Capitolo 25 - Desiderio

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Shin camminava avanti e indietro per la camera. Da sotto la canotta scura spuntavano le bende e aveva un paio di graffi sulla guancia destra; i tagli sulla fronte erano invece più profondi e ancora coperti dalle fasciature. Stava bene, ma non poteva dire lo stesso di Clay. Poco dopo avergli ricucito la ferita, il biondo aveva perso i sensi ed era stato portato nell'ospedale della caserma e trattenuto lì per un paio di notti. Shin aveva provato ad andare da lui, ma lo avevano informato che per i degenti non era possibile ricevere visite. La dottoressa si era però complimentata per il pronto intervento e la sutura, assicurandogli poi che il peggio fosse ormai passato. Nonostante le rassicurazioni, Shin non si dava pace, divorato da un'ansia crescente.

Il ragazzo si bloccò e si passò l'indice sulle labbra, ripensando a ciò che aveva fatto. Si sentiva in colpa per aver costretto Clay a prendere la pastiglia e averlo baciato senza il suo consenso. Voleva scusarsi e sperava di non aver incasinato il loro rapporto con quel gesto. Eppure, nonostante il rimorso, Shin si rese conto di un fatto estremamente folle: avrebbe voluto farlo di nuovo. Avvertire le labbra di Clay premute contro le sue, accarezzarlo, abbracciarlo. Da un po' di tempo provava attrazione per lui, ma dopo quel bacio il desiderio si era intensificato.

Passò tutto il tempo rintanato in camera a rimuginare. Dopo il successo della missione, il Capitano Vargas si era complimentato con lui e con la squadra, e aveva concesso ai soldati qualche giorno di riposo.

Era quasi ora di cena, e aveva consumato il pavimento a furia di camminare, quando la porta della stanza si aprì. Sull'uscio apparve Clay, vestito con la divisa dell'Unità di Sterminio, ma seduto su una sedia a rotelle. Dietro di lui si trovava un infermiere alto e robusto, con la fronte ampia e spessi baffi neri.

«La ringrazio» disse Clay, poggiandosi sui braccioli e tirandosi su da solo.

«Nessun problema. Da regolamento era necessario scortarla nella sua camera. Per qualsiasi problema ci contatti» gli ricordò, «e non dimentichi gli antibiotici.»

Clay annuì, prendendo la scatola di medicinali dalla tasca e posandola sul tavolino vicino all'ingresso della stanza. Shin fissò entrambi, avvertendo la bocca asciutta. Aveva passato la giornata ragionando su cosa dirgli e ora si trovava a corto di parole.

L'uomo si congedò, la porta si richiuse e loro restarono uno davanti all'altro.

Shin si riscosse. «Come... come stai?»

Il viso di Clay era imperscrutabile. Non capiva se fosse stanco, arrabbiato o solo pensieroso.

«Meglio» gli rispose, «ti ringrazio per avermi salvato la vita.»

«Veramente sei tu che hai salvato la mia» ricordò Shin, «ti sei buttato in mezzo come un cretino.»

«Fare il cretino è la mia specialità» ridacchiò. Tirò giù la zip della giacca, piano, poi sospirò, «boss...»

«Mi dispiace, Clay!» sbottò Shin, avvicinandosi di un paio di passi, «mi dispiace per la pastiglia e mi dispiace averti baciato, io...»

Non poté finire. Clay annullò la distanza che li separava e gli prese il viso tra le mani. Catturò le sue labbra, baciandolo disperatamente, come se ne andasse della sua vita. Shin spalancò gli occhi, scioccato, ma lo stupore lasciò ben presto il posto al desiderio. Accarezzò il collo dell'altro, fino ad afferrargli la nuca e attrarlo ancora di più a sé. Si rese conto solo in quel momento di quanto avesse atteso e sperato di sperimentare quelle sensazioni con lui.

Shin gli succhiò il labbro inferiore, strappandogli un gemito e facendolo rabbrividire. Clay si staccò e iniziò a baciargli la linea della gola, accarezzandolo con la punta della lingua. Shin ansimò contro di lui, stringendolo forte. Il compagno digrignò i denti e il giovane si ricordò che era ferito e cercò di scostarsi.

ChanjerWhere stories live. Discover now