Capitolo 1 - Rivali

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Sangue cremisi gocciolava dalle fauci spalancate del mostro. Il pelo spesso e irto copriva gran parte del corpo e del muso allungato. I denti neri spuntavano come rasoi affilati dalla bocca semiaperta, mentre gli occhi erano sfere bianche prive di luce. Era adagiato su un fianco e doveva pesare almeno un quintale. Le quattro zampe, benché afflosciate e rigide, erano possenti e dotate di artigli ricurvi. Uno squarcio nel petto del chanjer rivelava che il fulcrum al suo interno era stato prelevato con precisione.

Un colpo. Era bastato un semplice affondo per recidere la gola di quell'essere e lasciarlo senza vita sull'asfalto bagnato.

Shin si rialzò in piedi. Non aveva più bisogno di analizzare il cadavere, sapeva fin troppo bene chi era il responsabile di quell'uccisione. Avrebbe riconosciuto il taglio della sua lama tra mille. Era riuscito a rubargli la preda da sotto il naso, di nuovo, fregandogli anche la ricompensa. Vista la grandezza, era un chanjer di Livello Tre e il suo fulcrum doveva valere almeno 200 erdyl al Mercato Nero.

Il giovane sollevò il capo e fissò ciò che aveva intorno; la visibilità era ridotta a causa della nebbia sottile che accompagnava la pioggia leggera di quella sera. Si trovava nella zona della vecchia ferrovia, dove binari spezzati e cartelloni sbiaditi decoravano il suolo arido e spoglio. Alcuni treni giacevano riversi a terra, come carcasse smembrate e decomposte dalla malvagità del tempo. Shin salì su una di queste, passeggiando sulla fiancata arrugginita e percorrendo la lunghezza del convoglio. Gli esploratori del suo Clan gli avevano assicurato che nella loro zona erano stati avvistati due chanjer di Livello Tre, perciò doveva assicurarsi di recuperare almeno il secondo fulcrum prima che fosse troppo tardi.

Avanzava piano, analizzando ogni spaccatura, ogni rudere o maceria che poteva fungere da nascondiglio alla creatura. Snudò le spade gemelle dal fodero sulla schiena e procedette ancora, lo sguardo vigile. Uno dei vantaggi di essere un chanjer lui stesso, anche se di Livello Uno, era la vista notturna. Solo il pallido alone di lampioni a energia solare rischiarava la zona, e ringraziò i suoi occhi capaci di scrutare nelle tenebre poiché gli garantivano maggior sicurezza durante la Caccia.

Una mano si posò sulla sua spalla e Shin si voltò di scatto, alzando le lame in posizione d'attacco.

«Calmati, calmati!» urlò una voce familiare.

«Faraji!» sbuffò Shin, abbassando le spade, «sai che non devi arrivarmi alle spalle in questo modo. Potevo tagliarti la testa!»

«Sì, bé, non me ne dimenticherò più!» brontolò il ragazzo, «hai visto anche tu il Livello Tre?»

Shin annuì. «Non era morto da molto. L'altro potrebbe essere ancora da queste parti.»

«È stato lo stronzo a ucciderlo, vero?» sbottò Faraji, incrociando le braccia davanti al petto.

«Ovvio. Gli altri Clan sanno bene che questa zona è assegnata a noi» replicò, riprendendo a camminare, «solo lui se ne sbatte le palle delle regole. Quanto mi fa incazzare!»

«Prima o poi dovremo dargli una lezione» dichiarò il compagno, seguendolo.

Terminato il breve tragitto sopra al convoglio accasciato, i due scesero e proseguirono lungo la strada, attraversando alcuni vicoli e raggiungendo un bivio.

«Dividiamoci di nuovo» ordinò Shin, «io vado a sinistra, tu a destra. In caso di bisogno manda un segnale con il trasmettitore.»

«Agli ordini, Capo.» Faraji sollevò il polso dove portava il trasmettitore, un orologio dotato di diversi pulsanti che consentiva loro di restare in contatto nonostante la distanza.

«Marie e Smilzo sono in posizione?»

Il ragazzo annuì. «Marie si trova sul tetto del palazzo rosso, Smilzo sulla Vedetta. Se dovesse esserci qualche avvistamento anomalo ce lo faranno sapere.»

ChanjerWhere stories live. Discover now