Capitolo 50 - Sacrificio

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Shin deglutì, spaventato. Era caduto in trappola come uno sciocco. Cercava una soluzione per fuggire di lì ma, anche riuscendo a oltrepassare la porta, come avrebbero fatto ad attraversare il Confine, considerando che il loro unico aiuto giaceva a terra con la gola tagliata? Chirag li aveva ingannati tutto il tempo. Quell'agitazione che Shin aveva attribuito alla paura per ciò che avrebbe potuto fargli il Governatore, era in realtà ansia che il suo doppio gioco venisse scoperto dai Capiclan. I suoi interessi erano sempre venuti prima di qualsiasi altra cosa, anche della vita delle persone.

Il giovane lanciò un'occhiata al carrello con le armi, che era rimasto davanti alla porta a vetri. Non era troppo lontano, ma doveva sfruttare il momento giusto per raggiungerlo. Nonostante tutto, non voleva arrendersi.

Ewald Klein era fermo di fronte a lui con la mano tesa.

«Allora, ragazzo?» lo chiamò, «vieni da solo o devono accompagnarti le guardie?»

«Fanculo!»

L'uomo sbuffò. «Siete così monotoni. Ti confido un segreto. Nella mia esperienza ho capito che, più una persona sbraita e sfoggia arroganza, più ha paura, e nasconde il terrore e l'insicurezza facendo la voce grossa.»

Ewald Klein era ben consapevole della sua superiorità. Lui e le guardie erano in sette, tutte equipaggiate con spade e armi da fuoco. C'era inoltre da considerare la loro condizione fisica, tutt'altro che ottimale: Shin faceva ancora fatica a camminare, figuriamoci a combattere seriamente; Clay, nonostante cercasse di nasconderlo, era debole e si reggeva a malapena in piedi. Le guance scavate e le occhiaie erano solo alcuni dei molti segni che indicavano a Shin quanto fossero stati duri quei giorni per lui. Per quanto riguardava il resto del gruppo, Hannele era troppo debilitata e Marie non era portata per la lotta. Gli unici due che potevano fare la differenza erano Faraji e Baba Jaga.

Shin fece un cenno a Faraji e gli indicò col mento il carello. Il fratello capì: si lanciò sulle lenzuola ed estrasse le armi. L'espressione stupita del Governatore gli suggerì che, forse, Chirag non aveva condiviso con lui tutte le informazioni e aveva lasciato al gruppo una piccola speranza di poter resistere.

Faraji gli passò una spada e il giovane la afferrò con la mano buona. Subito i soldati attaccarono. Anche Clay, Marie e Baba Jaga recuperarono un'arma e iniziarono a combattere. Il giovane Capoclan s'impegnò al massimo delle sue possibilità, eppure il suo rivale ci mise poco tempo a disarmarlo e a bloccarlo. La guardia gli torse le braccia dietro la schiena e l'arto fratturato gli scatenò un dolore acuto e violento, e si ritrovò piegato in avanti a boccheggiare, madido di sudore. Anche Clay era stato preso da un soldato, mentre Faraji da due, e continuava a dimenarsi come un ossesso. Marie e Baba Jaga erano state disarmate, ma si posizionarono davanti ad Hannele per proteggerla, nonostante la minaccia delle guardie che puntavano i fucili contro di loro.

Ewald Klein, soddisfatto dello spettacolo, si avvicinò con calma a Shin e si fermò di fronte a lui. «Sei contento adesso, mio caro ragazzo?» gli chiese, la voce gentile in contrasto con lo sguardo sadico e glaciale, «sarebbe stato meglio se ti fossi arreso subito.»

«Non mi arrenderò mai!» esclamò, «te la farò pagare per quello che hai fatto al mio Clan e a Clay!»

Il ghigno del Governatore si fece più ampio. Piantò le dita nella sua mandibola e lo obbligò a sollevare la testa perché lo guardasse. «Mi domando se sei coraggioso o solo stupido» ragionò, stringendo la presa.

Shin trattenne un gemito e Clay tentò di divincolarsi. «Lascialo andare!»

Ewald Klein ignorò la richiesta del figlio, mantenendo l'attenzione su Shin. «I tuoi occhi sono la prova che ormai sei solo un mostro, un abominio a cui non resta molto da vivere» dichiarò, analizzando il suo volto con attenzione, «ma non temere, la tua vita non sarà completamente inutile. Grazie a te, Nicholas imparerà a controllare meglio le sue abilità.»

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