Capitolo 23 - Resta con me

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Clay non aveva previsto quell'epilogo. Quando si era parato davanti a Shin per difenderlo aveva pensato di potercela fare, di riuscire a contrastare quella creatura con la forza della sua spada.

Ma si era sbagliato.

Sangue caldo colava dal suo fianco, mentre un dolore acuto gli trapassava le viscere come una lama rovente.

Dov'era? Quanto tempo era passato? Non lo sapeva più. Cercava di restare ancorato alla vita, appeso a quel barlume di coscienza che si rifiutava di lasciar andare. Aveva promesso a Shin di restare al suo fianco. Aveva promesso a sua madre di continuare le sue ricerche. Aveva promesso a se stesso di resistere.

Perciò doveva farcela.

Cercò di tirarsi su, poggiandosi su un gomito, per capire cosa stesse accadendo. Ania era a terra, ferita. Si era gettata subito dopo di lui per attaccare, ma con scarsi risultati. Shin invece era in piedi. Aveva il viso e il petto coperti di sangue e ansimava. Ogni tanto lanciava occhiate preoccupate dalla sua parte, forse per assicurarsi che fosse ancora vivo.

Clay voleva davvero alzarsi e combattere, ma il corpo non rispondeva. C'era solo dolore.

Si puntò su entrambi i gomiti e si concentrò, cercando di visualizzare il volto di Shin. Se doveva morire, voleva almeno farlo guardando l'uomo che amava. Ciò che vide però lo lasciò senza parole. Sul viso di Shin non scorse il terrore e l'ansia presenti fino a qualche minuto prima. Ciò che notò furono coraggio, determinazione e una nuova furia.

Shin scattò in avanti, rapido e implacabile. Era molto più agile di prima, come se quella rinnovata fermezza lo avesse reso più lesto. Recuperò la seconda spada che giaceva a terra e la piantò nella zampa del chanjer, che ululò furioso. Questi si scrollò, ondeggiando l'arto sfregiato, mentre la guarigione accelerata cicatrizzava il taglio. Shin si mosse ancora, questa volta ferendolo al fianco.

Clay pregò che quella forza e la straordinaria velocità non fossero causate da un peggioramento del fulcrum e da un'imminente trasformazione. Non riuscì a staccare gli occhi di dosso da Shin, che correva da una parte all'altra del salone, schivando gli assalti e lacerando la bestia con le sue lame.

Il chanjer si stancò di quel gioco e puntò l'attenzione di nuovo su Clay. Era una bestia intelligente e sapeva bene che lui e Ania, feriti e a terra, erano il punto debole di Shin.

Il biondo provò a girarsi e a strisciare via, ma fitte di dolore gli attraversarono l'addome, paralizzandolo fino alla punta dei piedi. Boccheggiò, stringendosi il fianco, mentre altro sangue si riversava sulle dita tremanti che premevano invano contro la stoffa della divisa.

Il Livello Cinque caricò, aspettandosi un intervento di Shin per proteggere il compagno, pronto per investirlo con tutta la sua forza, invece venne colto di sorpresa. Il ragazzo saltò sulla sua schiena, aggrappandosi al pelo spesso e irto per mantenere l'equilibrio. Poi strinse entrambe le lame e gliele piantò nella nuca. La creatura si arrestò ed emise un ringhio selvaggio. Scrollò la testa furiosamente, cercando di disarcionarlo. Ma Shin resistette, premendo con più forza e infilzando il Livello Cinque fino alla gola.

Clay spalancò le labbra. Gli era parso quasi di rivedere Baba, quando nello stesso modo aveva salvato Shin dalla minaccia del chanjer.

La bestia crollò a terra. Era morta. Ce l'aveva fatta.

«Ottimo... ottimo lavoro, Shin!» esclamò Ania, tirandosi su e arrancando. «Preleva il fulcrum!»

Shin balzò giù dalla schiena del Livello Cinque. Ignorò l'ordine e lasciò cadere le lame a terra, e il clangore del metallo riverberò nel salone vuoto. Si voltò e in un paio di falcate raggiunse Clay, buttandosi in ginocchio davanti a lui. «Come stai?! Ti senti bene?»

ChanjerWhere stories live. Discover now