Capitolo 17 - Fiducia

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Il secondo giorno trascorse identico al primo. Shin dovette sorbirsi di nuovo la spiegazione sui chanjer che conosceva già a memoria. Clay ascoltava interessato, ma anche lui sapeva la maggior parte delle informazioni previste dal programma. Ogni tanto si lanciavano qualche occhiata, ma Shin si limitò a passare la mattinata spalmato sul banco.

Perfino l'addestramento si rivelò noioso. Satria fece un riepilogo delle armi, delle strategie e degli schemi di attacco e difesa, e affrontarono un solo chanjer a testa nella parte finale.

Una volta tornati nella loro stanza, dopo cena, i due ragazzi si buttarono a letto senza troppe parole.

«Ti sei annoiato oggi, boss?» domandò Clay, incrociando le braccia dietro la testa.

Shin stava sfogliando distrattamente il Codice, ma non aveva la giusta concentrazione per dedicarsi alla lettura. Sospirò. «Un po'. Avrei fatto volentieri a meno di ascoltare di nuovo i dettagli sulla riproduzione dei chanjer e le loro abitudini alimentari.»

Clay ridacchiò. «Satria è stata brava, ma si vedeva molto bene che ne aveva meno voglia di noi.»

Shin abbozzò un sorriso. «Quello è vero. In effetti è sempre svogliata» ragionò, «e penso che parte della colpa sia della droga.»

«Intendi il fulcalm?» chiese il biondo.

L'altro annuì. «Quando una persona diventa dipendente mostra apatia e vive in un perenne stato di indifferenza.»

«Ma è positivo, no? In questo modo si evita una destabilizzazione del fulcrum.»

«Già, ma c'è anche il rischio che un consumo eccessivo porti all'assuefazione. E nel momento in cui si vive un nuovo e improvviso trauma, la droga non è abbastanza forte per arginare l'ondata negativa che si riversa completamente nel fulcrum.»

Clay inarcò un sopracciglio. «Parli per esperienza diretta o per sentito dire?»

Shin tacque alcuni secondi, meditando su cosa rivelare, poi alla fine parlò. «Esperienza diretta. Mio fratello, Faraji, ha passato un brutto periodo per colpa di quella droga.»

«Lo hai aiutato a disintossicarsi?»

Shin alzò le spalle, l'espressione triste. «Non potevo fare granché, perché ero in coma. Ma quando mi sono svegliato l'ho aiutato.»

«Eri in coma?» ripeté Clay. «Come mai?»

Shin chiuse il libro e lo posò sul comodino. «Ho sonno. Sarà meglio mettersi a dormire» mormorò, lasciando intendere di non voler approfondire oltre l'argomento. Gli diede la buonanotte e si voltò dall'altra parte.

Clay non protestò e non insisté oltre per sapere di più. «Buonanotte, boss.»

***

Il giorno dopo, la lezione teorica fu più stimolante. Satria parlò delle aree di Barnim e Stolpe, le zone di Caccia dove si sarebbero svolte le missioni; fece una classificazione dei covi e chiarì molti aspetti sul sistema di cooperazione e organizzazione dei gruppi nell'esercito. Guardando le cartine sul pannello luminoso di fronte a loro, Clay e Shin poterono farsi un'idea più chiara e concreta della struttura del territorio e di possibili vie di fuga. Le telecamere erano ovunque, così come i droni di controllo che sorvolavano la zona dentro e fuori il Confine, senza contare le decine di regole che dovevano rispettare una volta lasciato Kraz. Fuggire durante una missione era difficile, ma forse era anche l'unica vera occasione a loro disposizione.

Terminata la lezione teorica entrarono nella sala di simulazione e indossarono le tute.

«Oggi lavoreremo sul gioco di squadra» spiegò Satria, «ho già appurato che avete dimestichezza con le armi, sapete combattere e siete entrambi molto bravi, ma dovrete imparare a fare tutto questo insieme.»

ChanjerWhere stories live. Discover now