Capitolo 27 - La Diretta

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Il mattino seguente, Shin aprì gli occhi prima del suono della sveglia. Ormai si era abituato a quel ritmo e non faceva alcuna fatica a rispettarlo. Avvertì il calore e il peso di un corpo attaccato al suo e girò il capo per guardare Clay. Il biondo dormiva ancora, stretto a lui, con la testa appoggiata al suo petto. Sembrava indifeso, fragile, così bisognoso di affetto e di dolcezza. Un Clay differente da quello sfrontato e odioso che negli anni aveva imparato a disprezzare. Shin aveva capito che quella era stata solo una maschera indossata per difendersi dagli altri, dal dolore. Quella solitudine che aveva vissuto per lungo tempo lo aveva marchiato nel profondo.

Gli passò una mano tra i capelli biondi e gli accarezzò la mandibola ruvida, e di nuovo avvertì un brivido di eccitazione scorrergli lungo la schiena.

Ciò che avevano vissuto il giorno precedente era stato stupendo. Fare sesso con Clay era stato incredibile, un momento di condivisione, un dare e avere, un pieno godimento per entrambi. Anche il modo in cui si era concesso a lui, pur essendo la sua prima volta, lo aveva stupito. Shin aveva cercato di regalare a Clay sensazioni uniche, aiutandolo a scoprire i punti più sensibili e guidandolo alla ricerca di un piacere dolce e al tempo stesso dirompente.

Il confronto con la sua esperienza passata con Ash era stato prevedibile e non si stupì quando si ritrovò a riflettere a riguardo. I loro incontri erano sempre stati più veloci, passionali e travolgenti, ma anche a senso unico. Molto spesso era stato Ash a decidere, a dominare, e lui non aveva mai protestato. A quei tempi pensava che fosse giusto; amava così tanto Asher, da assecondare ogni suo desiderio. Era stata la sua prima relazione seria, con lui aveva scoperto quel mondo nuovo e perso la verginità. Ed era stato fortunato, perché lo aveva sempre trattato con rispetto. Ma con Clay era diverso, più intenso e sconvolgente, anche se ancora non riusciva a capire fino in fondo ciò che provava.

Shin avvertì una mano accarezzargli una coscia, risalendo sinuosa verso l'alto. «Vedo che sei già sveglio, boss... in tutti i sensi» mormorò Clay, baciandogli il collo.

«Colpa tua che dormi nudo vicino a me» gli rispose, toccandogli la schiena.

«E della mia barba» aggiunse, strusciandosi contro la sua spalla.

«Questa maledetta barba. È il mio punto debole» ammise, percependo un'ondata di brividi.

«Lo sento» sogghignò Clay, che continuava a passare le dita sul suo addome e in mezzo alle gambe con movimenti lenti. «Abbiamo tempo prima della sveglia?»

Shin lanciò un'occhiata al display. «Circa un'oretta.»

«Perfetto.» Clay si mise su un fianco, evitando di pesare sulla ferita, e premette il corpo contro quello del compagno. Si baciarono, dominati da un nuovo calore e una rinnovata eccitazione.

«Hai un alito terribile al mattino, lo sai?» gli disse Shin.

«Anche tu. Vuoi fermarti e ci laviamo i denti?»

Shin gli morse il labbro, stringendogli il fondoschiena tra le mani. «Non ci penso neanche.» Gli baciò la gola con devozione, accarezzandogli le guance e i capelli. I loro corpi erano caldi, bramosi di perdersi l'uno nell'altro, di soddisfare quelle sensazioni che solo uniti potevano provare.

«Non mi dispiacerebbe un bis» ammise Clay, ansimando nel suo orecchio, «ti va?»

Shin lo guardò con affetto. «Sei sicuro?»

Il biondo annuì. Gli prese la mano e la posò sulla schiena, guidandolo lui stesso. Come la sera prima, Shin fu il più delicato e attento possibile nel preparare il suo compagno.

Si avvicinò, premendo con più forza. «Vedi di memorizzare i passaggi, la prossima volta vorrei fare a cambio.»

Clay annuì, gli occhi lucidi e le guance arrossate. «Dio, non vedo l'ora!»

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