Capitolo 39 - Sogni e ricordi

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Nell'istante in cui il fulcalm era entrato nel suo corpo, Shin aveva sentito i sensi abbandonarlo. La mente si era oscurata, ogni sensazione era scomparsa, e si era ritrovato a vagare in un limbo di indifferenza e vuoto. Pochi secondi prima piangeva disperato, spezzato tra l'amore che provava per Clay e il dolore per ciò che era accaduto alla sua famiglia; ora, invece, non sentiva più nulla.

Si sforzò di ricordare le parole di Baba. Il suo ultimo insegnamento.

Non pensate al dolore della perdita, ma ricordate l'amore che abbiamo vissuto insieme.

Sua madre aveva ragione, ovviamente, ma perché era così difficile lasciarla andare? Perché ogni volta che rivedeva i volti di Jade, Gun e Baba, provava una sofferenza così atroce? L'idea di non averli più al suo fianco doleva come una coltellata in pieno petto.

Eppure non voleva deluderli, né loro né il suo amato Clan, che ancora lo stava aspettando.

Intrappolato in quel sonno indotto dal fulcalm, Shin si rilassò, abbandonandosi ai ricordi piacevoli. Solo i sogni erano in grado di ridargli un po' di quella felicità che la realtà gli aveva strappato via.

Shin aveva nove anni. Lui e Faraji si trovavano nella sala comune del Clan, riversi a terra. Shin teneva il fratello bloccato per il braccio, e l'altro, a sua volta, gli stringeva il collo con le gambe. Non aveva importanza il pavimento freddo, la posizione scomoda o il dolore. Era una questione di principio. Non potevano mollare.

«Ti arrendi?!» urlò Shin, serrando la presa.

«Mai!»

«Far, Shin!» li chiamò Gun, passandosi una mano sulla testa calva, «si può sapere cosa state facendo lì per terra?»

Quasi tutti i membri del Clan, circa una ventina a quei tempi, erano stati assegnati a qualche missione di Caccia o si erano recati al Mercato Nero. Erano rimasti in pochi alla base.

«È una sfida!» rispose Faraji orgoglioso, «dobbiamo stabilire chi è il più forte!»

«Però non vale, Far. Tu hai quattro anni in più di Shin. Sei avvantaggiato.»

«Non importa!» intervenne Shin, mostrandosi risoluto, «lo batterò lo stesso.»

Gun scrollò la testa. «Se vi fate male, la prossima volta non vi porterò in missione con me!»

I due bambini si mollarono e scattarono in piedi. «No!» protestarono in coro.

Il giovane sorrise e posò i palmi sopra le loro teste, scompigliando a entrambi i capelli. «E allora dovete smetterla di litigare e di farvi male. Siete fratelli, una squadra. Non importa chi è il più forte fra voi due, importa quanto siete forti insieme.»

Faraji e Shin lo guardarono, poi si scambiarono un'occhiata e alzarono il braccio, stringendosi la mano. «Sempre insieme!» esclamò Shin, felice.

«Insieme!»

«Ah! Sono arrivata al momento giusto» commentò Baba, avanzando verso di loro. «Finalmente avete fatto pace.»

«Baba!» urlarono i due bambini, correndo ad abbracciarla.

«Piccoli miei.» Si chinò e li strinse a sé. Poi si alzò e li guardò con tenerezza. «Visto che siete stati bravi, dopo ci alleneremo insieme.»

Shin e Faraji gioirono, saltellando estasiati.

«Va bene, calmatevi» li placò, «prima dobbiamo aiutare Jade.»

ChanjerWhere stories live. Discover now