Capitolo 35 - Rivelazioni

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Come già accaduto quando erano entrati dentro Kraz, anche per uscire non ebbero problemi. Asher inserì il codice temporaneo per sbloccare il cancello e oltrepassarono il Confine diretti alla base del Clan dei Lupi. Erano riemersi poco distante dalla Discarica, in una zona vuota e tranquilla solitamente controllata dal Clan dei Rinoceronti. Era ormai calato il buio e Shin si strinse nella giacca per proteggersi dal vento gelido.

Clay se ne stava a distanza, e per quanto Shin provasse a stargli vicino, o lui si allontanava o Faraji lo trascinava via. Senza contare lo sguardo d'odio dipinto sul viso di Asher. Per Shin le cose erano cambiate e voleva che gli altri pian piano se ne rendessero conto. Quelle settimane avevano trasformato il suo rapporto con Clay in qualcosa di nuovo, di più forte, e non poteva fingere che non fosse accaduto nulla.

Erano ormai giunti a destinazione, quando finalmente riuscì ad avvicinarsi a Clay e a prendergli la mano. Lui sobbalzò e gli altri tre gli lanciarono un'occhiata, attenti a non perdersi neanche un dettaglio.

«Clay» lo chiamò, stringendo la presa per impedire che si allontanasse, «che cosa ti succede?»

«Niente» rispose imbarazzato, tenendo lo sguardo basso.

«Hai sempre l'aria di uno stronzetto arrogante e ora fai il timido?» chiese sorridendo, dandogli un colpetto con il gomito, «non è da te.»

«Diciamo che tra l'istinto omicida di Faraji e Asher, e il fatto che Marie mi psicanalizzi ogni volta che mi gratto il naso, mi sento leggermente sotto pressione.»

Faraji e gli altri si bloccarono, parandosi davanti a loro.

«Shin.» Fu proprio suo fratello a prendere parola per primo. «Credo che sia arrivato il momento di darci qualche spiegazione.»

Shin lasciò la mano di Clay e si posizionò di fronte a lui, come se dovesse fargli da scudo. «A proposito di?» chiese, anche se sapeva bene quale fosse il problema.

«Sai benissimo cosa intendo!» sbottò, «per colpa dello stronzo lì dietro sei finito in prigione. A Baba è quasi venuto un colpo! E ora lo tieni per mano? Direi che una spiegazione ce la devi!»

Shin avvertì una morsa al petto quando seppe della reazione di Baba. Non vedeva l'ora di riabbracciarla e di rassicurarla.

«Quello che è successo alla Discarica, cioè il colpo al Confine, è stato un incidente. Clay si è scusato e si è fatto perdonare, sostenendomi durante i giorni all'Unità di Sterminio e organizzando la nostra fuga» chiarì, guardandoli a turno, «e mi ha salvato la vita contro il Livello Cinque.»

Vide i pugni di Asher stringersi con forza a quelle parole.

«Con il passare del tempo abbiamo deciso di collaborare e diventare amici...» esitò. La loro relazione era appena all'inizio e non avevano ancora chiarito cosa fossero, ma alla fine lo disse lo stesso, «e ora stiamo insieme. Tutto qui.»

Il volto di Clay si distese, quasi gli avesse tolto un peso dallo stomaco. Marie era stupita, ma forse si era aspettata quel tipo di rivelazione. Asher e Faraji sembravano sul punto di vomitare.

«Stai scherzando?» replicò il fratello, guardandolo in cagnesco.

«No» sbottò Shin, ricominciando a camminare, «e non vedo come questi siano affari tuoi.»

«Sono affari miei perché ti trovi i fidanzati più stronzi del mondo, che ti fanno finire sempre mezzo morto!» protestò, afferrandogli una spalla e facendolo girare verso di lui.

«E ti pareva che non ne approfittavi per insultare anche me» mormorò Asher.

Faraji gli lanciò un'occhiataccia.

Shin si liberò dalla sua mano. «Ora stai esagerando, Far! Non devi preoccuparti per me.»

«"Non devi preoccuparti?!"» sbottò, «certo, che mi preoccupo! Sei mio fratello. Me l'hai detto tu, ricordi? "Se faccio qualche cazzata voglio che tu me lo dica". Ecco, te lo sto dicendo» indicò Clay e aggiunse: «stare con lui è una stratosferica cazzata!»

Shin avvertì l'irritazione e il dispiacere aumentare. Ogni volta era così: si sentiva inadatto, insicuro. Sbagliato. Percepì una fitta dolorosa e si tastò il petto. Gli altri quattro se ne accorsero e mossero un passo verso di lui. Shin alzò una mano per bloccarli.

