Cinquantaduesimo capitolo.

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Alla coppa del mondo di Quiddich, quella che era una bella serata divenne un inferno. I mangiamorte attaccarono quella stessa notte, James e Arthur misero al sicuro le proprie famiglie e insieme ad altri funzionari del ministero aiutarono a tenere sotto controllo la situazione, ma Harry sparì e le cose si complicarono quando, una volta che tutti mi mangiamorte andarono via, uno di loro aveva emesso il marchio su in cielo e l'ex ministro Barty Crouch aveva colpevolizzato Harry, ma le accuse caddero subito quando vide effettivamente chi era. Dopo essersi assicurati che tutti stessero bene, tornarono alla Tana. Misero al corrente gli altri. "Quindi é tornato" "Non si sa ancora Winter..." "Papà cosa ti serve per farti aprire gli occhi? Per poco stasera non ci lasciavate le penne e ancora neghi. Non serve a nulla negare per proteggerci, l'hai fatto fin ora e lo stesso siete stati in pericolo." "James, Winter ha ragione. Non dobbiamo mentirgli" diede man forte la madre e James cedette. "Per stasera andate a dormire, ne parliamo meglio domani" e tutti andarono a dormire. 

Il giorno dopo a colazione tutti leggevano la gazzetta che negava qualsiasi collegamento con Voldemort. "Idiota di un Caramell, quello é mezzo idiota" si lamentò Sirius "Direi che Crouch gli può liberamente prendere il posto. Tutto sotto controllo, si come no" diede man forte James. "Io penso che quest'anno le cose cambieranno, se veramente Voldemort sta per tornare, dobbiamo prepararci. L'ultima volta abbiamo perso tutto, e questa volta non deve accadere." Lilt guardò i figli mentre parlava. "Non li perderemo vedrai." gli assicurò James. Winter leggeva il giornale ma era distratta, aveva uno strano presentimento, guardò fuori e giurò di aver visto un ragazzo correre via. "Stai bene?" gli chiese Fred e annuì per non farli preoccupare. Non era pazza, aveva visto bene, ma chi era quel ragazzo? Perché aveva la sensazione che lo conosceva? "Mamma, papà posso farvi una domanda?" "Certo" "Perché non ricordo nulla del primo attacco e di quella notte di Halloween? Intendo, Harry anche se era piccolo ricorda tutto, io nulla. Nemmeno gli anni successivi." chiese e vide i genitori guardarsi. "Eri turbata quella sera, e hai perso i ricordi, per questo non ricordi" inventò al momento il padre, ma Winter sentiva come se stesse mentendo, ma annuì.

Dopo quella domanda l'atmosfera cambiò e tutti evitavano di guardarla, sicuramente c'era qualcosa che le tenevano nascosto. Per quanti traumi ha avuto, li ricordava tutti, ma i suoi ricordi di infanzia nemmeno una briciola, come se fossero stati eliminati. Eliminati...obliviate...che era stata obliviata dei suoi ricordi? Guardò i genitori che fingevano di leggere il giornale sospetti. Perché lo avevano fatto? Cosa doveva dimenticare? Per il resto della giornata pensò a qualsiasi scusa per giustificare i genitori ma non trovava nulla e vide di nuovo lo stesso ragazzo, ma sta volta non disse nulla e con una scusa di una passeggiata andò verso il posto dove aveva visto il ragazzo. Arrivata lì non vide nessuno e sospiro. "Cosa cerchi?" "Pensavo di aver visto uno gnomo" rispose ad Harry e tornarono in casa per la cena. 

Il giorno dopo tornarono a casa Potter ma Winter non finiva di pensare a quel ragazzo e al motivo per cui era stata obliviata. Così passò l'estate, e arrivò settembre. Prima di partire i genitori si assicurarono che fosse sicuro e poi salirono sul treno. Winter come sempre si sedette con i gemelli, che ultimamente la vedevano strana. "Winter, sicura che stai bene? E da un po' che stai sempre silenziosa e con lo sguardo perso nel vuoto" disse Fred alla ragazza che annuì distratta, aveva visto qualcosa correre come un fulmine fuori dal treno, non poteva essere un'animale, correva troppo veloce, che fosse un mangiamorte? "Che vedi?" chiese George "Nulla" rispose e poi appoggiò la testa sul petto di Fred, si addormentò poco dopo. I due la svegliarono una volta arrivati alla stazione, scese con i due e salì sulla carrozza. Tutti non facevano altro che parlare dell'attacco, ma lei pensava ad altro. Una volta al castello, entrarono tutti in sala grande e si sedette vicino al fratello. "Ti vedo stanca" "Lo sono Harry, non vedo l'ora di andare a dormire" rispose e poi Silente prese parola. Spiegò che la scuola avrebbe ospitato il Torneo Tre Maghi e che due scuole avrebbero soggiornato lì per tutta la durata del torneo, poi li fece entrare e mentre si esibivano, posò lo sguardo sui tavoli e si soffermò su quello dei Tassi. Vide un volto nuovo, un ragazzo dal viso pallido che la guardava. 

Ebbe una fitta alla fronte e se la massaggiò, fortunatamente erano tutti occupati a guardare le ragazze della scuola francese e non si accorsero di lei. Tornò a guardare il ragazzo che sta volta le sorrideva, Winter ricambiò e senza spiegarselo sentì lo stomaco chiudersi in una morsa dolorosa. Perché reagiva così? E di nuovo altre fitte alla testa. "Winter, sei dei nostri?" venne scossa da Fred "E?" "Dicevo, per il torneo vorresti aiutarci a mettere il nostro nome?" chiese Fred e Winter scosse la testa "Non vi aiuterò a farvi uccidere, il torneo non é un gioco, potreste morire" rispose seria "Ma potremmo vincere tanti galeoni" disse George "Si, ma se uno dei due muore, cosa se ne fa l'altro dei galeoni? Poi con la situazione che ce, meglio non rischiare. Lasciate che siano gli altri a rischiare la loro pelle" rispose sempre più seria "Non sai come divertirti" dissero in coro "Se volete tanto partecipare fatelo, ma non vi aiuterò." rispose e poi prese a mangiare ignorandoli. Cosa spingeva a partecipare ad un torneo mortale? La gloria eterna? Galeoni? Tutte cose inutili rispetto alla vita. Per il restante della cena non parlò con nessuno, poi una volta finita la cena uscì dalla sala grande e si diresse verso le scalinate. 

"Winter, scherzano i miei fratelli" disse Ron affiancandola "Sono due ottusi se veramente mettono il loro nome. Anche se Silente non lo permetterà, ma solo il fatto di pensarlo mi da i nervi." rispose e Ron gli sorrise "Ah l'amore" disse e Winter lo spinse di poco "Scemo" poi arrivati alla Torre, ognuno andò nella propria stanza, si mise il pigiama e andò a dormire, domani é u altro giorno.

La figlia segreta.Where stories live. Discover now