Capitolo 3 - I due Capi

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Quella notte il turno di guardia era toccato a Marie. Sebbene l'edificio avesse la porta e le finestre rinforzate per tenere lontani i chanjer di livello avanzato, e non ci fossero pericoli provenienti da altri Clan, la prudenza non era mai troppa. La ragazza aveva posizionato la spada sopra al tavolo, si era seduta a gambe incrociate e aveva aperto un libro. Era uno dei tanti volumi che lei, Shin e Lore erano riusciti a salvare da una biblioteca abbandonata. Era in inglese, una delle lingue usate prima dell'avvento del Sistema Nova Corvus e della Lingua Unica. Baba aveva consigliato ai membri del Clan di imparare le vecchie lingue, almeno alcune, in modo da impedire che le storie passate andassero perse e permettere così a quegli idiomi di continuare a vivere. Era un saggio interessante, che parlava del periodo successivo alla Grande Mutazione. Descriveva con cura le Tre Guerre della Follia, dove i forti avevano cercato di schiacciare i più deboli, tanto per cambiare, per accaparrarsi quelle terre che erano sopravvissute alla devastazione dei Giorni della Grande Mutazione. Baba aveva vissuto in prima persona quegli eventi, essendo nata proprio nel 2052, e i ricordi di quegli anni tormentati erano altresì preziosi e importanti da custodire.

«Il Sistema Nova Corvus è nato da un compromesso» aveva spiegato loro Baba, durante una delle sue lezioni, «la Grande Mutazione ha cambiato il volto del mondo e degli esseri che lo abitavano; le Tre Guerre della Follia hanno devastato e distrutto quel poco che rimaneva. L'unica cosa che i superstiti potevano fare era tentare di porre rimedio a quello scenario apocalittico e giungere a una soluzione, un compromesso che andasse bene a tutti i sopravvissuti. E così, gli immuni sono diventati i buoni e i chanjer i cattivi. Nonostante non avessimo alcun tipo di problema comportamentale, una volta che venne eretto il Confine, noi chanjer di Livello Uno fummo cacciati dalla città.»

In settant'anni di vita, dopo aver visto l'inferno, passato le guerre e sofferto, Baba era ancora costretta a patire le discriminazioni e l'odio che permeavano il mondo.

Marie sospirò e chiuse il libro. Dopo aver riletto la stessa riga per la decima volta stabilì che non fosse la notte adatta per dedicarsi alla lettura. Era preoccupata. Abituata a ragionare con numeri e informazioni, quella mancanza di elementi da analizzare la spaventava. Claymore era giovane, affascinante, solitario e un abile spadaccino. Possibile che di lui non si sapesse nulla? Un Clan precedente, una debolezza, qualche relazione. Qualsiasi cosa andava bene. Quel vuoto totale di dati era spiazzante.

Marie si alzò. Lasciò il libro sul tavolo e con la spada al fianco si diresse nella camera accanto alla sala, quella occupata da Shin e Faraji. Il Capo dormiva su un fianco. I capelli neri erano sciolti, il volto rilassato e il petto si alzava e abbassava lentamente. Faraji, accanto a lui, riposava supino e un leggero russare accompagnava il suo sonno.

Erano già passati quattro anni da quando Shin era stato nominato Capoclan da Baba. Era capace, intelligente e carismatico, qualità indispensabili per ricoprire un ruolo da leader.

Shin si mosse e un ciuffo gli scivolò sul naso. Marie sorrise e allungò una mano per scostarlo, quando dei colpi agitati alla porta d'ingresso la fecero sussultare. In una frazione di secondo, Shin e Faraji balzarono in piedi con le armi già in pugno.

«Capo...» iniziò a dire, ma il ragazzo scosse la testa e le indicò la porta.

Marie capì e restò in silenzio, in attesa. Chi poteva essere? Era da poco passata l'alba, non poteva essere di nuovo Claymore.

Altri colpi, più forti e decisi, seguirono i precedenti. Shin si accostò alla porta. Nel frattempo gli altri membri erano scesi al piano terra e impugnavano le armi pronti all'attacco. Solo Baba era disarmata e si era posizionata davanti a Elle per schermarla da qualsiasi pericolo. La piccola si grattava le palpebre, confusa e assonnata.

ChanjerWhere stories live. Discover now