Capitolo 32 - Unterwelten

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Dopo aver passato il Confine, Shin e Clay avevano vagato per lunghi tunnel e vecchi bunker. La maggior parte di quel mondo sotterraneo, chiamato unterwelten in tedesco, era stato costruito parecchi anni prima della Grande Mutazione, circa a metà dell'Ottocento. C'erano corridoi, sale, rifugi, molti dei quali verniciati con solfato di zinco, in modo tale da rendere più luminosi quegli spazi. Vi erano numerosi neon che emanavano una luce soffusa, tendente all'arancio, e l'unico rumore che si udiva era il rimbombo della metropolitana. In quei cunicoli freddi e ampi si erano rifugiate tante persone, sia durante la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda, sia durante le Guerre della Follia che avevano flagellato il mondo in tempi più recenti.

Clay si guardò intorno e sospirò. Si sentiva soffocare tra quelle mura di cemento che lo circondavano. Aveva freddo, avvertiva la stanchezza in ogni muscolo del corpo e si aspettava di veder spuntare inseguitori da ogni parte, pronti per ucciderli o imprigionarli.

Si erano fermati in un piccolo bunker pieno di polvere, illuminato da un neon giallognolo. Clay era appoggiato al muro, mentre Shin si era addormentato contro di lui, la schiena adagiata al suo petto e la testa sulla spalla. Restavano così, stretti l'uno all'altro per ricavare calore e sicurezza.

La lesione di Clay era guarita. Grazie alle cure di Shin e ai dispositivi medici di cicatrizzazione rapida, oltre ai pesanti antidolorifici assunti, lo scontro con il Livello Cinque era ormai solo una fastidiosa fitta al fianco. Riguardo alla ferita di Shin, invece, il suo sistema di guarigione accelerata da chanjer era già entrato in funzione per rimarginare la lesione. Clay l'aveva disinfettata e bendata, e stimava che fosse necessario almeno un altro giorno perché Shin stesse di nuovo bene.

Il biondo sfiorò le mani del compagno e le sentì gelide. Intrecciò le dita con le sue, per scaldarlo, e Shin si mosse, mormorando qualcosa nel sonno. Aveva preso altre due pastiglie di fulcalm, per attenuare il dolore al petto e placare l'alterazione del fulcrum, ma tra gli effetti collaterali c'era anche la sonnolenza, che li costringeva a fare molte soste.

Clay ripensò al momento in cui l'aveva visto inginocchiato a terra, le mani che stringevano il petto tremante. Rabbrividì, ricordando la paura provata, e istintivamente lo abbracciò ancora di più a sé. E se si fosse trasformato, che cosa avrebbe fatto? Vedere la persona amata tramutarsi in una creatura priva di raziocinio e doverla uccidere per il suo bene e per quello degli altri era terribile; non riusciva neanche a respirare al solo pensiero.

«Clay» mormorò Shin, il fiato che gli solleticava il collo, «va tutto bene?»

«Scusami, ti ho svegliato?» gli chiese, baciandogli i capelli.

«Hai iniziato a stringermi più forte.» Cercò di tirarsi su, ma l'altro lo trattenne.

«Rimaniamo così. Fa freddo qui sotto.»

Shin non protestò e si accoccolò meglio tra le sue braccia. «D'accordo. Ora mi dici che succede? Hai fatto un brutto sogno?»

«Pensavo» rispose. E dal brivido che scosse Shin, capì che non era necessario dire di più. Poté intuire ciò che l'assillava, perché era quello che tormentava entrambi. Così aggiunse: «tu cerca di non pensare, invece. Pensa al tuo Clan, pensa che tra poco li potrai riabbracciare. Non pensare a niente di negativo che possa causare...»

«Clay» lo interruppe, accarezzandogli il palmo con le dita. «C'è una cosa di cui volevo parlarti. Una cosa a cui penso per stare meglio.»

«Cosa?»

«Una volta al sicuro, quando troveremo un nuovo posto dove stare... che ne diresti di entrare nel mio Clan?» Shin alzò lo sguardo per guardarlo negli occhi.

ChanjerWhere stories live. Discover now