Capitolo 53 - Famiglia

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Poco tempo dopo essersi ripreso, Shin aveva visto spuntare dalle porte a vetri dell'edificio i rinforzi chiesti da Ewald Klein. Come Vice Governatrice, Hannele Laine aveva preso le redini della situazione, inventando una storia per giustificare il massacro. La donna aveva spiegato loro che un Livello Quattro era riuscito a fuggire da uno dei laboratori seminando panico e sangue. Le guardie erano morte e così Ewald Klein, che giaceva a terra con la testa staccata dal corpo. In seguito, Shin e i suoi compagni avevano ucciso la creatura, ma di questa non restava altro che un mucchio di cenere.

Gli uomini non dubitarono della veridicità della sua versione. Le lesioni dei soldati morti e dello stesso Governatore potevano essere attribuite solo a un livello avanzato e la cenere che trovarono, sebbene fosse tutto ciò che restava del corpo di Chirag ormai decomposto, era senza ombra di dubbio quella di un chanjer. Inoltre, le telecamere erano ancora disattivate e Hannele si era assicurata il silenzio dello scienziato, unico testimone di ciò che era accaduto.

Prima di permettere alle guardie di scortarla in ospedale per essere curata, Hannele garantì a Shin e compagni un passaggio per ritornare dai loro amici oltre il Confine. La donna aveva giustificato la loro presenza ai Laboratori facendoli passare per collaboratori dell'ormai ex Governatore.

Shin fu agitato, e un po' nauseato, per tutto il tragitto che dai Laboratori portava al Confine. Non aveva più l'ansia di inseguitori o guardie a braccarlo, eppure non poteva farne a meno. Indossava il camice da inserviente e un paio di ciabatte bianche, e si sentiva a pezzi. Non era solo la ferita al petto a dolergli, ma anche ogni singolo osso del corpo.

Clay e gli altri gli avevano riferito ogni dettaglio della battaglia col Governatore. Non rammentava quasi nulla di ciò che era accaduto dopo la trasformazione, ma durante il racconto aveva percepito delle sensazioni. Si sentiva come quando, appena sveglio, cercava di afferrare il ricordo di un sogno di cui però non restava altro che un'eco lontana.

Ancora udiva chiaro nelle orecchie lo scrocchiare delle sue ossa, il bruciore al petto e la sofferenza in ogni parte del corpo mentre mutava. Gli era capitato in passato di assistere alla trasformazione in Livello Anomalo di alcuni amici, ma, come accadeva sempre in quei casi, il chanjer trasformato veniva ucciso immediatamente e nessuno si era mai accorto di quel barlume di coscienza ancora intatto. Lui era stato fortunato. Molto fortunato.

Una volta oltrepassato il Confine, Shin e i suoi compagni scoprirono che la squadra incaricata del diversivo era sopravvissuta. Il tempestivo intervento delle guardie, nell'esatto momento in cui avevano scagliato un colpo contro la barriera, aveva fatto capire ad Asher che c'era qualcosa che non andava. Il Capo delle Volpi Nere aveva ipotizzato un possibile tradimento da parte dell'Informatore, e avevano battuto in ritirata prima di perdere inutilmente persone nello scontro. Se erano stati traditi, quella strategia mancava di efficacia e diventava inutile.

***

Erano passati ormai dieci giorni dai fatti dei Laboratori di Kraz. Dopo essersi riposato e ripreso, Shin aveva cercato una nuova sede per il loro Clan, ed era riuscito a trovare una struttura ancora integra e in buono stato vicino alla loro ex dimora. Era alta e stretta, con diverse finestre a decorare la facciata. Lui, Lore e Clay avevano sistemato gli infissi e li avevano rinforzati con il kadmios. Non aveva una grande terrazza, ma possedeva un grazioso balcone che spuntava dal tetto spiovente. Shin si era impegnato fin da subito a recuperare oggetti e arredamento dai detriti della vecchia base, e li aveva portati nella nuova casa facendosi aiutare dai suoi amici. Quel passaggio non era stato indolore. C'erano ancora tanti ricordi legati all'abitazione che avevano condiviso con Baba, Gun e Jade, ma non potevano permettersi di fermarsi. Li avrebbero conservati e portati dentro al cuore, mentre andavano avanti e iniziavano a creare una nuova vita. Sarebbero stati fieri di loro e li avrebbero accompagnati in ogni momento.

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