Capitolo 2 - Il Clan dei Lupi

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Shin e i suoi compagni raggiunsero il Clan dopo un paio d'ore di camminata. La loro base era un edificio di tre piani dalla forma rettangolare e piuttosto scarna. L'intonaco della facciata era screpolato e rovinato dal tempo e tinteggiato con un grigio antracite sbiadito. A protezione delle finestre avevano installato delle inferriate di kadmios, l'unica lega metallica in grado di tenere alla larga i chanjer sopra il Livello Due. Anche le loro armi erano forgiate con lo stesso materiale. Al piano terra c'era la sala con la cucina e una piccola stanza condivisa da Shin e Faraji. Al secondo si trovavano altre quattro camere dove riposava il resto del Clan. Il terzo piano era usato come deposito scarti e oggetti recuperati dal gruppo durante le perquisizioni degli edifici abbandonati o della Discarica. Qualsiasi materiale si trasformava in un'utile merce di scambio al Mercato Nero, l'unico luogo dove si potevano acquistare oggetti prodotti all'interno del Confine, come i trasmettitori per restare in contatto o gli arginatori, in grado di fermare temporaneamente il flusso di sangue di una ferita.

Shin afferrò il pomello della porta e lo ruotò per aprirla; anche quella era interamente costituita da lastre di kadmios. Il giovane entrò in casa, seguito dai tre compagni. Vide Baba nel cucinino, intenta a preparare la cena per il gruppo. Era alta e magra, con un caschetto di ricci grigi a incorniciarle il viso stanco e tirato. Elle, una bambina di circa dieci anni, era sdraiata a terra e stava disegnando su vecchi cartoni con un carboncino. Lore, Gun, Jade e Lila corsero invece all'ingresso, verso di loro, scalpitando per sapere cos'era accaduto durante la missione.

«Una merda» riassunse Faraji, togliendosi il giubbotto fradicio.

«Far, tesoro, modera il linguaggio» lo ammonì Baba, uscendo dal cucinino e stringendo tra le mani uno strofinaccio.

«Scusa, Baba» rispose, scuotendo la testa frustrato.

L'anziana si diresse piano da Shin. Il giovane si era appena infilato una felpa asciutta e si stava legando i capelli in una coda alta.

«Shin, tesoro» gli disse, non appena fu davanti a lui, «va tutto bene?»

Il ragazzo le fece un sorriso. «Ma certo. Però...» esitò un attimo, guardandosi intorno. L'attenzione dell'intero Clan dei Lupi era rivolta verso di lui. Erano tutti differenti tra loro: chi aveva la pelle color cioccolato, come Marie, Faraji, Lila, Elle e Baba; chi mulatta, come Smilzo; chi invece aveva la carnagione chiara, come Lore, Gun, Jade e lo stesso Shin. E nonostante lui fosse l'unico ad avere occhi a mandorla, così diversi da quelli degli altri, questi dettagli non avevano importanza. Erano tutti uguali. Una famiglia. Un Clan. E lui che ne era il capo da quattro anni era ben consapevole del prezioso legame che li univa.

Shin scrollò la testa e riprese: «Però i due chanjer che cercavamo sono stati uccisi da un'altra persona. Sono riuscito a recuperare un solo fulcrum.»

Borbottii e imprecazioni iniziarono a invadere la stanza.

«È stato Claymore!» esclamò Lila.

«Ovvio, chi altri?» intervenne Lore.

Anche Jade espresse il suo astio sbattendo un piede a terra. «Quel bastardo!» ringhiò.

Baba non si curò delle voci e continuò a fissare Shin. Alzò una mano e gli accarezzò la guancia. «Non preoccuparti, tesoro. La prossima volta arriveremo prima noi. Non è colpa tua.»

«Sì, Capo!» concordò Jade.

«Sei il migliore, gliela farai pagare!» urlò Elle, saltellando e puntando i pugni al cielo.

Il ragazzo ridacchiò. «E va bene, va bene! Domani faremo il punto della situazione, per questa sera non pensiamoci più. Baba, sto morendo di fame. Cosa c'è da mangiare?»

ChanjerWhere stories live. Discover now