«Sto bene» garantì. Sospirò e portò l'attenzione sul fratello. «Ti prego, Far, smettiamola di litigare. Voglio solo tornare a casa dagli altri e riabbracciare Baba. Prendiamo le armi e andiamocene.»

Faraji lo scrutò alcuni istanti, poi sbuffò. «Va bene, ma il discorso non finisce qui.»

Shin raggiunse la porta del Clan dei Lupi scrollando la testa. Con suo fratello ogni questione si trasformava in un dramma. E sapeva bene che il discorso non era concluso. Sperò di riuscire a riportare un po' di tranquillità nel Clan, ora che finalmente era tornato.

Aprì la porta e inciampò su qualcosa di mollo per terra.

Accese la luce a abbassò lo sguardo, e un'intensa sofferenza gli divorò il petto non appena vide cosa aveva toccato con il piede: era il corpo senza vita di Jade. La donna era riversa a terra, in una pozza di sangue. Gli occhi castani erano spalancati e la gola era stata recisa con un colpo netto. I capelli chiari erano tinti di cremisi e incollati al volto pallido.

Udì Faraji imprecare e Marie urlare. Shin non fece in tempo a chinarsi, che qualcosa di pensante e acuminato lo colpì al braccio. Avvertì l'osso spezzarsi in due, mentre veniva afferrato per la giacca e trascinato al suolo. Perse la sciarpa, che si adagiò a terra, inzuppandosi di sangue.

Era accaduto tutto in un paio di secondi, senza che potesse fare nulla per impedirlo. Faraji, Asher, Clay e Marie si bloccarono sulla porta, dove un gruppo di soldati puntava loro contro i fucili.

«Avresti dovuto uccidermi quando ne hai avuto l'occasione, piccolo frocio.» Quando udì la voce del soldato che lo costringeva a terra, capì subito di chi si trattasse: Louis. Nonostante la guarigione rapida da chanjer, aveva il volto bendato per le fratture causate dal calcio. Shin avvertì il braccio andare a fuoco, ma il suo dolore era completamente assorbito dal corpo di Jade riverso a terra a pochi passi da lui.

«Ci rivediamo, ragazzo» disse qualcuno, uscendo dalla sua camera da letto e piazzandosi in mezzo alla sala. Con l'abito impeccabile, i capelli ordinati e l'espressione affettuosa e benevola, c'era il Governatore, Ewald Klein. «È proprio un peccato che tu abbia deciso di scappare, saresti stato un ottimo soldato.» Si posò una mano sulla guancia e scosse il capo, sospirando sconsolato.

Shin venne strattonato da Louis e si riebbe quel poco per riuscire a replicare. «Perché te la sei presa con Jade?!» gracchiò, faticando a parlare, «io ho disertato. Dovevi uccidere me!»

«Oh, ma sarebbe stato uno spreco. Se quello che mi ha detto il caro Louis è vero, tu mi sarai molto utile, ragazzo.»

Louis gli piantò il ginocchio nella schiena e Shin soffocò un urlo. «Che cosa vuoi da me?»

«Da te? Assolutamente nulla. Diciamo che ho scelto di venire nel tuo Clan perché sapevo che avrei trovato anche il tuo fidanzato» ammise facendo spallucce, il volto sempre sorridente.

Shin lanciò un'occhiata a Clay, che nel frattempo era impallidito, completamente paralizzato.

«Immagino che, visto il vostro legame speciale, ti avrà raccontato del suo passato, delle sue capacità pur non essendo un chanjer e del perché ha deciso di attaccare il Confine di proposito per poter entrare dentro Kraz, vero?»

Shin si sentì come se gli avessero buttato addosso un secchio di acqua ghiacciata. Non disse nulla, non riusciva a pensare o a parlare, non con il corpo di Jade a pochi metri da lui e con le parole del Governatore a ronzargli in testa.

L'uomo si mise a ridere. «Quindi non sai nulla? Ah, che divertente. Quel ragazzino non è cambiato per niente» realizzò, passandosi una mano tra i capelli. «Allora, lasciate che vi aiuti a fare le presentazioni come si deve.»

Un paio di soldati costrinsero Clay ad avanzare di qualche passo. Shin cercò il suo sguardo, ma il compagno teneva gli occhi abbassati, sconvolto.

Il Governatore continuò. «Mio giovane Capoclan, ti presento Nicholas Klein. Questo bel giovanotto è un immune, un piccolo stronzo ingrato e bugiardo, ed è anche mio figlio.»

ChanjerWhere stories live. Discover now