Ventiseiesimo capitolo

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Il mattino dopo, si svegliò con la mano destra che le doleva, ma non si lamentò. Si cambiò il pigiama indossando dei jeans e una maglia e scese in sala comune. La trovò vuota, così decise di uscire dal dormitorio e andò in sala grande, quella mattina era senza scorta, finalmente. Arrivò in sala grande e si sedette al tavolo rosso oro, semi vuoto, saranno state le sette e mezza, prese un cornetto e lo mangiò. All'improvviso, un gufo dalle piume bianche e nere si poso davanti con un pacco. Stranita prese il pacco e il gufo volò via, lo aprì e dentro ci trovò un quaderno dalla copertina nera, lo prese e notò che era vuoto. Si chiese chi gliel'avesse mandato e venne poi raggiunta dalla madre, che era curiosa su quel pacco. "Buongiorno tesoro, chi te l'ha mandato?" -chiese indicando il diario. "Non lo so, non c'era nome e dentro è vuoto." -rispose e lo mise accanto a sé. "Però penso sia sicuro, no? I gufi vengono controllati" -e la madre annuì tornando al tavolo docenti, si stava preoccupando troppo. 

Winter, uscì dalla sala grande con il diario e andò nell'aula di difesa, che era vuota. Prese una piuma ed una pergamena e aprì il diario scrivendoci il suo nome, vide come questo assorbiva le parole. Incuriosita continuò a scriverci e le parole vennero cancellate. Decise che l'avrebbe usato come diario personale, tanto nessuno poteva leggere cosa ci fosse scritto se queste sparivano. Dall'arrivo del diario passano due mesi, si arrivò al mese di dicembre e la ragazza era cambiata. Rispondeva sempre male ai genitori, agli insegnanti, al fratello e agli amici. Tutti si chiedevano e le chiedevano cos'avesse, ma lei non rispondeva mai. 

L'unico modo con cui si sfogava era quel diario, che non lasciava mai. Era diventato il suo migliore amico, e quando gli altri provavano a leggerlo, vedendolo vuoto rispondeva che lo teneva per bellezza. Arrivò il primo giorno di test, e Winter non aveva studiato nulla, così quando entrò nell'aula di difesa, si sedette e quando il test iniziò, non scrisse nulla. Il padre si avvicinò. "Winter, come mai non stai scrivendo?" -chiese "Non so nulla, inutile che perdo tempo" -rispose con tono acido e attirando l'attenzione su di sé. "Prova a concentrarti, sono sicuro che le cose le sai" -provò il padre, non capendo il suo strano comportamento in quei mesi. "Mi scoccio" rispose sfidandolo con lo sguardo. "Allora sei pregata di uscire dall'aula, e dieci punti in meno." -rispose stizzito il padre prendendo la pergamena e tornando alla cattedra. Winter sbuffò e si alzò uscendo dalla classe. Decise di girovagare per il castello e arrivò al settimo piano. Un sorriso maligno si formò sul suo viso, si avvicinò alla stanza segreta ed entrò. Non era cambiato nulla, si avvicinò al divano e trovò una scatola di preservativi aperta. 

Strinse il cartone tra le mani e presa da un impeto di rabbia, mise sotto sopra la stanza, non seppe quante cose ruppe, ma quando uscì dalla stanza, era più rilassata. Non solo non si erano fatti più vivi, la ignoravano ed ora facevano sesso con altre ragazze. Ma per chi l'avevano presa? Scese al piano terra e venne fermata dal fratello. "Si può sapere che ti prende?" -le chiese duro. Aveva ignorato anche lui e il loro piano, ma non se ne fregava di nulla in quel periodo. "Nulla, semplicemente non sapevo fare il test" -e alzò le spalle noncurante. "Intendo, che sei strana negli ultimi mesi, che ti succede" -disse preoccupato. "Nulla e poi non devo sempre dire tutto a te" -sbottò e lo superò uscendo dal castello e andando nei giardini. In quel periodo aveva ignorato tutti i suoi amici, i genitori, le lezioni, si sentiva troppo nervosa per dare attenzione alle altre cose. 

Venne raggiunta poco dopo dai due gemelli, che avendo trovato la stanza distrutta avevano pensato subito a lei. Si fermarono davanti. "Si può sapere cos'hai fatto? Abbiamo trovato tutto distrutto" -sbottò Fred nervoso. "Nulla, perché" -chiese senza alzare lo sguardo dal libro che fingeva di leggere. "La stanza, é tutta messa sotto sopra." -ripeté Fred. "Ah boh non so, non ci entro da mesi la dentro." -mentì e lo guardò. "Sicura?" -chiese George poco convinto. "Si, ora avete finito?  Sto leggendo" -sbottò. "Si. Ti va se ci vediamo stasera?" -chiese George sedendosi accanto. Winter sentì come se volesse prenderlo a pugni. "Dopo che mi avete ignorato per mesi, mi dite dove lo trovate il coraggio di chiedermi una cosa del genere?" -sbottò nervosa alzandosi da terra. "E comunque no, non ne ho voglia." -e si allontanò lasciandoli da soli. 

La figlia segreta.Where stories live. Discover now