La figlia segreta.

Secondo capitolo.

La mattina seguente, Winter si svegli e notò il gufo di Lavanda che aveva una lettera attaccata alla zampa, si alzò dal letto e andò a prenderla, dando dell'acqua al gufo, la sua micetta dormiva ancora appollaiata ai piedi del letto. Cercando di non svegliarla, tornò a letto e aprì la lettera.

-Piccola sono felice che ti piaccia, e sono felice che hai fatto le prime amicizie. Io sono, come detto, a pochi passi da te e vedo bene il castello da qui. Domani inizierai le lezioni, mi raccomando dai il meglio di te e quando puoi fatti sentire. Ho avvisato anche la mamma e il papà, attendo una loro risposta. Quando avrai tempo manda un'altra lettera e ricorda per qualsiasi cosa io sono qui. Mi manchi anche tu, a presto- 

Quando finì di leggerla si trovò a piangere silenziosamente, era la prima volta che stava lontano dal suo porto sicuro e dalla sua famiglia. Ma si diceva che sarebbe stato cos' solo per pochi giorni, poi si sarebbe abituata. Si asciugò gli occhi e vide che erano le sette. Tornò a scendere dal letto e andò a prepararsi, quando finì svegliò le altre ragazze -che dopo averla ringraziata- iniziarono a vestirsi. Mentre le aspettava, si ricordò che la micia doveva mangiare, così gli mise dei croccantini in una ciotola, la piccola Margot prese a mangiare.

"E' tenera, sai?" -le disse Hermione sedendosi al suo fianco e guardando la gattina mangiare.

"Si, é un regalo di Edward, mio fratello." -spiegò sorridendole. "Penso che ora dobbiamo scendere a colazione." 

Così le due ragazze si diressero in Sala grande guidate dal fantasma di Grifondoro. Quando arrivarono, presero posto davanti a Ron ed Harry. Winter li salutò e prese una brioche al cioccolato e del latte caldo. La mattina preferiva mantenersi leggera, così che a lezione era bella sveglia e attenta. Hermione prese un cornetto alla crema mentre notò che Ron era la terzo cornetto. Aveva scoperto che al ragazzo dai capelli rossi adorava mangiare. Quando anche Harry finì, la professoressa di trasfigurazione passò a dare i biglietti con l'orario delle lezioni. Prime due ore Pozioni, terza e quarta ora trasfigurazione. Poi avrebbero avuto la pausa pranzo e nel pomeriggio due ore di Difesa, alla sera due ore di Astronomia. Si memorizzò l'orario e insieme a Hermione si diresse nei sotterranei, dove si sarebbe tenuta l'ora di  pozioni. Le due ragazze si sedettero vicine e poco dopo entrò il professore con aria severa, seguita dalla professoressa Evans.

"Non ci saranno stupidi sventolii di bacchette in questo corso -iniziò il professore guardando tutta l'aula- in quest'aula imparerete l'arte delle pozioni, non voglio teste di legno, ma studenti pronti a studiare e a dare il meglio di sé. Ora, prendete il libro e mettete a pagina due, li troverete scritti gli ingredienti per la pozione schiaccia brufoli, preparatela seguendo le indicazioni, avete due ore." -finì sedendosi alla cattedra, mentre la professoressa girava tra i banchi.

Winter aprì il libro e lesse gli ingredienti, le dosi e quante volte mescolare. SI alzò le maniche e accese il calderone, pian piano aggiungeva gli ingredienti, stando attenta a seguire ogni passaggio, dopo un ora il colore della pozione si avvicinava all'originale, doveva solo mescolare altre due volte in senso orario e sarebbe finita. Notò che anche Hermione se la stava cavando, sorrise alla ragazza quando ella la guardò. La professoressa passò due volte per vedere se c'era bisogno d'aiuto, ma le due ragazze non ne avevano bisogno. 

Finalmente la pozione era finita, alzò la mano e il professore si avvicinò. La studiò e poi la guardò.

"La pozione é venuta bene, hai seguito tutti i passaggi. Cinque punti a Grifondoro." -e andò via. Hermione le sorrise e pochi minuti dopo il professore accettò anche la sua di pozione. Poi invitò le due ragazze a sistemare la propria postazione. Finirono non appena la campanella suonò, così lasciarono l'aula dopo aver preso gli zaini. Lily che era rimasta a riordinare, pensava ancora a Winter, sapeva bene che quella era sua figlia, la figlia di cui nessuno era a conoscenza che aveva dato via dopo il parto.