla voglia di spogliarlo.
"E dimmi che non è e non sarà mai uno sbaglio." - continua a chiedermi conferme.
"Edoardo - gli afferro il viso tra le mani - tu non sei mai stato, e mai sarai un sbaglio."
Lui mi bacia con passione, mentre con impazienza ci togliamo i vestiti.
Gli accarezzo la tigre che ha disegnata sul petto, dove al di sotto sento il suo cuore battere forte quasi quanto il mio, lui fa lo stesso con tigre che ho sulla gamba.
E poi rudemente entra in me, per evitare di gridare addento la sua spalla, lui mi affonda le unghie sul fianco, proprio come due tigri che si sbranano noi invece stiamo facendo l'amore.

Non mi importa, come sono certa che neanche a lui importa, di essere scoperti.
Anzi è proprio il rischio a rendere questo momento così bello. Ci nutriamo di adrenalina mista all' eccitazione.



SPAZIO AUTRICE:

Scusate per l'assenza, abbiamo avuto dei problemi personali ma adesso siamo tornate e speriamo di riuscire a pubblicare almeno un paio di capitoli a settimana.
Grazie come sempre a tutti quelli che ci seguono e ci leggono, vi siamo immensamente grate.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now